Santa Maria in Valena (Valpolicella, VR)

martedì 28 giugno 2016

#CosìVaIlMondo VENGO DOPO IL PC?

La nostra vita quotidiana passa sempre di più attraverso la tecnologia.


Avvalersi di tale risorsa non è una cosa da poco, perché molto di quello che facciamo nella nostra vita pubblica e privata diventa più agevole e veloce.
Sembrano però aumentare lo scetticismo e la preoccupazione verso l’uso ricorrente e la dipendenza che tale tecnologia pare creare.
Molte sono le reprimenda che quotidianamente sento rivolgere verso social network, pc, internet, telefonini e simili.


I rischi connessi sono davvero enormi sia per le proprie abitudini e il personale stile di vita sia per le relazioni con gli altri.


Detto questo, si tratta soprattutto di trovare la giusta relazione con la tecnologia.
In fondo, la tecnologia non rende in assoluto la vita migliore, ce la fa però percepire tale. Per questo non rinunciamo alla tecnologia, ma prima di tutto non rinunciamo a lavorare su di noi, per educarci all'uso della tecnologia (conoscenze teoriche, potenzialità e limiti d'impiego non sempre così consolidati), per renderla un'opportunità in più e non l'unica chiave verso il futuro.


Il vero bisogno dell'uomo è in fondo quello di essere ascoltato e compreso, di poter godere dei suoi ricordi, condividendoli con le persone care. Senza la paura di essere spiati o controllati.

O siamo tutti sotto osservazione?


In fondo noi veniamo prima del Pc!

sabato 25 giugno 2016

#attualità BREXIT

La democrazia non è mai stata la migliore forma di governo possibile.


Lo sapevano bene i Greci - l'etimologia parla chiaro - ai quali ne è attribuita l'origine.
Loro privilegiavano piuttosto il governo di pochi eletti, o per censo o per saggezza non importa (oligarchia, timocrazia, aristocrazia, etc.). E non avevano nemmeno timore di affidarsi al tiranno quando necessario.


Sapevano, inoltre, che la democrazia sarebbe potuta diventare la migliore forma di governo possibile, a patto che tutti i cittadini fossero veramente tali, ovvero un minimo istruiti e amanti della polis, tolleranti e coesi. Sarebbe mai potuto accadere?


Che oggi la democrazia sia irrinunciabile molti lo pensano, ma solo quando gli effetti della democrazia sono quelli attesi. Chi rimane in minoranza non è mai soddisfatto e difficilmente accetta di buon grado l'esito di qualsivoglia votazione a maggioranza (testate il tutto in un condominio, in una scuola o in un altro luogo pubblico di vostra preferenza).
Che oggi il referendum sia diventato un feticcio ha quasi dello scandaloso, se consideriamo che in una vera democrazia non è tanto il risultato che conta, quanto il fatto che sia possibile far emergere una volontà all'interno di una comunità, una comunità vera che, anziché prevaricare, si affida ad un pacifico confronto elettorale.

 
La Brexit nasce da lontano, nasce da un'Inghilterra che non è stata uno dei paesi fondatori dell'Europa politica, ma l'erede del più grande e spietato Impero Coloniale che l'umanità abbia avuto.
Nasce dal fatto che il Regno Unito ha molte anime: sono vari gli stati e i mix sociali e politici che lo compongono.

Sarà pure vero (come emerge da sondaggi e commenti operati a botta calda) che gli inglesi di seconda generazione, gli ultrasessantenni e i ceti meno abbienti della fazione "leave" hanno avuto la meglio sui giovani e sulle altre componenti "remain", ma la vera discriminante deve essere un'altra: costruire insieme un'Europa tollerante e coesa, nella quale tutti vogliono un posto a sedere.
Tutti... anche la Svizzera!

