Santa Maria in Valena (Valpolicella, VR)

lunedì 9 novembre 2015

#iostoconvale Fa rima con lotto...

Ieri tutti davanti allo schermo... di un televisore o di un pc... oppure sintonizzati alla radio... o semplicemente ancora seduti a tavola, magari - al bando l'elettronica in pista e fuori - collegàti telepaticamente con la Yamaha 46. L'Italia si è fermata: come per la Nazionale di Calcio (ma solo ai Mondiali), come per Alberto Tomba, come per tanti altri eventi sportivi che tengono unito questo scollacciato e consunto Stivale... come non fare il tifo per lui a Valencia!

Uno così...


Ma poi è finita così! Gnam gnam! Insomma visto che fa rima con lotto...

Image result for banderas e i biscotti
... meglio giocarseli questi tre numeri :-)


Come in un film di Sergio Leone ci si attendeva una sfida epica. Peccato l'epilogo non sia stato all'altezza delle celebri inquadrature finali de "Il buono, il brutto, il cattivo".

La suspense ha presto lasciato posto ad altro... dallo spaghetti western ai vecchi telefilm si potrebbe dire. Niente triello... tutto messo sotto scorta.

CHiPs Motociclette

Per carità, Jorge Lorenzo, a mio modesto parere, ha dimostrato di essere il più forte nell'arco della stagione, ma Valentino Rossi meritava una chance, per quanto lo stuzzicare Marc Marquez sia stato più che deleterio e la penalizzazione praticamente ineceppibile.
Grazie Dottore!

mercoledì 14 ottobre 2015

#letture IL CINEMA IN RIVOLTA



Il cinema in rivolta. Marco Bellocchio e i pugni in tasca
MAURO MOLINAROLI (2011)
Dalai Editore - Codice ISBN: 9788866201113

Era un po' che non leggevo di Cinema e questo libro riguardo al grande botto di Marco Bellocchio sul grande schermo italiano mi ha restituito il piacere di scuriosare dietro le quinte di un film.


A ben vedere la fotografia che dell'Italia emerge (e non solo dell'Italia di allora, quella del secondo dopoguerra che proprio nel Sessantotto libera... i suoi pugni dalla tasca) non è per niente confortante, come lo stesso regista piacentino conferma nel suo ultimo lavoro, che per ispirazione e impietosità (quest'ultima mai in calo per la verità in tutta la sua filmografia) ci riporta nella Bobbio del sopraccitato esordio.

L'Italia non era disponibile quando uscì il film (... correva l'anno 1965) ad un'analisi così spietata sui lati oscuri della sua identità portante (la provincia e la famiglia in primis... ma anche le aspirazioni borghesi scricchiolavano già). Non a caso è all'estero che il regista raccoglie i primi riconoscimenti più prestigiosi (Festival di Locarno) per quello che, oltre ad un film e ad un invito ad aprire gli occhi su ciò che stava per accadere, fu anche comunanza di intenti ed esperienza appassionata di vita per tutti tutti gli attori e i fautori della pellicola (tutti ben inquadrati dall'appassionato... e pure lui piacentino... Mauro Molinaroli).

Disponibile no, ma forse pronta l'Italia lo era già al confronto sulla sfida per un futuro meno convenzionale, confronto che Pasolini e altri intellettuali dell'epoca già proponevano, demolendo nella loro opera, con lucida consapevolezza, alcune di quelle certezze che oggi certezze più non sono.

 

sabato 5 settembre 2015

#INVISITA Il Museo della Follia a Mantova

190 opere di Antonio Ligabue, 37 lavori del mantovano Pietro Ghizzardi, il tutto introdotto da un video del curatore Vittorio Sgarbi: ecco alcuno numeri di un minitour che potete agevolmente affrontare visitando Mantova, passando prima attraverso alcuni corridoi dedicati ad oggetti quotidiani legati alla follia, che non è (stata) solo labirinto della mente, ma prima di tutto luogo (fisico) di abbandono e degradazione (ospedali e ricoveri).


