Santa Maria in Valena (Valpolicella, VR)

giovedì 23 giugno 2016

#eventi FESTIVAL DELLA BELLEZZA 2016

La bellezza è da sempre una categoria dell'anima, ma più semplicemente forse è una folgorazione.
Bello è ciò che ci piace, che ci conquista, magari solo istintivamente e a prima vista; poi, piano piano, entra, anche interiormente, in modo stabile (categorico appunto) nel nostro cuore e nella nostra mente.


L'Associazione Idem opera con grande gradimento ormai da qualche anno in riva all'Adige, proponendo incontri ed eventi tesi a cogliere questi attimi folgoranti.
Tra autunno e primavera, molti sono stati i percorsi di relazione con i grandi nomi della cultura e dello spettacolo, mentre nelle sue proposte pre-estive Idem sta diventando un appuntamento fisso con il Festival della Bellezza (tra Teatro Romano e Giardino Giusti).


Riguardo agli spettacoli, ai quali sono riuscito ad assistere, ecco il mio personalissimo palco d'onore.

SETTIMO POSTO: Incontro breve e fugace il mio con Michelangelo Pistoletto, visto che per motivi logistici e di lavoro ne ho seguito solo qualche momento. Un artista da scoprire ma che non rientra nelle mie corde.



SESTO POSTO: Philippe Daverio non (mi) delude mai, sto leggendo con piacere i suoi libri e ne seguo con interesse le trasmissioni televisive (repliche comprese), ma, questa volta, il suo essere un graditissimo habituè di Idem non ha giocato a suo favore nella mia "classifica" finale.

QUINTO POSTO: Niccolò Ammanniti lo conoscevo solo di fama e devo dire che ha saputo conquistare con simpatia il pubblico di Verona, assolvendo il non facile compito di aprire, dopo la première musicale con De Gregori, la rassegna 2016 (sotto una leggera pioggia).


QUARTO POSTO: Vittorio Sgarbi lo conoscono tutti e lui ci conosce bene. Sul palco del Teatro Romano è parso un po' invecchiato nel fisico ma non nello spirito. Auguri di pronta guarigione dal recente malore.

TERZO POSTO: lo storytelling di Federico Buffa è noto e consolidato, a qualcuno potrebbe sembrare un po' scontato, eppure, applaudendo il suo spettacolo sulle Olimpiadi del '36 nell'incantevole cornice del Giardino Giusti, io quei salti (di Jesse) e quelle peripezie (di Leni), nonché quei baffetti (adolfiani), li ho sentiti ancora presenti. E se pensate che presto, prestissimo, anche grazie alle innovazioni di Berlino '36, si accenderà di nuovo la fiaccola olimpica...

SECONDO POSTO: incontrare Palamede ti cambia la vita, sempre che sia possibile l'incontro... Baricco ci ha raccontato che molti (lo stesso Omero) gli hanno messo il bastone tra le ruote. Avere ragione da vendere non è quasi mai fare un buon affare.

PRIMO POSTO: il primato di Umberto Galimberti nasce dal mio debole per una capacità straordinaria di raccontare le come come stanno... ecco (!).

martedì 21 giugno 2016

#letture UNA STORIA QUASI PERFETTA




editore: GUANDA

* valutazione personale: LETTURA DELICATA E RAFFINATA, ACCOMPAGNATI DALLA CURA E MINACCIATI DALL'ABBANDONO

*si legge agevolmente in...
QUATTRO GIORNI, MA VI CONSIGLIO DI NON ESSERE COSI' TEMPESTIVI

*una recensione: TUTTOLIBRI LaStampa

*una (passata) intervista: al Salone del Libro di Torino

Ci sono tante venature nella scrittura di Maria Pia Veladiano: c'è la sua vicentinità (le contrade e gli scorci della capitale berica, vissuti prima di tutto come luoghi dell'anima); c'è la sua formazione in primis classica (il ginnasio-liceo), poi filosofica (gli studi universitari) e teologica (la delicatezza con la quale ci presenta vita e destini dei suoi personaggi è davvero un dono); ci sono la scuola (MPV è dirigente scolastico e insegnante... al rialzo) e le piante (potente metafora di una vita giocata tra amorevole cura e minaccioso abbandono).