Per quanto mi riguarda - come ci ha insegnato Baruch - concentriamoci sulla cause che condizionano la vera democrazia, non sugli effetti.


venerdì 24 giugno 2016

#letture TRATTATO DI FUNAMBOLISMO

autore: Philippe Petit
editore: Ponte Alle Grazie



* valutazione personale: LETTURA CANONICA, PER TESTARE QUANTO AMORE C'E' TRA VOI E LA LETTURA

*si legge agevolmente in... UN GIORNO, MA ATTENTI A NON SCIVOLARE

*una recensione: LETTO FRA NOI

*grazie a chi me l'ha fatto conoscere: Federico Batini

Esistono libri che si leggono per il solo gusto di leggere, al di là del contenuto, che di certo mantiene comunque un suo valore, ma non decisivo se confrontato allo splendore e all’estasi delle parole che fluiscono nella pagina scritta.
Confesso che questo tipo di libri non mi ha mai conquistato, poiché nelle mie scelte e nei miei giudizi ho sempre privilegiato lo sviluppo della trama all’incanto della scrittura.
Non avevo ancora incontrato il “Trattato di funambolismo” di Philippe Petit, che è riuscito a portare anche sulla pagina scritta la magia del suo “to walk the line”.


Così scopri, magari, che il contenuto c’è, eccome!
E’ solo che non avevi mai pensato veramente alle profonde implicazioni del funambolismo.
L’arte dell’equilibrismo va esercitata per rendere spettacolare il vero scopo di tale pratica, che è in realtà la sopravvivenza.
Così camminare sul filo diventa la più potente delle metafore, quella sulla nostra vita, una vita che, volenti o nolenti, c’impone ogni giorno di trovare il giusto passo per procedere.

"A proposito di questo libro: lo studio del filo non è rigoroso, è inutile."

Buona lettura, a voi lettori e amici del blog, perché possiate, a vostra volta, ondeggiare tra le pagine di Philippe Petit, fiduciosi che alla fine, come per ogni grande trattato, il senso è proprio la ricerca del senso stesso.

giovedì 23 giugno 2016

#eventi FESTIVAL DELLA BELLEZZA 2016

La bellezza è da sempre una categoria dell'anima, ma più semplicemente forse è una folgorazione.
Bello è ciò che ci piace, che ci conquista, magari solo istintivamente e a prima vista; poi, piano piano, entra, anche interiormente, in modo stabile (categorico appunto) nel nostro cuore e nella nostra mente.


L'Associazione Idem opera con grande gradimento ormai da qualche anno in riva all'Adige, proponendo incontri ed eventi tesi a cogliere questi attimi folgoranti.
Tra autunno e primavera, molti sono stati i percorsi di relazione con i grandi nomi della cultura e dello spettacolo, mentre nelle sue proposte pre-estive Idem sta diventando un appuntamento fisso con il Festival della Bellezza (tra Teatro Romano e Giardino Giusti).


Riguardo agli spettacoli, ai quali sono riuscito ad assistere, ecco il mio personalissimo palco d'onore.

SETTIMO POSTO: Incontro breve e fugace il mio con Michelangelo Pistoletto, visto che per motivi logistici e di lavoro ne ho seguito solo qualche momento. Un artista da scoprire ma che non rientra nelle mie corde.



SESTO POSTO: Philippe Daverio non (mi) delude mai, sto leggendo con piacere i suoi libri e ne seguo con interesse le trasmissioni televisive (repliche comprese), ma, questa volta, il suo essere un graditissimo habituè di Idem non ha giocato a suo favore nella mia "classifica" finale.

QUINTO POSTO: Niccolò Ammanniti lo conoscevo solo di fama e devo dire che ha saputo conquistare con simpatia il pubblico di Verona, assolvendo il non facile compito di aprire, dopo la première musicale con De Gregori, la rassegna 2016 (sotto una leggera pioggia).


QUARTO POSTO: Vittorio Sgarbi lo conoscono tutti e lui ci conosce bene. Sul palco del Teatro Romano è parso un po' invecchiato nel fisico ma non nello spirito. Auguri di pronta guarigione dal recente malore.