La rassegna è, a mio avviso, semplice, ma interessante e ricca di contenuti. Mi ha fatto piacere più di tutto approfondire la conoscenza delle opere di Ligabue, che nei suoi animali feroci (e non), nei suoi autoritratti (il tutto attraverso il suo uso caldo del colore) trova nella Natura lo specchio fedele delle sue inquietudini, che in fondo diventano quasi una certezza: quella di vivere seppur nell'accettazione della sofferenza. Non è forse questa una delle cifre della follia?

sabato 29 agosto 2015

#GRANDESCHERMO Il sale della terra

Emozionarsi al cinema capita sempre meno di frequente, non siete d'accordo? Sarà la qualità del girato, sarà la quantità o sarà che ormai viviamo in un'epoca in cui l'immagine è tutto (ed è ovunque), ma siamo in grado noi spettatori di filtrare ciò che vediamo sul grande schermo (e non solo)? Le emozioni degli spettatori sono forse scintille che fanno sempre più fatica a scattare?


Nel lanciarvi questi interrogativi, vi propongo a questo punto la visione di un lungometraggio / documentario che nasce dall'incontro tra un maestro dell'immagine cinematografica, Wim Wenders, e un esponente di spicco dell'immagine fotografica, Sebastião Salgado: insomma, immagine (ed emozioni) al quadrato!


Per 40 anni, il fotografo Sebastião Salgado ha attraversato i continenti sulle tracce di una umanità in piena mutazione. Ha testimoniato i grandi eventi della nostra storia recente: conflitti internazionali, carestie, migrazioni ... Con questo documentario vuole presentare un territorio vergine con paesaggi mozzafiato, un omaggio alla bellezza del pianeta. La sua vita e il suo lavoro sono rivelati dai punti di vista del figlio Juliano, che lo ha accompagnato nei suoi ultimi viaggi e di Wim Wenders, fotografo lui stesso. (fonte Repubblica.it)

Ecco che quando l'immagine viene plasmata in poesia, tutto emoziona!
Emoziona la tecnica, emozionano le vicende personali e collettive, emoziona il messaggio che il film lascia dopo quasi due ore di incalzante e toccante, ma anche crudo e spietato, viaggio nell'immagine stessa.


Raccontare sè stessi attraverso il proprio lavoro, le proprie passioni sta sempre più affermandosi come il modo migliore per comunicare oggi, andando così al di là della comunicazione stessa (i media cinema e fotografia nella fattispecie).
Il compito di noi spettatori, che in poche ore (se non minuti) siamo bombardati di messaggi a trecentosessanta gradi (prendete la scaletta di un telegiornale come esempio), si fa sempre più arduo... occhio alle (vere) emozioni!

sabato 22 agosto 2015

#LETTURE Per il potere di Grayskull

scheda libro (con estratto introduttivo da leggere)

"D'altronde, bastava poco, ai ragazzi di allora, per sognare a occhi aperti. Perché si viveva una vita più semplice, direbbero alcuni. O magari perché, rispetto a oggi, non c’era una mazza da fare. Una delle due".

Con questa efficace e inconfutabile conclusione Alessandro Apreda, aka DocManhattan, si/ci regala un'incursione (rigorosamente al maschile) dentro quegli anni '80 che continuano a vivere dentro chi (come l'autore e molti di quelli che hanno letto o leggeranno questo libro) sa bene che la propria infanzia ed adolescenza sono coincise con uno dei periodi più spensierati, e per certi aspetti frivoli, della recente storia italiana.
Era quella, senza dubbio, un'Italia che si specchiava volentieri nella rassicurante programmazione televisiva delle nascenti reti private, ma che ancora si faceva condurre per mano da Mamma Rai  e che cominciava, per altro, a far entrare la tecnologia, prima pian piano poi sempre più prepotentemente, nella propria quotidianità.

Il libro, che non rinuncia mai a un tono scanzonato e divertito ma con tante piccole verità nascoste, tocca tutti i "pilastri" cari a chi, nato tra la fine degli anni Sessanta/Settanta (ammiccando anche ai primissimi Ottanta) è cresciuto giocando all'aperto, scuriosando su tutto il fronte dell'intrattenimento (televisivo, cinematografico, musicale, informatico, etc.) dell'epoca: l'animazione giapponese, la scuola dello zainetto Jolly, il Walkman, passando anche per il Postalmarket (o Vestro se preferite)... perché negli anni '80, credo, tutto aveva minimo il suo doppio... a partire dal numero dei fratelli :-)  

lunedì 17 agosto 2015

#INVIAGGIO Umbria

Ai primi del mese mi sono concesso tre giorni alla scoperta dell'Umbria. Insomma... cose così!!

