Santa Maria in Valena (Valpolicella, VR)

domenica 31 luglio 2016

#letture LA VACANZA DEI SUPERSTITI

scritto da FRANCA VALERI
sottotitolo (E LA CHIAMANO VECCHIAIA)
edito da EINAUDI


due chiacchiere con Franca: IL GIORNALE.IT

Franca Valeri è sempre impareggiabile e ora che ha raggiunto i novant'anni... (oggi!)
... guarda tutto con ancor più distacco di quanto già non facesse attraverso la sua arte (di attrice) e la sua intelligenza (di donna).
La sua scrittura è breve e divagante, liberamente ispirata a ciò che dal suo cantuccio romano riesce a mettere a fuoco, in particolare sul senso della vecchiaia, che in fondo un senso non ha, se non quello di rallentare tutto, tanto l'impatto dell'attualità quanto la potenza dei ricordi.

Io che sono rimasto conquistato dalla sua autobiografia non posso che apprezzare questo filotto di libriccini che dal 2010 Einaudi ci sta proponendo: un mémoire in libertà per stare ancora un po' in sua compagnia.



lunedì 25 luglio 2016

#letture L’ARTE DI GUARDARE L’ARTE

di PHILIPPE DAVERIO
edito da GIUNTI nella collana PUNTI DI VISTA


 
si legge agevolmente in DUE/TRE GIORNI ma va consultato e centellinato (meglio così)

Sulla scia inconfondibile e stimolante di “artedossier” lasciatevi condurre dal nostro ancor più inconfondibile amico alsaziano lungo la pista dell’arte: curiosità, divagazioni, approfondimenti artistici di tutte le epoche vi aspettano, corredati da immagini originali e un po’ bizzarre (ma perfettamente riconoscibili).

Una recensione web: WUZ.IT
Il mio giudizio: lusinghiero ;-)

giovedì 7 luglio 2016

UNA PAROLA AL GIORNO...

Una parola al giorno... toglie l'ignoranza (e la noia) di torno. Provare per credere!
Fin dalla scuola elementare, quando entrai in possesso della mitica decima edizione minore (ormai fuori catalogo) dello Zingarelli, sentivo la curiosità verso la scoperta delle parole.


Certo non sono mai stato un divoratore di parole come D'Annunzio, che consumava e annotava i suoi vocabolari con una passione pari a quella con la quale amava le donne.
Ma questo fatto di andare alla scoperta delle parole è stata prorio una riscoperta, che da qualche settimana (grazie a mio fratello) mi sta davvero facendo un'ottima compagnia.

Vi presentiamo “UnaParolaAlGiorno.it”

Caro Severgnini, cari Italians, cercavamo un servizio online che ci insegnasse qualcosa di interessante sulla nostra lingua. Trovammo poco, e quel poco non ci esaltava. Avendo l’entusiasmo dei vent’anni, fu giocoforza che lo tirassimo su noi. “Una parola al giorno”: quotidianamente sulla tua mail una parola, i suoi significati, la sua etimologia, storie e sfumature da scoprire. Abbiamo fatto ciò che avremmo voluto che ci fosse: una divulgazione scientificamente corretta e capace di parlare a tutti, che faccia leva sulla curiosità, sulla meraviglia e sulla naturale poesia dei concetti. Una galassia di parole note e meno note — secondo una formula agile ma che, giorno dopo giorno, scavi una differenza nel pensare intelligente. Gratis. Chi ci segue si diletta tanto che la voce si è sparsa. Nel giugno 2010 erano iscritti alla newsletter pochi amici; oggi siamo alle porte dei 60.000 iscritti, tutti giunti a noi per semplice passaparola. Questa mole di utenti entusiasti ci aiuta ogni giorno con suggerimenti sempre nuovi, con appunti, spunti, osservazioni. Migliaia di persone fanno colazione con la parola del giorno: se ne discute fra colleghi in ufficio, centinaia di insegnanti la propongono ai loro studenti, attrae la partecipazione di persone di ogni età e livello culturale, è un esercizio stimolante per i tanti stranieri che studiano l’italiano, e un approdo gradito per gli italiani che vivono all’estero. Abbiamo accolto collaborazioni tematiche con molti partner diversi, e lo scorso ottobre, col professor Edoardo Lombardi Vallauri, abbiamo pubblicato per Il Mulino il libro “Parole di giornata”. Perché? Certo, creare un ponte fra un sapere accademico e difficilmente accessibile, ma fondamentale e necessario, e la platea immensa di persone che mostrano curiosità verso la lingua ha dei riflessi importanti a livello culturale, personale, civile. Ma la verità è che è incredibilmente divertente, e noi siamo dei gioviali. Il sito è unaparolaalgiorno.it, e ogni iscritto è una ricchezza per tutti gli altri.

