Santa Maria in Valena (Valpolicella, VR)

mercoledì 30 luglio 2014

METALLICA - Due poesie per sorridere

Talvolta le rime possono risultare indigeste, magari strappando un piccolo sorriso...
Ecco due storielle (vere!) del mio rapporto non sempre tradizionale con alcuni piccoli oggetti metallici: la prima storiella risale al 2012 e illuminando un buio corridoio scolastico, nel quale era piazzato un distributore automatico di bevande calde, mi ha fruttato una segnalazione al concorso di poesia di Valeggio; la seconda nasce pochi giorni fa a Castion Veronese mentre ero comodamente seduto a tavola a gustarmi il dessert (all'insegna del motto 'cena bagnata, cena fortunata') e mi ha fruttato... il bis!

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HO BEVUTO UN CENTESIMO
  

Gustare una dolce bevanda

mescolare, ignaro, un nichelino:

che strana faccenda...



Ho bevuto un centesimo

dentro il bicchiere del the

e lo conserverò, mia amata.



Lo conserverò, per te

la mia numero uno

la mia vera collezione fortunata.


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RIME INDIGESTE


Il momento del gelato

dopo il pesce in compagnia

ha un sapore delicato

quasi unico, tuttavia.


Ecco i sorrisi degli amici

e la salutare goliardia

che tutti rendono felici

ma io sento un'anomalia.


Proprio in fondo alla coppetta

recuperata nella credenza

quella vecchia della sala

(e pur ho guardato con prudenza)

è spuntata una vitina.


E io rido imbarazzato

non è questa la prima volta

che col dolce è andata storta

proprio non l'ho scordato...


Mescolando una calda bevanda

(che strana faccenda)

avevo già sorbito, ignaro,

un nichelino... tesoro da poco

ma utile al nostro gioco.


Il gioco di mettere in rima

la storia eccezionale di un tizio

che dei metalli aveva il vizio.



Ma, ve lo dico prima...
sappiate che alla terza occasione
mi limiterò a una 'metallica' indigestione!

martedì 29 luglio 2014

ESCURSIONI - Sega di Ala, Busoni, Denti della Sega, Sega di Ala

Questo itinerario, impegnativo nei tratti più esposti ed elevati, regala grandi soddisfazioni e conferma la bellezza e il fascino umile e discreto della nostra Lessinia.

Alcuni dati sommari (la mappa invece fa riferimento anche al Corno d'Aquilio) del giro in Lessinia


Itinerario completo: Sega di Ala – Villaggio San Michele - Busoni - Malga delle Cime - Denti della Sega - Malga Pealda - Malga Fratte - Sega di Ala.
Distanza: 12 km. circa
Tempo stimato: poco più di 4h
Dislivello: 700 mt. circa

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Quattro a zonzo
[miniracconto tra il serio e il faceto] 




Anche per quest'estate, mentre attendo di conoscere la mia nuova sede di lavoro a scuola e di tirare di nuovo così il pero a Peri (paesino che pure mi piace e nel quale abbiamo acquistato le vivande per oggi), mi posso per fortuna dedicare alle escursioni in montagna. Attendo anche di fare la Peri-Fosse in bici... appena mi decido naturalmente seguirà post celebrativo. Intanto l'ho fatta in auto con Stefano, Ernesto e Isabella, cordiali compagni di camminata: i quattro a zonzo.
Eh sì, un'estate a zonzo... Per vivere un'estate a zonzo bisogna in questo caso raggiungere Sega di Ala. Tranquilli! Tutte le strade portano a Sega di Ala: da Fosse, dalle Fittanze, dalla Sdruzzinà... la scelta è ampia!


La prima comoda tappa è questa, molto gradita a chi vuole campeggiare o soggiornare al fresco della Lessinia per sfuggire alla canicola (a  parte in questa - per ora - non estate 2014) .



Ed eccoci, ora, in quasi neanche mezzoretta (2 km. di comodo cammino per la precisione) ai suggestivi Busoni, gli scavi militari della prima guerra Mondiale, che fortunatamente hanno reso questa terza linea difensiva (che toccò a queste latitudini anche Passo di Rocca Pia e Corno d'Aquilio, Monte Castelberto, l'Aguz, Cima Sparavieri, Monte Tomba, gruppo del Carega) una Guerra per ridere e non di (immensa) disperazione come sulle prime due linee (ingrandisci con un click la tabella sottostante).