Vista panoramica (Orvieto, zona via degli Alberici)


Primo giorno: Verona - Perugia

Mentre il treno, oltrepassando non poi così molti confini regionali ma bensì numerosissime distese di girasoli, mi conduceva verso la prima tappa, ricollegavo Perugia all'idea di capoluogo di regione e di città dei giovani (studenti universitari).

Ingresso della in parte smantellata Rocca Paolina (Pg)

Il giorno dopo Perugia l'ho lasciata, pur avendola visitata con una qualche completezza, un po' a malincuore, sicuro però che d'ora in poi avrei pensato a lei come ad una Rocca nella quale si sale e si scende perennemente. Dai retaggi etruschi all'indelebile impronta romana (Augusta Perusia), all'aspetto medievale rinforzato dalla rinascimentale Rocca Paolina, tutto rimeva velocemente scolpito nella mia mente e nei numerosi scatti della mia ormai consunta fotocamera, costretta in questi tre giorni, più di me e di chi mi accompagnava, ad un bel tour de force.
L'unico vero rimpianto, oltre a non essere riuscito ad inserire nel tour l'incantevole Gubbio, è stato quello di passare così poco tempo con lui...

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Secondo giorno: Perugia - Foligno - Cascata delle Marmore

Salutata come si deve Perugia e omaggiata con molti scatti (solo fotografici... quest'estate, lo confesso, ho fatto sì movimento... ma poco sport :-() la sua Fontana Maggiore e consegnandomi al solleone di un'ennesima torrida giornata estiva, ho fatto tappa a Foligno, prima di approdare nel pomeriggio inoltrato a Terni, indispensabile base d'appoggio per la visita alle Marmore.

Foligno e Terni sono due città solo apparentemente non di primo piano.

 Foligno (Pg), piazza della Repubblica con vista sulla parte laterale del bellissimo Duomo

In realtà, tutte da scoprire, è stata la guerra con i suoi rastrellamenti e soprattutto con le sue bombe a renderle menomate (e nel caso di Terni ancor più l'aver investito sull'industria pesante, che è oltretutto il motivo per cui la Manchester italiana fu così presa di mira dagli Alleati). Se vi capitassero tra le mani foto e altre testimonianze di ciò che era, o altresì vi avventuraste nei ridenti borghi circostanti, rimarreste a bocca aperta. 

I giardini pubblici di Terni e l'ingresso di un rifugio anti-aereo (II GM)

Se oggi, lì in zona, spicca solo la Cascate delle Marmore (fino agli anni Settanta più l'ennesimo esempio di ingegneria idraulica romana sul Velino che un un polo attrattivo... e per giunta nemmeno così articolato come oggi) è solo per uno di quegli strani testa-coda che la Storia ci consegna.

La Cascata delle Marmore che solo per pochi istanti abbiamo potuto visitare con il rilascio completo dell'acqua


Terzo Giorno: Terni - Orvieto - Verona

Se ho deciso di andare in Umbria è perché da piccolo ero già stato ad Orvieto, facendovi tappa nel mio itinerario verso Roma.
Così l'ultimo giorno di viaggio portavo ancora con me il ricordo del Pozzo di San Patrizio, ma soprattutto l'attesa di rivedere (dopo che le avevo ammirate e adorate soprattutto sui libri, nel preparare il mio primo esame universitario di Lettere) la facciata del Duomo, la Cappella di San Brizio (Beato Angelico, Luca Signorelli, Benozzo Gozzoli) e la Maestà di Gentile da Fabriano.

 LucaGGi e la sua tanto attesa promenade all'ombra (?) del Duomo di Orvieto

 L'altro Luca... quello che conta e che veramente sale in cattedra

L'assaggio artistico ha poi lasciato spazio a quello gastronomico per valorizzare prima i prodotti locali (la porchetta... gnam gnam) a pranzo e nel pomeriggio per lottare contro la canicola (la granita... che salvezza!). Meglio non ragguagliare e non preoccupare nessuno sul viaggio di ritorno, che ha visto, come troppo spesso accade, furoreggiare i ritardi di Trenitalia, i cui vagoni sembrano regolarmente caricarsi di ritardi appena riconoscono l'aria della stazione di Bologna... insomma, a parte aver perso la corsa alla coincidenza del treno per Verona per pochi attimi, ci siamo almeno regalati la visione Sotto le Stelle del Cinema di Piazza Maggiore, prima di ritentare con più fortuna (ma non troppa, sia chiaro) il rientro a Verona nella notte (e col timore, più che fondato, che l'EuroNight per Monaco di Baviera si trasformasse in zucca).