Leggendo queste e altre pagine dell'autrice, subito mi chiedevo se alla base della sua scrittura ci fosse qualche scrittore vicentino (magari Fogazzaro, o chissà se qualcun altro di illustre, come le frequentazioni filosofiche e teologiche di MPV fanno presagire). Infine, anche dopo averla salutata di persona a Piazza delle Erbe a Vicenza, ho scelto di gustarmi le pagine dei suoi libri per quello che raccontano, ossia storie piena di vita e di destini, indagati con lo sguardo penetrante ma in fondo amorevole di chi pensa che occuparsi degli altri (esseri viventi) sia il migliore antidoto contro molti mali.

Mariapia #Veladiano "Il tempo é un dio breve" #lettura #Dio #libro pic.twitter.com/Li8dsJqI5Q

domenica 19 giugno 2016

COSI' VA IL MONDO... (divagazioni estive ma non troppo)

Passeggiando per la mia città (Verona), mi guardo intorno e la vedo cambiare...


Verona, una tipica foto (con grana) anni Settanta

Verona negli anni Ottanta mette la Stella (e vince lo scudetto del calcio)

Verona negli anni Novanta diventa sempre più internazionale
(più multietnica, poco interculturale, ancora molto provinciale)

Quella degli anni Duemila è una Verona impalpabile, che ancora oggi cerca il suo volto


A partire dagli anni Settanta, quando sono nato, ad oggi, ogni epoca ha i suoi simboli e suoi segni...

L'altro pomeriggio, finito il lavoro, mi sono concesso un attimo di relax e intorno a me vedevo rinnovarsi negozi e attività commerciali: questa è l'epoca di rinnovate -erie (gelaterie, piadinerie e osterie), del rifiorire di bar e ristoranti (italiani ma sempre più non). Ed ancora si impongono palestre, centri per la salute (riabilitazione, estetica, udito, etc.). Magari chiude qualche banca e muore qualche centro commerciale.

... anch'io mi guardo allo specchio, considero i segni del tempo e mi vedo cambiare, ma, come per la mia città, mi interrogo se al meglio... cercando, più o meno fiducioso, squarci di (grande) bellezza.



sabato 11 giugno 2016

#letture LA TEMPESTOSA VITA DI CAPITAN SALGARI

autore: SILVINO GONZATO
editore: NERI POZZA


valutazione personale: LETTURA INTERESSANTE PIU' CHE APPASSIONANTE; DEL RESTO VUOI METTERE QUANDO SCRIVEVA EMILIO...
si legge agevolmente in... QUATTRO/CINQUE GIORNI (MA SILVINO GONZATO LO POTETE LEGGERE OGNI GIORNO SUL GIORNALE L'ARENA)
una recensione: MANGIALIBRI

Conoscete bene Sàlgari e la sua epoca?

L'Italia post-unitaria, fin de siècle, potrebbe rivelarsi un'Italia molto più interessante e migliore di quanto non si pensi. Non fosse altro perché proprio quell'Italia ci ha regalato i grandi classici della nostra narrativa, dai "rivoluzionari" e “regionali" Svevo e Verga, ai canonici Collodi e De Amicis, per non parlare di... Emilio Salgàri.


Salgàri è di certo un autore da rileggere e da riscoprire, sia per il fascino esotico e piratesco dei suoi libri, sia per una vicenda umana, vigorosa e drammatica allo stesso tempo, che tanto ancora ci può dire di un'Italia che voleva diventare grande senza mai poi trovare un suo sereno equilibrio (sic! un po' come l'autore stesso).

Una celebre vignetta sull'Italia giolittiana

Il libro è ben scritto e ben documentato, si legge abbastanza volentieri, ma rimane l'impressione che rimarranno ancora tanti i lati oscuri della vita di Emilio Salgàri, veronese, scrittore d'avventura, uomo appassionato ma anche vittima delle sue passioni e delle sue paure.
Chiudendo l'ultima pagina del volumetto di Silvino Gonzato ho pensato che, in fondo, la tempestosa vita di capitan Salgàri difficilmente potrà conquistare i lettori quanto le avventure dei suoi immortali personaggi (e paesaggi), nei quali il buon Emilio aveva riversato il lato meno oscuro di sè, sul quale purtroppo molti, a partire da Salgàri stesso, hanno speculato.