Rimane comunque traccia in queste gallerie di quell'italica retorica che da un lato tanto aiutava gli animi a rimanere alti e che dall'altro ben testimonia le fragili basi della politica militare italiana, ancora troppo occultata dietro il paravento rimembranze classico-letterarie. 



Una volta attraversati con l'ausilio della torcia, prestando attenzione a non scivolare, questi ampi passaggi dentro la roccia si può godere di questa spettacolare vista sulla Valdadige.



Sul Coni Zugna, invece, il secondo fronte difensivo italiano sempre strenuamente difeso dai nostri valorosi corpi alpini, la Storia è stata di tutt'altro tenore...



Come detto, qui invece, sul Monte Borghetto, non troverete reperti bellici, ma solo qualche scavo di gallerie o trincee (penso anche alla zona del Malera o di cima Trappola). O qualche borraccia! Potreste anche imbattervi in qualche gara di Mountain Bike (se non erro la Lessinia Legend è nata da queste parti).
Ma òcio agli scarponi! E dovrete prestare molta attenzione da qui in poi nell'itinerario soprattutto in caso (il nostro!) di pioggia.
 



L'Itinerario prosegue ora verso i Denti della Sega, sotto i quali si affaccia una panoramica sottocengia, sempre con vista mozzafiato e sopra i quali (ma attenzione all'orientamento se percorrete le creste, perchè del sentiero rimane solo una traccia) si staglia il Passo della Morte.


La vista ricadrà anche sul non lontano (in linea d'aria) Altissimo di Nago, dove ogni estate Stefano ed io andiamo almeno una volta a trovare il mitico Danny del Rifugio "Damiano Chiesa". Ci godiamo così altre spettacolari trincee e incredibili viste sul Garda, per un panorama che nei giorni sereni regala emozioni incancellabili (sarò retorico anch'io, ma ho scattato certe foto lì!).

Una volta attraversate le creste (percorso impegnativo) o più tradizonalmente risalito un ripido sentiero nel bosco (brutto col fango), potrete raggiungere il monte Cornetto (quello del ripetitore che neanche Jo Pomodoro...) o incamminarvi verso il Corno d'Aquilio.
Più tranquillamente noi abbiamo fatto ritorno, lungo la strada asfaltata e popolata di vacche, alle Trattorie della Sega di Ala.



Così la passeggiata, correndo proprio sul confine provinciale, termina tra cippi di confini molto più antichi, con la sensazione che ancora una volta la povera Lessinia ci ha stupito con un altro suo angolino suggestivo.



Infine, dopo un caffè e un gelato al ritrovato caldo di Fosse (forse una buona metafora di questo luglio simpatico ma non troppo), tutti a casa.

sabato 26 luglio 2014

LUGLIO 2014 - Un'estate di tristi cinguettii

[All'interno di più di qualche cinguettìo ci sono link interessantissimi da cliccare]


Non è una bella estate questa, da diversi punti di vista. Estate?

Ma sono altre recenti news a preoccupare veramente...


... soprattutto quelle che arrivano dal Medioriente.


Fa impressione veder scorrere in tv serene pubblicità...


... che cozzano con altre immagini provenienti più o meno dalle stessi latitudini.

Sì, certo (ne parlavo al telefono questa settimana con un amico di lunga data legato alla Croazia) le ragioni dei conflitti sono sempre legati agli interessi più vili; tutto sommato la convivenza in luoghi come Jugoslavia e Palestina ha sempre dato principalmente buoni frutti che non vengono mai ricordati abbastanza, come ci ricorda un altro amico bellunese.

A volte le connessioni sono addirittura al limite del bizzarro.


Lì, da quelle parti, son capaci di far fiorire il deserto se vogliono.


Io in Terrasanta ci sono stato nell'ormai non tanto recente 2007. Dalla prima delle tre foto seguenti (più quella qui sopra) che ho scattato in veste di pellegrino, scelsi di estrapolare, con intento beneaugurante, il riquadro pics del mio originario profilo Twitter (il mio ovetto si è schiuso nel 2009).