LucaGGi e la sua estate addosso :-)

Credo che non esista una stagione migliore di altre per viaggiare...
... è solo che l'estate corre veloce!

Estate....l'eternità è un battito di ciglia.

lunedì 27 luglio 2015

LETTURE - Il sogno di un hippie

Neil Young di certo non è uno scrittore, secondo alcuni non è nemmeno un cantautore di primissima fascia. Allora chi è Neil Young?
Neil Young è fondamentalmente un istintivo, un tranquillo cittadino canadese nato nel (lontano ma non troppo) 1945, che adolescente diventa, strada facendo, sempre più irrequieto, che vive da hippie dalla sua gioventù fino ad oggi (il titolo del libro non è scelto a caso), epoca contemporanea in cui un po' di serenità l'ha raggiunta, ma anche epoca nella quale diventa scrittore per caso, un po' ricordando suo padre, un po' per passare il tempo durante un infortunio alla gamba, sfruttando oltretutto l'onda lunga che l'ha reso da qualche tempo completamente "sobrio" (avete presente il solco segnato dal Vasco Rossi ultimo modello?).

In questo libro (regalatomi per il mio compleanno con quasi un mese di anticipo!) il "giovane Nello" (#amarcord tanto per ricordare i tempi nei quali ero io adolescente e mi divertivo ad italianizzare i nomi americani con Massimo Z. ed altri amici) si racconta come solo lui è in grado di fare, vagabondando qua e là nella sua divagante biografia (lui infatti era girovago nella vita reale, figuratevi in quella scritta da sè!), ma con l'impareggiabile capacità (come nelle sue canzoni) di squarci improvvisi di assoluta trasparenza sia per amarezza (le traversie familiari e private) che per entusiasmo (l'amore per la moglie e i figli, in particolare Ben, senza dimenticare nessuno dei suoi cari amici ma anche la vicinanza con il Creato e la sua spiritualità... per non parlare dei trenini o dei progetti musicali).


Non una lettura imperdibile, tutto sommato, specie se cercate un filo rosso o la scrittura esemplare, ma (a parte che è un regalo di compleanno a cui tengo), citando il buon Beppe (Severgnini) "a sedici anni, per trovare la ragazza, era meglio parlare di Neil Young".
E questo la dice lunga sul fatto che Neil Young sappia attraverso la sua musica catturare l'anima e l'animo dei suoi spettatori... ma non solo. Ascoltare Neil Young è un po' come specchiare i nostri stati d'animo più o meno profondi in un semplice ruscello che scorre naturale e un po' selvaggio. O almeno per me è stato così (#amarcord grazie a mio zio A. che "discepolo" di Neil Young pensò bene di regalarmi un suo cd antologico dopo una cena/vigilia di Natale passata... in stile Neil Young). 



domenica 19 luglio 2015

LETTURE - Dream Team


JACK MCCALLUM
Dream team
Come Michael, Magic, Larry, Charles e la più grande squadra di tutti i tempi 
hanno conquistato il mondo e cambiato il basket per sempre
Sperling & Kupfer Editore

Non un libro da leggere tutto d'un fiato, ma un libro che sa togliere il fiato in alcuni frangenti.
Jack McCallum ricostruisce la storia del Dream Team americano di Basket alle Olimpiadi di Barcellona del 1992. Lui, vero cronista, che in buona parte ha contribuito all'individuazione del nome di questa irripetibile squadra, prima ci riconduce alle origini, raccontandoci i retroscena della nascita del team; indi prosegue come un vero e proprio reporter in prima linea con aneddoti (tutto quello che vorreste sapere su Magic, Larry, MJ... ma anche Charles Barkley... e avreste sempre voluto chiedere!), curiosità ed eventi unici (la epica partita di allenamento... ma non troppo... in quel di Montecarlo) ma anche bilanci su una spedizione olimpica che da un lato segnò l'apogeo del basket americano e dall'altro aprì la strada alle nuove generazioni cestistiche made in USA (ma non solo USA).
Insomma, solo stando a diretto contatto con i campioni, ci si migliora veramente.


giovedì 2 luglio 2015

EVENTI - Isabella Rossellini e la Cineteca di Bologna

Questo blog è nato per (provare a) raccontare le cose belle che mi sono capitate, perciò questo post è praticamente d'obbligo...