TERZO POSTO: lo storytelling di Federico Buffa è noto e consolidato, a qualcuno potrebbe sembrare un po' scontato, eppure, applaudendo il suo spettacolo sulle Olimpiadi del '36 nell'incantevole cornice del Giardino Giusti, io quei salti (di Jesse) e quelle peripezie (di Leni), nonché quei baffetti (adolfiani), li ho sentiti ancora presenti. E se pensate che presto, prestissimo, anche grazie alle innovazioni di Berlino '36, si accenderà di nuovo la fiaccola olimpica...

SECONDO POSTO: incontrare Palamede ti cambia la vita, sempre che sia possibile l'incontro... Baricco ci ha raccontato che molti (lo stesso Omero) gli hanno messo il bastone tra le ruote. Avere ragione da vendere non è quasi mai fare un buon affare.

PRIMO POSTO: il primato di Umberto Galimberti nasce dal mio debole per una capacità straordinaria di raccontare le come come stanno... ecco (!).

martedì 21 giugno 2016

#letture UNA STORIA QUASI PERFETTA




editore: GUANDA

* valutazione personale: LETTURA DELICATA E RAFFINATA, ACCOMPAGNATI DALLA CURA E MINACCIATI DALL'ABBANDONO

*si legge agevolmente in...
QUATTRO GIORNI, MA VI CONSIGLIO DI NON ESSERE COSI' TEMPESTIVI

*una recensione: TUTTOLIBRI LaStampa

*una (passata) intervista: al Salone del Libro di Torino

Ci sono tante venature nella scrittura di Maria Pia Veladiano: c'è la sua vicentinità (le contrade e gli scorci della capitale berica, vissuti prima di tutto come luoghi dell'anima); c'è la sua formazione in primis classica (il ginnasio-liceo), poi filosofica (gli studi universitari) e teologica (la delicatezza con la quale ci presenta vita e destini dei suoi personaggi è davvero un dono); ci sono la scuola (MPV è dirigente scolastico e insegnante... al rialzo) e le piante (potente metafora di una vita giocata tra amorevole cura e minaccioso abbandono).

Leggendo queste e altre pagine dell'autrice, subito mi chiedevo se alla base della sua scrittura ci fosse qualche scrittore vicentino (magari Fogazzaro, o chissà se qualcun altro di illustre, come le frequentazioni filosofiche e teologiche di MPV fanno presagire). Infine, anche dopo averla salutata di persona a Piazza delle Erbe a Vicenza, ho scelto di gustarmi le pagine dei suoi libri per quello che raccontano, ossia storie piena di vita e di destini, indagati con lo sguardo penetrante ma in fondo amorevole di chi pensa che occuparsi degli altri (esseri viventi) sia il migliore antidoto contro molti mali.

Mariapia #Veladiano "Il tempo é un dio breve" #lettura #Dio #libro pic.twitter.com/Li8dsJqI5Q

domenica 19 giugno 2016

COSI' VA IL MONDO... (divagazioni estive ma non troppo)

Passeggiando per la mia città (Verona), mi guardo intorno e la vedo cambiare...


Verona, una tipica foto (con grana) anni Settanta

Verona negli anni Ottanta mette la Stella (e vince lo scudetto del calcio)

Verona negli anni Novanta diventa sempre più internazionale
(più multietnica, poco interculturale, ancora molto provinciale)

Quella degli anni Duemila è una Verona impalpabile, che ancora oggi cerca il suo volto


A partire dagli anni Settanta, quando sono nato, ad oggi, ogni epoca ha i suoi simboli e suoi segni...

L'altro pomeriggio, finito il lavoro, mi sono concesso un attimo di relax e intorno a me vedevo rinnovarsi negozi e attività commerciali: questa è l'epoca di rinnovate -erie (gelaterie, piadinerie e osterie), del rifiorire di bar e ristoranti (italiani ma sempre più non). Ed ancora si impongono palestre, centri per la salute (riabilitazione, estetica, udito, etc.). Magari chiude qualche banca e muore qualche centro commerciale.