Ricordo ancora bene come la nostra (straordinaria) guida lamentasse in modo garbato ma deciso l'ignoranza occidentale sul vero stato del conflitto, le grosse responsabilità di Israele e soprattutto della Comunità Internazionale (nonché il peso della situazione politica siriana), ma anche l'arretratezza di fatto di un certo mondo arabo, che aveva oltretutto il grave difetto, in chi governa, di lasciare la maggioranza della popolazione a vivere nella miseria e, nell'indole più popolare, di rifiutare il progresso (quando invece, di per sè, la cultura araba è stata alla base di alcune tra le più grandi innovazioni scientifiche della storia). 


Ma la pace in Terrasanta è possibile? Forse non è davvero questa la domanda giusta, mi viene da pensare. La pace, in fondo, non ha latitudini predefinite. Non le ha specie se l'uomo si decide a custodirla e diffonderla, anche solo sotto forma di seme. Certo che se poi sono proprio i semi i primi a essere spazzati via...

venerdì 25 luglio 2014

(E)STATE SERENI

L'estate sta arrivando, con calma.
Si concede e si ritira, capricciosa.
Intanto, siamo già quasi alla fine di luglio. Sono scomparse da tempo le mezze stagioni, così ora anche l'unità è a forte rischio. Come orientarsi allora e non perdere le coordinate spazio-temporali? Semplice! A luglio c'è il Tour de France!


Il Tour è la corsa più riconosciuta e prestigiosa a livello internazionale ed ha sempre regalato, nonostante le molte ombre del recente (ma a ben vedere anche meno recente) passato grandi emozioni (dalle imprese di Pantani alle imprese sul filo di lana di Greg Lemond tanto per citare alcuni memorabilia).


Monumento a Marco Pantani (Les Deux Alpes)


L'arrivo sul filo di lana del 1989


Il Tour ha avuto oltretutto riflessi extra sportivi come nel caso dell'Italia al bivio elettorale nel fatidico 1948. Insomma è uno di quegli eventi che ha sempre fatto Storia (clicca qui per approfondire).

Non ci resta, quindi, che stringerci intorno a Vincenzo Nibali, complimentandoci con lui per la sua performance in giallo, e invocare i vari Santi protettori che mancano a completare il calendario di corsa (Giacomo, Gioacchino e Anna, Liliana) perché lo accompagnino (lui che pur essendo uno “squalo” superstizioso lo è!) trionfante sotto l'Arc... de Triomphe!
Ma non ti credere! Per i calembours collegarsi con Eurosport, telecronaca di Salvo Aiello e Riccardo Magrini.



Vincenzo Nibali pretendente al trono di Francia



Il calendario di luglio (Santi compresi)



Insomma, a luglio c'è il Tour de France e se vince un italiano... potete stare sereni!

Matteo Renzi, nota icona della serenità

giovedì 24 luglio 2014

LETTURE - Millwall vs West Ham



LUCA MANES

Millwall vs West Ham - Il derby della working class londinese

Bradipo Libri


In questo derby londinese tutto da leggere si fanno scorpacciate di aneddoti e di storie legate ad un english football non ancora griffato dai magnati russi o dagli sceicchi arabi.
E' un tuffo diretto e deciso nello spirito combattivo (soprattutto anni Settanta, come del resto in altri sport) del "correre e menare" dentro il campo (un po' l'equivalente del "bevi e scazzotta" degli spettatori sugli spalti) che tanto poi ci sono una doccia, un pub e una donna che ti aspettano fuori.
E' questo certamente uno spirito poco nobile e molto popolare, che ha cementato oltretutto il deprecabile mondo hooligans, ma è anche tutto sommato un impeto che ha commoventi origini più che centenarie, specie nei primi passi e nei primi stadi delle squadre dilettantistico/amatoriali londinesi che trovavano nello sport del dopolavoro una delle poche valvole di sfogo.

Il calcio è miseri campi di allenamento, alimentazione orrenda, terreni di gioco fangosi, stadi gremiti, canzoni stupende, arcigni centromediani, centroattacchi inarrestabili, allenatori per sempre nella stessa squadra, magliette senza sponsor, calci d'inizio alle tre del pomeriggio e, dopo novanta minuti a tirar calci e prenderne, una birra scura in una vasca d'acqua sporca.
(George Best)

L'epica popolare che permea questo libro in fondo ci ricorda che tutte le grandi storie hanno avuto delle umili origini. Se in Inghilterra c'è chi chiede di spargere le proprie ceneri sul terreno di gioco della squadra del cuore... un motivo ci sara!