Che bellezza! Ieri sera a Bologna in Piazza Maggiore è stato proiettato Casablanca di Michael Curtiz. Introduceva la serata Isabella Rossellini: "Il Cinema Ritrovato è il festival più bello del mondo. Qui si vedono solo capolavori".
Eh sì, ieri per tutto il giorno, fino al mio rientro a casa in piena notte dovuto alla cronica inefficienza delle nostre linee ferroviarie, sono sempre stato accompagnato da tanta bellezza (!).


Il pomeriggio presso una delle sale cinematografiche legate alla Cineteca di Bologna ho partecipato all'incontro con Isabella Rossellini. Ho scoperto in tal modo una donna che solo i più superficiali possono considerare esclusivamente la figlia, la moglie e la compagna di grandi registi (e forse forse assomigliava di più a sua madre...). Modella e attrice (ora anche regista a modo suo) sono solo due etichette che possiamo appiccicare a chi ha voluto raccontare e raccontarsi così... buona visione (obbligatoria)!


La Cineteca di Bologna è un luogo straordinario al vertice in Italia nel campo della difesa e della valorizzazione della cultura cinematografica. E' un luogo di conservazione archivistica e di restauro, di promozione e diffusione del cinema e dell'audiovisivo, di formazione, di ricerca, di produzione editoriale. Chi si occupa di cinema, specie dopo una importante rassegna nazionale o internazionale, dove va a riposarsi e ad abbeverare le proprie radici? Ma a Bologna! (e questa leggetela con calata emiliana).

lunedì 29 giugno 2015

LETTURE - Cinema e pittura


a cura di Pier Marco De Santi
Giunti editore
68 pagine

Leggere un'analisi del rapporto tra cinema e arti figurative è un po' come un viaggio che può seguire qualsiasi direzione e di conseguenza farti approdare un po' ovunque.
Insomma, le opere pittoriche raccontano storie dal quale il cinema stesso (clicca per leggere alcuni spunti) è partito anche solo semplicemente dal lato iconografico.
Finché il cinema se ne saprà nutrire, gli spettatori avranno qualche chance in più di coltivare il bello e non solo il vero o il possibile.

mercoledì 17 giugno 2015

LETTURE - La cuoca di D'Annunzio

La cuoca di D'Annunzio. I biglietti del Vate a «Suor Intingola». Cibi, menù, desideri e inappetenze al Vittoriale

Un piccolo libro da non perdere (a me è stato regalato) per entrare (di nuovo) in quel Vittoriale che fin da subito (dal 1921 in poi per la precisione) è diventato monumento vivente di un uomo che ambiva a fare della sua vita un'opera d'arte esclusiva.
Forse i conti con Gabriele D'Annunzio li abbiamo già fatti (in mille modi e con mille sfaccettature) fin dai tempi della scuola (ed è alla scuola... media... classe seconda... che devo dire grazie per questo regalo). Forse ormai si è capito che D'Annunzio si era auto-investito di una missione al di sopra delle proprie possibilità, come magari anche dell'Italia di allora: essere il Vate di quegli italiani che volenti o nolenti avevano anche un Duce, sogni e velleità da seguire. Forse tutta l'Italia dannunziana sapeva molto di costruito, mentre la vita (quotidiana) filava molto più prosaica. O forse l'Italia di allora non è poi così diversa da quella di adesso (sic!). O quantomeno ancora oggi grazie a D'Annunzio sappiamo che quello che abbiamo in mano per uno spuntino veloce va chiamato "tramezzino".

A proposito: il libro non parla di tutto questo che vi ho appena riferito, anche se da quella temperie parte. Molto più modestamente (e graziosamente!) ci troviamo a leggere e rileggere i gustosi biglietti che con il suo inconfondibile stile D'Annunzio vergava per la sua fidata e materna cuoca Albina Becevello.
E come sempre i gusti della tavola sono lo specchio fedele di molto altro, di tutto un mo(n)do di vivere e di essere.

martedì 16 giugno 2015

POESIE - Origami



ORIGAMI

Nel mio libro tutto rilegato,

intorno a pagina quaranta,

qualche piega sgualcisce

la superficie della carta.