Tutto sommato cercarlo nelle pagine dei suoi romanzi rimane, quindi, il modo più rispettoso e più interessante per rievocarlo.


venerdì 10 giugno 2016

#letture RITRATTI ITALIANI

titolo: RITRATTI ITALIANI
autore: ALBERTO ARBASINO
editore: ADELPHI

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valutazione personale: PREZZO IMPEGNATIVO E LETTURA IMPEGNATIVA, PER CUI SE TI IMPEGNI TI PIACERA' MOLTO
si legge agevolmente in... NON SI LEGGE AGEVOLMENTE, MA SI DIVAGA NELLA LETTURA CON ESTREMO INTERESSE
una recensione: L'HUFFINGTON POST


Ritrarre dicono sia un'arte, forse più o meno raffinata al mutare del soggetto o dell'artista prescelto.
Alberto Arbasino l'ho incontrato per la prima volta nelle pagine studiate, con apprezzabile passione, all'università e l'ho poi ritrovato piccolo, canuto, lucido e serenamente presente in un incontro veronese a Giardino Giusti datato giugno 2015.

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L'impressione è che, sia sulla pagina sia di persona, la parabola del racconto la tracci sempre lui: aùguro buona lettura a chi vorrà tuffarsi per la prima volta (o di nuovo, al netto delle ristampe con addenda) in un mondo tutto italiano di ritratti sempre più stinti, ma solo per colpa del tempo (non della penna dell'autore) che sta inesorabilmente togliendo dalla penisola qualcosa di veramente colorato da immortalare.

In verità, io ci ho messo più di un anno per passare da Gianni Agnelli a Federico Zeri, per poi chiudere, con un po' di spaesamento ma con una certa soddisfazione, l'ultima pagina del volume. E' il bello della lettura, della lettura che si fa (libera e divagante) conversazione: potrebbe non finire mai. N'est-ce pas?

lunedì 28 marzo 2016

#letture QUESTA PAZZA FEDE




titolo: Questa pazza fede
sottotitolo: L'Italia raccontata attraverso il calcio
autore: Tim Parks
editore: Bompiani

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valutazione personale: sette/dieci (nove/dieci per un veronese) (dieci e lode per un tifoso Hellas)
si legge agevolmente in... dieci giorni 

Lettura nata per caso dopo un incontro fatale negli scaffali sportivi Feltrinelli, questo libro mi ha coinvolto e permesso di ripercorrere, insieme all'autore, quegli anni di inizio millennio (in prossimità dei miei trenta di anni) nei quali l'Italia stava completando la sua trasformazione socio-politica nel paese del telefono cellulare. L'Italia che doveva decidere o Berlusconi o Rutelli! O...ddio!

Tim Parks, all'epoca residente a Verona, intuisce che raccontare lo Stadio, raccontare la realtà dei tifosi dell'Hellas Verona, è molto di più: è un viaggio (come quello che lui compie fedelmente al seguito del Verona, squadra-pubblico-città, per un anno intero) attraverso la società italiana, con la negatività dei suoi stereotipi, dei suoi riti, del suo provincialismo, della sua ipocrisia, fattori che danno però paradossalmente origine a una straordinaria e positiva vitalità.


Nel recensire brevemente questa mia #lettura non mi voglio soffermare sulla trama, che poi a ben vedere non è altro che il resoconto di un intero campionato di serie A italiana di calcio, ma voglio solamente sottolineare che in questo libro ho trovato la fedele descrizione di una parte della mia identità, che ho assimilato fin da bambino: non c'è vita fuori dalle mura di Verona... l'aveva già affermato un inglese molto più celebre.


E per un veronese la vita (la sua identità) è ancor di più legata a quel prato e a quegli spalti.

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lunedì 8 febbraio 2016

#letture MUTANDINE DI CHIFFON


Sul filo della memoria (una memoria autobiografica) ...

Mutandine di chiffon. Memorie retribuite 
FRUTTERO CARLO 
Mondadori (2010)

... si intreccia la sapida e sapiente penna di Carlo Fruttero, annodata dalle (un tempo) celebri (ed eponime) "mutandine di chiffon".


Ecco qua una lettura consigliata a chi ama divagare (ma alla fine) ritrovarsi in un racconto di un'Italia (e in qualche modo di un'Europa ed un Mondo) che non c'è più, ma che credo ci abbia sempre nutriti. E' l'Italia delle ben radicate certezze infantili e adolescenziali della provincia, che però, in età adulta, si apre (volente e nolente) alla sfida del futuro (dal secondo dopoguerra in poi), per ritrovarsi oggi... come? Come raccontatelo voi!
Su questo Fruttero vi lascia volentieri la parola... lui ha altre storie da raccontarci... storie artigiane! (link video)