"Agli Inglesi dobbiamo tutto..." ci ricorda Federico Buffa nel promo di Storie Mondiali (clicca qui).

mercoledì 23 luglio 2014

CONTRIBUTI - Estate australiana


Riporto anche sul blog "Orules: in Via Albere…a Clash of Ladies!" il pezzo scritto come contributo per SportDi+ Magazine - http://www.sportdipiu.net. E non dimenticatevi di collegarvi il sabato con Eurosport 2 (telecronaca di Luca Tramontin e Armando Colombo): non manca poi molto alle Finals!


Verona, 20 luglio 2014


Mentre l’estate impazza, o forse meglio impazzisce tra sole e pioggia, continua il sodalizio tra Verona, Lugano e Polcenigo (Pn) all’insegna del Football Australiano.

Nell’impianto di via Albere, prima si gioca al femminile tra le Lugano Bankers e le Polcenigo Black Cats, poi ci affida a Luca Tramontin e a Gianluca Veneziano per un training post-partita centrato sulle tecniche di calcio della palla ovale. Non manca mai, infine, il Terzo Tempo, rigorosamente con le maiuscole e nel segno della convivialità, tempo nel quale è bello poter formare un’unica grande squadra di amici.

In estrema sintesi, è un po’ questo il racconto e il riassunto di una giornata aussie (australiana): la sfida, sempre accesa e serrata, all’interno (e mai all’esterno) dell’ovale di gioco; l’allenamento, nel quale oltre a perfezionare conoscenze e competenze di gioco si scoprono incroci tra tanti sport, incroci certo affascinanti ma soprattutto utili ad apprezzare la completezza e la ricchezza insite nei gesti tecnici che a volte quasi inconsapevolmente pratichiamo; l’amicizia, che elimina eventuali strascichi e tossine di gioco che necessariamente l’agonismo porta con sé, un’amicizia tante volte segnata dalla presenza di giocatori provenienti da sport (cricket, calcio gaelico, ma non solo, su tutti) e paesi diversi (Svizzera, Italia, Irlanda, in particolare).

Così anche in questa occasione di incontro, a metà strada tra il Friuli e il Canton Ticino, noi giocatori di aussie rules abbiamo potuto proseguire il cammino di questo sport, troppo sbrigativamente etichettato come rude o eccessivamente alternativo, condividendo idee e programmi per aprire le porte a chi vorrà venire a saltare, calciare e placcare insieme a noi.

martedì 22 luglio 2014

LETTURE - Madame Bovary




"Madame Bovary" (olio di Gustave Corbet)


Leggere "Madame Bovary" è stata una vera e propria esperienza, ma anche una piccola sfida. Non amo particolarmente lo stile dei romanzieri (grandi e piccoli che siano) dell'Ottocento. Per questo, eccezion fatta forse per Zola e Manzoni (ma è più una questione di pratica ai tempi dell'università) non ho mai dedicato loro tanto spazio nella mia biblioteca.
Ma lì dentro - e non credo si possa considerare un luogo comune - c'è tutto.

L'Ottocento è stato forse il secolo nel quale a tutti i livelli, per cui anche in letteratura, si è cercato di mettere a frutto la lezione dell'Illuminismo filosofico e della Rivoluzione Industriale economica, in una sintesi che ha visto a livello politico e sociale accadere di tutto e di più.
Si è, soprattutto, cercato di rappresentare il mondo in modo nuovo, secondo un'ottica più scientifica, per cui, pur "contaminato" (in senso nobile) dall'afflato lirico del Romanticismo, il romanzo ha vissuto forse la propria epoca di maggior splendore, prendendo in verità mille derive, dopo la "preistoria" classica, i primi passi tra Medioevo e Barocco e una prima maturità settecentesca.
Non a caso nel Novecento esso entrò nuovamente in crisi, una volta che Joyce, Svevo e compagni ne avevano da poco scardinato le coordinate spazio-temporali e lo avevano esposto, senza via di ritorno, alla "fluente" componente dell'irrazionale.