... anch'io mi guardo allo specchio, considero i segni del tempo e mi vedo cambiare, ma, come per la mia città, mi interrogo se al meglio... cercando, più o meno fiducioso, squarci di (grande) bellezza.



sabato 11 giugno 2016

#letture LA TEMPESTOSA VITA DI CAPITAN SALGARI

autore: SILVINO GONZATO
editore: NERI POZZA


valutazione personale: LETTURA INTERESSANTE PIU' CHE APPASSIONANTE; DEL RESTO VUOI METTERE QUANDO SCRIVEVA EMILIO...
si legge agevolmente in... QUATTRO/CINQUE GIORNI (MA SILVINO GONZATO LO POTETE LEGGERE OGNI GIORNO SUL GIORNALE L'ARENA)
una recensione: MANGIALIBRI

Conoscete bene Sàlgari e la sua epoca?

L'Italia post-unitaria, fin de siècle, potrebbe rivelarsi un'Italia molto più interessante e migliore di quanto non si pensi. Non fosse altro perché proprio quell'Italia ci ha regalato i grandi classici della nostra narrativa, dai "rivoluzionari" e “regionali" Svevo e Verga, ai canonici Collodi e De Amicis, per non parlare di... Emilio Salgàri.


Salgàri è di certo un autore da rileggere e da riscoprire, sia per il fascino esotico e piratesco dei suoi libri, sia per una vicenda umana, vigorosa e drammatica allo stesso tempo, che tanto ancora ci può dire di un'Italia che voleva diventare grande senza mai poi trovare un suo sereno equilibrio (sic! un po' come l'autore stesso).

Una celebre vignetta sull'Italia giolittiana

Il libro è ben scritto e ben documentato, si legge abbastanza volentieri, ma rimane l'impressione che rimarranno ancora tanti i lati oscuri della vita di Emilio Salgàri, veronese, scrittore d'avventura, uomo appassionato ma anche vittima delle sue passioni e delle sue paure.
Chiudendo l'ultima pagina del volumetto di Silvino Gonzato ho pensato che, in fondo, la tempestosa vita di capitan Salgàri difficilmente potrà conquistare i lettori quanto le avventure dei suoi immortali personaggi (e paesaggi), nei quali il buon Emilio aveva riversato il lato meno oscuro di sè, sul quale purtroppo molti, a partire da Salgàri stesso, hanno speculato.


Tutto sommato cercarlo nelle pagine dei suoi romanzi rimane, quindi, il modo più rispettoso e più interessante per rievocarlo.


venerdì 10 giugno 2016

#letture RITRATTI ITALIANI

titolo: RITRATTI ITALIANI
autore: ALBERTO ARBASINO
editore: ADELPHI

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valutazione personale: PREZZO IMPEGNATIVO E LETTURA IMPEGNATIVA, PER CUI SE TI IMPEGNI TI PIACERA' MOLTO
si legge agevolmente in... NON SI LEGGE AGEVOLMENTE, MA SI DIVAGA NELLA LETTURA CON ESTREMO INTERESSE
una recensione: L'HUFFINGTON POST


Ritrarre dicono sia un'arte, forse più o meno raffinata al mutare del soggetto o dell'artista prescelto.
Alberto Arbasino l'ho incontrato per la prima volta nelle pagine studiate, con apprezzabile passione, all'università e l'ho poi ritrovato piccolo, canuto, lucido e serenamente presente in un incontro veronese a Giardino Giusti datato giugno 2015.

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L'impressione è che, sia sulla pagina sia di persona, la parabola del racconto la tracci sempre lui: aùguro buona lettura a chi vorrà tuffarsi per la prima volta (o di nuovo, al netto delle ristampe con addenda) in un mondo tutto italiano di ritratti sempre più stinti, ma solo per colpa del tempo (non della penna dell'autore) che sta inesorabilmente togliendo dalla penisola qualcosa di veramente colorato da immortalare.

In verità, io ci ho messo più di un anno per passare da Gianni Agnelli a Federico Zeri, per poi chiudere, con un po' di spaesamento ma con una certa soddisfazione, l'ultima pagina del volume. E' il bello della lettura, della lettura che si fa (libera e divagante) conversazione: potrebbe non finire mai. N'est-ce pas?