A pagina quarantatré

il foglio si fa bianco:

le notti, i capelli... l'attesa

del destino già mi rende stanco?

Aprirò di nuovo cuore e mente?


Piego con poche semplici istruzioni

un foglio strappato stupidamente,

ritrovo gioie mai del tutto colte

riprovo emozioni a lungo sepolte.


Ho sbirciato dentro il mio scrigno,

è ricomparso un bianco cigno.

venerdì 12 giugno 2015

Happy Days?

I giorni sono lì, più o meno happys (a volte non lo sono proprio) ad aspettarci,
puntuali :-) o inesorabili :-( alla svolta di ogni settimana.
Comunque vada... buttiamola in musica!


Happy day(s)? Sarebbe? La sintesi perfetta!


Just do LINK!

DOMENICA



Ma vuoi vedere che alla fine i giorni sono otto? Eight Days A Week!



NB: Scrivete nei commenti, grazie! Mi piacerebbe arricchire il più possibile questo elenco.


giovedì 11 giugno 2015

LETTURE - L'uomo senza etichetta


L' uomo senza etichetta
MONICA SOMMACAMPAGNA
Editore Olio Officina

Il vino, gli odori e i sapori sono i fili rossi della trama di un libro... senza etichetta.
Forse non a caso, se il libro vi sarà piaciuto o meno, lo deciderete solo (voi) alla fine.
Dopo aver degustato qualche pagina, capirete già se il protagonista Giacomo Botter è un uomo che fa per voi. Dopo aver assaggiato lo sviluppo della vicenda, che mescola esperienze di vita alla ricerca di una propria dimensione personale, giudicherete lo spessore del racconto. Dopo aver valuto il retrogusto che lascerà in voi il finale della storia (soprattutto d'amore) capirete che il vino rosso ha un suo peso (più che) specifico, tanto più se trattasi di Amarone.

Io vado fiero soprattutto di aver partecipato alla bella presentazione alla Società Letteraria di Verona e della dedica donatami, che per ora non mi ha portato molta fortuna come forse l'autrice (o forse meglio io) speravo. Ce la farà il nostro eroe a (ri)conquistare la sua amata?


mercoledì 10 giugno 2015

LETTURE - Da una notte all'altra


Da una notte all'altra. Passeggiando tra i libri in attesa dell'alba

Da una notte all'altra. Passeggiando tra i libri in attesa dell'alba
CARLO FRUTTERO
Mondadori Editore

Potrei scrivere che questo scorrevole libretto ha l'ambizione di aprire pagine su altre pagine (quelle dei grandi classici della letteratura mondiale). Potrei collocarlo quindi nel filone della ricerca di un canone più o meno occidentale della letteratura. Va bene, fino qui ci siamo, ora andiamo oltre...

Leggere non è facile... richiede fedeltà, applicazione, entusiasmo sempre nuovo e talvolta spirito di sopportazione... per l'autore, per l'editore e la scelta del formato, per mille altri motivi che frenano o accelerano la giusta lettura, che richiede giusti tempi.
Beh, se condividete queste mie improvvisate (ma non troppo) impressioni sulla lettura allora il libretto di Fruttero (con prefazione di Ferrero, tanto per sgranchirsi un po'... la lingua) è quello che fa per voi: un'incursione ragionata ma non troppo invadente, insomma un'iniezione (di fiducia) di lettura.
Parafrasando Flaubert: "Il libro siete voi lettori!".

lunedì 1 giugno 2015

Aggiornamento dall'Australia #10

Until the end... Jacopo!


:-) Al ritorno Jacopo proietterà per noi followers tutti i film di Baz Luhrmann e di Peter Weir :-)


Ciao a tutti, mentre il viaggio si avvicina alla conclusione eccovi un nuovo aggiornamento.


19/5 martedì
Darwin - Darwin
30km (6510 tot)
Giro turistico della città lungo il Bicentenary park sulla Esplanade con vista sull'Oceano Indiano.
In un ristorante locale assaggiamo spiedini di coccodrillo.