Ma... la sensazione più vivida è che in qualche modo, in questo capolavoro di prosa poetica che è e resterà "Madame Bovary", Flaubert abbia celebrato una volta per sempre l'idea che l'arte, in quanto atto creativo, è donna.



"Interno con fiori rossi e donna che legge" di Anna Archer (artista danese)




" Io sto invecchiando, e tra non molto morirò,
mentre quella puttanella di Emma Bovary resterà giovane per sempre "

Gustave Flaubert


Le donne, con la loro indole combattente e combattuta, nonché lacerata da slanci decisissimi e allo stesso tempo controversi, ben sintetizzano lo spirito di una poco amata (dagli intellettuali... Manzoni stesso...) se non odiata (da Flaubert!) classe borghese, sempre piu in rampa di lancio, nonché sempre bisognosa che qualcosa di nuovo accada.


Nel fondo della sua anima, Emma aspettava che qualche cosa accadesse. Come i marinai in pericolo, volgeva gli occhi disperata sulla solitudine della sua vita e cercava, lontano, una vela bianca tra le brume dell'orizzonte. Non sapeva che cosa l'aspettasse, quale vento avrebbe spinto quelle vele fino a lei, su quale riva l'avrebbe portata, né sapeva se sarebbe stata una scialuppa o un vascello a tre ponti, carico di angoscie o pieno di felicità fino ai bordi.







Il legame tra donne e letteratura è in assoluto tra i più affascinanti e intriganti, per cui chiudo con...


... un doveroso richiamo al contributo tutto da leggere di Pigi Battista.



... un invito: lasciamoci sedurre dalla lettura di questa "dangerous novel" che è "Madame Bovary"!!



PS: A proposito...

    lunedì 21 luglio 2014

    ESTATE A TEATRO - Amleto con la pearà

    Amleto - si sa – è sinonimo di dubbio e di follia, ma è soprattutto sinonimo di grande teatro.

    Mi sembra di poter sostenere, senza timore di essere smentito, che il principe di Danimarca, in un ideale “the best of” dei racconti (teatrali) di tutti i tempi, occuperebbe una delle primissime posizioni per notorietà e successo. Sono del resto centinaia gli spunti che contiene questa celeberrima pièce dalle origini complesse e la visione anche di solo una delle migliaia di riscritture da essa tratte è sicuramente un ottimo modo per avvicinarsi al mondo di Shakespeare, quel mondo nel quale “ci sono più cose in in cielo e in terra, Orazio, di quante tu ne possa immaginare”.


    Riproporre Shakespeare in salsa veronese ha (ri)portato l'ormai affermata compagnia teatrale della Barcaccia sulla strada della “pearà”, la “salsa” pepata della tradizione culinaria veronese, che ben esemplifica lo spirito, ben oltre il teatro amatoriale ma mai del tutto dentro a quello professionistico, con il quale hanno sempre lavorato con impegno e successo Robero Puliero e i suoi collaboratori.
    Alla fine la sensazione è forse un po' amletica... Ci sono, insomma, tutti i limiti di battute un po' grossolane, che il pubblico aspetta però sempre con un velato sorriso sulla bocca, ma anche il pregio di finezze da intenditore, come il colpire chi staziona eternamente dietro le tende o il giocare altrove con i grandi passaggi (tematici) dell'Amleto (il veleno, l'orecchio, la morte di tutti i protagonisti).


    Bravi e affermati, in tanti anni di appassionato, divertito e divertente lavoro in teatri e cortili, gli attori della Barcaccia il meglio l'hanno forse (storicamente) dato nel cartellone invernale.

    lunedì 14 luglio 2014

    Sigh... Heil - I miei pensieri in libertà su Brasile 2014



    Brasile 2014 è stato per un mese buono al centro del nostro mondo: quel mondo della comunicazione che passa attraverso giornali e schermo televisivo da un lato e sempre più dai social media dall'altro, una comunicazione che ci restituisce l'immagine di un paese sudamericano alla ricerca della ripresa economica e di un (forse utopico) sviluppo sostenibile nonché socialmente più equilibrato.