Giorgio Moretti & Massimo Frascati 

martedì 5 luglio 2016

#SerieTv PERSON OF INTEREST

Dopo cinque memorabili stagioni si è da poco congedata dagli spettatori di tutto il mondo Person of Interest, serie tv che ha saputo conquistare (da par suo!) i consensi di pubblico e critica.


Dopo l'undici settembre duemilaeuno il mondo non è stato più lo stesso, ma tutti ci siamo accorti che il mondo stesso era diventato improvvisamente (ma non troppo) un villaggio globale.
Cavalcando quest'onda emotiva, a partire dalla lezione impartita da altre serie tv, dal 2011 al 2016 siamo stati accompagnati dal genio di Jonathan Nolan attraverso scenari tecnologici e apocalittici, che sono stati lo specchio fedele di un mondo in profondo cambiamento, ma di un mondo che ancora si interroga su dualismi fondamentali legati al bene contro il male, alla vita contro la morte, alla solitudine e all'abbandono contro l'amicizia e l'amore.


A partire dalla lezione di Orwell e continuando con scenari da giudizio finale, ci siamo legati a personaggi indimenticabili, un po' super-eroi, un po' icona di tutti noi comuni mortali: protagonisti eccezionali, vigili e custodi dei nostri fallimenti e delle nostre delusioni, capaci però di assecondarci nelle nostre inclinazioni e indirizzarci (o al limite reindirizzarci) nella nostra moralità.


L'Intelligenza Artificiale potrà anche rappresentare la grande risorsa del futuro, a patto però che il libero arbitrio e la ricerca della felicità e della libertà comune non siano mai sacrificati al mero calcolo combinatorio e ai dogmi puramente scientifici, che diventerebbero un'arma letale, specialmente se una tale SuperAI cadesse in mano ad un'umanità sempre più conflittuale e cinica, come in fondo la natura umana, almeno in parte, è sempre stata.

2011-2016 Thank you to the Machine!

La ricerca del senso, l'avere uno scopo nella vita rimane forse la più bella lezione che questa splendida serie tv ci ha regalato, flirtando con intelligenza (già a partire da una sigla iniziale eloquente ed innovativa) con la fantascienza!

L'indimenticabile lezione sul Pi-Greco

domenica 3 luglio 2016

#letture DA TWIN PEAKS A TWIN PEAKS

sottotitolo: PICCOLA GUIDA PRATICA AL MONDO DI DAVID LYNCH


autore: ANDREA PARLANGELI
editore: MIMESIS/CINEMA

valutazione personale: non fatevi ingannare dall'impeto semplificatorio con cui è condotto l'excursus nel mondo di Lynch. Il libro è valido e l'autore sà il fatto suo. Voto: NOVE.
si legge agevolmente in... tre, quattro giorni
una recensione web: SoloLibri.Net

David Lynch è un tipo così...

E' capace di trascorrere il week-end a costruire scatole di legno, oppure è in grado di lavorare con tenacia per mesi sulle sue altre grandi passioni come quella per il mondo industriale (che ha cercato di riprodurre anche a livello musicale) e soprattutto per la comunicazione delle idee più profonde, le idee che albergano negli strati più profondi del subconscio, quasi a costituire degli archetipi collettivi.


Se vi incuriosisce un tale profilo di artista, ma ancor di più di uomo, allora il libro di Andrea Parlangeli fa al caso vostro.
L'espressione "Piccola guida pratica al mondo di David Lynch" non è solo il valido sottotitolo del volumetto in questione, ma è esattamente ciò che vi serve sapere per apprezzare un mondo come quello lynchano in cui tutto ritorna (come nel titolo non a caso... circolare) a patto di accettarne la premessa fondamentale: l'atemporalità (interrotta magari dai richiami agli anni Cinquanta), l'elettricità (ancor più significativa quando si colora di blu), le tende rosse (quinta ideale del mistero lynchano) e i tanti (ma non troppi) segnali ricorrenti nel suo cinema (televisori, anelli, mucchietti di terra, fuoco, epistassi, telefono, schizofrenia, amputazioni, dualismo, cielo stellato... tanto per citarne i più noti) sono semplicemente il bagaglio che David Lynch ha colto nella sua esperienza artistica ed umana e che ha sempre cercato di condividere così come affioravano nella sua mente attraverso il suo occhio di regista (ma non solo). Non cercate perciò di razionalizzarli troppo questi segni/segnali, ma limitatevi a cercarli e a riconoscerli al loro apparire, un  po' come quando (Lynch stesso docet) ripensate a ciò che resta di un (vostro) sogno.


O al limite questi marchi di fabbrica ricercateli in questa guida pratica: un filo rosso (o di altro colore) di certo lo troverete. Parola di Bookhouse Boy!