Talvolta le rime possono risultare indigeste, magari strappando un piccolo sorriso...
Ecco due storielle (vere!) del mio rapporto non sempre tradizionale con alcuni piccoli oggetti metallici: la prima storiella risale al 2012 e illuminando un buio corridoio scolastico, nel quale era piazzato un distributore automatico di bevande calde, mi ha fruttato una segnalazione al concorso di poesia di Valeggio; la seconda nasce pochi giorni fa a Castion Veronese mentre ero comodamente seduto a tavola a gustarmi il dessert (all'insegna del motto 'cena bagnata, cena fortunata') e mi ha fruttato... il bis!
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HO BEVUTO UN CENTESIMO
Gustare una dolce bevanda
mescolare, ignaro, un nichelino:
che strana faccenda...
Ho bevuto un centesimo
dentro il bicchiere del the
e lo conserverò, mia amata.
Lo conserverò, per te
la mia numero uno
la mia vera collezione fortunata.
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RIME INDIGESTE
Il momento del gelato
dopo il pesce in compagnia
ha un sapore delicato
quasi unico, tuttavia.
Ecco i sorrisi degli amici
e la salutare goliardia
che tutti rendono felici
ma io sento un'anomalia.
Proprio in fondo alla coppetta
recuperata nella credenza
quella vecchia della sala
(e pur ho guardato con prudenza)
è spuntata una vitina.
E io rido imbarazzato
non è questa la prima volta
che col dolce è andata storta
proprio non l'ho scordato...
Mescolando una calda bevanda
(che strana faccenda)
avevo già sorbito, ignaro,
un nichelino... tesoro da poco
ma utile al nostro gioco.
Il gioco di mettere in rima
la storia eccezionale di un tizio
che dei metalli aveva il vizio.
Ma, ve lo dico prima...
sappiate che alla terza occasione
mi limiterò a una 'metallica' indigestione!