    E' stata la celebrazione del Calcio, di un Calcio per molti aspetti più divino del Cristo di Rio, quel Calcio che ha permesso a Neymar Jr (anche senza il sesto titolo) l'affermazione che tutti i bambini brasiliani sognano, che ha negato a Felipe Scolari la definitiva consacrazione, regalandogli invece la gogna mediatica, il Calcio che ha infangato il governo brasiliano, in quanto partecipe col suo avallo ad un Mondiale sportivamente disastroso ed economicamente discusso, con in più lo scampato pericolo di vedere premiata al Maracanà l'odiata Argentina dell'amato Leo Messi.


    Curioso vedere come al Mondiale (dei Mondiali... l'enfasi, pur meritata, non deve mancare) il fatto sportivo passi sempre ancor di più in secondo piano: per cui il fallimento dell'Italia è il fallimento (antropologico, mi viene da dire) di un intero paese, quasi che i giovani nati nello Stivale negli anni Novanta abbiano tutti il DNA impazzito (ma poi non così tanto) di Balotelli, quasi che gli adulti siano tutti dei Prandelli non in grado di vincere il trofeo più importante, quasi che i vecchi siano gli unici potenzialmente un po' saggi (a parte poi la dannazione dei papaveri della Federazione o dei matusalemme che non lasciano spazio ai giovani); per cui la vittoria della Germania (per la prima volta da paese unito) non libera dai fantasmi del passato (dopo il cinque a zero del primo tempo, in semifinale, una delle battute più ricorrenti era sull'invasione della Polonia); per cui l'affermazione del Cile doveva scaturire dall'orgoglio dei suoi minatori; per cui l'Argentina più che al "messia" Messi o al "pipita" Higuain era tentata di affidarsi ad un Papa; per cui la disfatta del Brasile... vedi sopra.


    In realtà i calciatori delle varie nazioni sono molto più simili tra loro di quanto non possa sembrare, tanto che sono pochissimi quelli che hanno sposato una donna simile alla moglie del ct tedesco o alla Cancelliera stessa anziché una bellezza da copertina e tutti devono al Calcio le molte cifre del loro (o dei loro) conto/i in banca.
    Soprattutto, in questo specchio deformante che è la comunicazione di oggi, essi sono (o forse noi siamo...) destinati a non sbagliare mai, pena la retrocessione al ruolo di aspiranti perdenti o al bollino di fuoriclasse incompiuti.

    In fin dei conti chi è contento di arrivare secondo nello sport o nella vita?
    Io no... non lo sono mai stato...
    ... anche se mi è toccato e mi tocca quasi sempre...
    ... e molto spesso ho cercato addirittura di salvare goffamente le apparenze.
    Insomma, i miei mondiali sono tutti qui dentro...


    ... nel bimbo di Robben (il più grande di tutti in Brasile checchè se ne dica) che piange. Sigh!

    martedì 8 luglio 2014

    LETTURE - La letteratura paziente



    STEFANO VICENTINI

    La letteratura paziente

    QuiEdit (2013)



    Stefano, caro amico, scrittore scrupoloso, giornalista e insegnante per professione, poeta nell'animo, sta raccogliendo e pubblicando i suoi lavori di articolista e saggista.


    Tra le letture estive che amo condurre in parallelo (mentre nelle rimanenti tre stagioni preferisco muovermi... in serie) non poteva mancare il completamento de “La letteratura paziente” dell'amico (fin dai tempi... sospetti... della Ssis, la defunta scuola di specializzazione d'interateneo) Stefano Vicentini.

    Sapientemente diviso in Profili, Letture, Altre storie e letterature, Studi il libro ci conduce accuratamente (!) alla conoscenza delle idee e dell'opera di autori che della letteratura hanno fatto la loro vita.

    Perché, come ha ricordato lo stimato Giulio Galetto, nella presentazione ufficiale dell'opera qualche mese fa, citando l'esergo del libro (paginetta quasi candida nella quale si trovano novantanove volte su cento le chiavi per leggere un'opera) nonchè a sua volta citazione de "La piccola fiammiferaia":

    "I fiammiferi diedero tanta luce, che nemmeno di pieno giorno è così chiaro..."


    La circolazione dei libri accende quella luce chiara, chiarissima, che a tutto da un senso. Per cui, buona lettura, a partire dal primo profilo... Ray Bradbury... e il suo falò dei libri... per l'appunto!