20/5 mercoledì
Darwin - Litchfield National park (Wangi falls)

194 km (6704 tot)
Visitamo questo parco, meno famoso del vicino Kakadu NP, godendo dei panorami della zona che uniscono la savana equatoriale e, nelle vallate, la foresta monsonica. Qui, per cercare refrigerio dal caldo torrido, facciamo il bagno in un laghetto ai piedi di una spettacolare cascata. In tutto il parco sono presenti numerosi coccodrilli, come i parimenti numerosi cartelli di avvertimento ci ricordano.


21/5 giovedì
Litchfield National park (Wangi falls) - Kakadu National park (Mardugal)

530 km (7234 tot)
All'ingresso del Kakadu NP ci fermiamo al centro visitatori Window on the wetlands per ammirare, da un confortevole locale climatizzato, queste paludi ricche di coccodrilli e altri animali. Ci spingiamo quindi fino all'estremità nord orientale del parco, dove a Ubirr si possono visitare una serie di ripari aborigeni con ricche pitture rupestri e un panorama mozzafiato sulle Wetlands sottostanti.
Ci spostiamo per la notte in una zona per campeggio infestata da zanzare.


22/5 venerdì
Kakadu National park (Mardugal) - Katherine (vicinanze)
311 km (7545 tot)
Alla mattina fuggiamo dal campeggio e ci portiamo a Yellow waters, dove avvistiamo in lontananza un paio di coccodrilli. Poi ci spostiamo con calma verso Katherine, scoprendo che questa è la città natale del famoso ciclista australiano Cadel Evans.


23/5 sabato
Katherine (vicinanze) - Saddle creek

694 km (8193 tot)
Per non farci mancare nulla, facciamo una puntatina dall'altra parte del confine con il Western Australia, in modo da poter dire di aver visitato tutti gli stati, e territori, di questo Paese.


24/5 domenica
Saddle creek - Katherine (vicinanze)

444 km (8583 tot)
Ritorno dal Western Australia.


25/5 lunedì
Katherine (vicinanze) - Karlu Karlu

730 km (9313 tot)
Prima di affrontare la strada ci regaliamo un altro bagno rigenerante nel fiume termale a Mataranka. Partiamo quindi in direzione sud verso Tennant creek e poi verso Alice springs.


26/5 mercoledì
Karlu Karlu - Tropico del Capricorno (Alice springs)

470 km (10183 tot)
L'attrazione principale di Karlu Karlu sono le Devil's marbles (biglie del diavolo) ovvero una serie di formazioni rocciose rese sferiche dall'azione erosiva degli elementi atmosferici.
Dopo una breve tappa al deludente Ufo center arriviamo nelle vicinanze di Alice Springs e ci accampiamo per la notte nell'area di sosta sul tropico.


27/5 giovedì
Tropico del Capricorno (Alice springs) - Yulara

490 km (10673 tot)
Ci avventuriamo nel centro dell'Australia in direzione di Uluru/Ayres rock. Il panorama si fa più rosso; sotto gli aridi e sparsi arbusti il terreno è formato da morbide dune di sabbia rossa. Lungo la strada ci fermiamo ad ammirare il primo dei tre monoliti: Mount Conner. Si pensa che questo inselberg faccia parte della stessa formazione rocciosa di Uluru/Ayres rock e Kata Tjuta/the Olgas.
A nord di questo monte si stende un lago salato, spesso ignorato dai turisti perché nascosto da una duna, collocato sulla parte opposta della strada rispetto al punto panoramico attrezzato.
Al nostro arrivo al villaggio turistico di Yulara ci accoglie una inaspettata pioggia.


28-29/5 giovedì-venerdì
Yulara - Yulara

174 km (10747 tot)
Il primo giorno approfittiamo della visita guidata a Uluru/Ayres Rock condotta da un ranger aborigeno, che illustra la ricca vita sociale che avveniva attorno al monolite. Questo luogo, infatti, non era semplicemente un masso in mezzo al deserto, bensì soprattutto il campo base della tribù degli Anangu. Dopo la visita guidata percorriamo il base walk ovvero la passeggiata che circonda la montagna, potendo così ammirarla da ogni lato.
Il giorno seguente ci rechiamo ad ammirare il sorgere dell'alba sul monolite più famoso a bordo di un cammello, dopo di che ci spostiamo 50 km a ovest per visitare l'ultimo monolite del trio, il Kata Tjuta / The Olgas, che, più eroso degli altri, forma numerose cupole.

Ciao
Jacopo


Le cartoline di Jacopo