Santa Maria in Valena (Valpolicella, VR)

mercoledì 14 gennaio 2015

VITA DOWN UNDER - Aggiornamento dall'Australia #3

"Down Under" (letteralmente "giù di sotto") è un'espressione colloquiale inglese per riferirsi all'Australia. Non tutti lo sanno, tantomeno io che l'inglese neanche lo mastico, io che da vero osso aspiro un giorno a diventare "aussie".
E intanto gli anni passano... e il brodo incombe. Prima o poi dovrò pensare anch'io... più in grande!



L'Australia per me, insomma è ancora molto di là da venire, ma per fortuna ci sono Jacopo e Lisa che ogni tanto ci aggiornano. Buona lettura.


Ciao a tutti, torno a mandarvi un aggiornamento dopo parecchio tempo perché sono stato abbastanza occupato in questo periodo.Occupato ma non a raccogliere le albicocche, infatti il periodo del raccolto di questo frutto è terminato poco dopo Natale.
Per non restare oziosi ci siamo trovati un'occupazione temporanea in un'altra farm dove confezionano la frutta raccolta. Il nostro compito consisteva nel riempire le cassette con la giusta quantità di frutta (albicocche, prugne o pesche) dopo che una macchina la suddivideva per misura. Il lavoro non era troppo faticoso ma la posizione sempre chinata in avanti era fastidiosa; abbiamo apprezzato particolarmente il lavoro negli ultimi giorni perché all'esterno le temperature hanno raggiunto i 42/43 gradi. Questo lavoro ci ha colmato quella decina di giorni che avevamo scoperta tra la fine delle albicocche e la partenza per la nostra settimana on the road attorno alla Tasmania. Quindi dal 6 al 13 gennaio siamo stati a visitare questa magnifica isola.


La Tasmania è veramente un posto incantevole, soprattutto per chi come noi viene dalla piatta arsura di Victoria: l'isola è coperta di vegetazione lussureggiante e varia, i alcuni punti assomiglia a una jungla con felci alte 4 metri e altrove si respira aria di montagna con boschi di pini.
Il terreno è piacevolmente collinare con una zona montuosa nel nord est. Queste montagne, chiamate Cradle mountains, non superano i 1500 mslm ma sono stupende, racchiuse all'interno di un parco naturale ospitano un'incredibile varietà di flora e fauna.
Lì abbiamo potuto vedere un'echidna attraversarci la strada e un wombat dormire a lato del sentiero.
I panorami e le attrazioni sono vari e mutano frequentemente, questo posto è veramente - come scritto sul sito di promozione turistica - "bigger on the inside"!


Abbiamo visto, fatto e assaggiato moltissime cose, ve le presento suddivise per giorno.

6/1 Arrivo a Hobart con l'aereo e sistemazione. Nulla di rilevante.

7/1 Gita a Burnie visita al parco cittadino, habitat di un particolare crostaceo di acqua dolce e alla spiaggia dove abbiamo visto i nidi dei pinguini e avvistato questi animali da distante mentre erano sugli scogli. Prima di lasciare questo posto visitiamo, dietro consiglio di un locale, Boatharbour beach con le sue sabbie bianche e l'acqua cristallina.

8/1 Dedichiamo questa giornata a visitare il sito storico di Port Arthur. Nell'Ottocento qui sorgeva la prigione... della prigione: all'epoca l'intera Australia era una colonia penale e per gli irriducibili o per chi cercava di sottrarsi alla pena qui sorgeva questa prigione. Doveva veramente trattarsi dell'ultimo gradino, costruita in una regione remota e isolata di un isola che si trova al largo di un continente (all'epoca) inesplorato, raggiungibile solo via mare e circondata da un bosco fittissimo era sicuramente vista come la punizione massima.
Per peggiorare ulteriormente le cose era stato costruito un altro edificio secondo i dettami delineati da Bentham nel "Panopticon". In questa sezione venivano rinchiusi coloro che causavano tumulto o altri problemi nella prigione principale, prigione nella quale i carcerati lavoravano come costruttori di imbarcazioni, e vigeva una serie di regole volte alla totale spersonificazione dell'individuo. I reclusi dovevano indossare, oltre all'uniforme carceraria, anche una maschera in modo da nascondere il volto e non era permesso parlare per alcun motivo. I prigionieri restavano segregati per 23 ore al giorno.
Poco dopo la costruzione di questa silent prison vi hanno costruito di fronte un manicomio, per ovvi motivi.
Port Artur è il posto più a sud che abbia visitato e manterrà il primato fino a quando non andrò (se andrò) in nuova Zelanda o Argentina. Sulla strada del ritorno ci fermiamo ad ammirare le forme create dall'erosione delle scogliere. Il Tasman arch è il risultato del crollo del tetto di una grotta costiera, Devil's kitchen è a uno stadio più avanzato e anche l'arco rimanente è crollato lasciando solo questa gola profonda una trentina di metri e sferzata dai marosi dell'oceano.

9/1 Uno dei must in Tasmania, ma secondo noi sopravvalutato, è la Wineglass bay nel Freycinet Park. Qui morbide colline coperte di vegetazione bassa degradano dolcemente nell'oceano e formano la Wineglass Bay con spiaggia bianca e acqua cristallina.
Più interessante secondo noi il panorama che si può ammirare poco più avanti sulla strada dove si trova il faro. Da questo punto in alcuni mesi dell'anno si possono anche avvistare le balene.
Invece di rientrare verso Launceston, dove pernotteremo, tramite la steada interna percorsa alla mattina seguiamo la strada costiera godendo di panorami più vari e piacevoli.

10/1 Le Cradle mountains. Come anticipato prima questo parco è di una ricchezza unica, le montagne fanno da cornice ad alcuni laghetti glaciali e tutto attorno si stende una vegetazione densa e brulicante di animali. Il parco è molto curato, al suo interno non si può circolare con la propria automobile ma ci sono autobus navetta che portano i visitatori dal parcheggio alle varie zone, i sentieri nella parte bassa sono costituiti da passerelle di legno rialzate in modo da non rovinare con il passaggio il prato.
Da qui rientriamo verso Hobart e avvistiamo un simpatico wallaby davanti alla porta della casa che vi avrebbe ospitato. Altro che gatti randagi, qui hanno i mini canguri!

11/1 Visita a Hobart dove mangiamo per pranzo dell'ottimo fish and chips a base di squalo.


Sì, per una volta le parti si sono invertite e noi mangiamo lo squalo!

Nel pomeriggio raggiungiamo in auto la cima del Mount Wellington da cui si gode di una vista senza limiti sulla zona circostante. Per noi è uno spettacolo inconsueto avere un monte di 1200 metri praticamente in riva al mare e dietro di esso solo pianura, per questo abbiamo apprezzato particolarmente la vista. Alla sera siamo andati a mangiare hamburger in un posto molto originale, ricavato in quella che semvra essere stata una zona carico scarico di camion è tutto all'aperto e ci si siede su panche di legno disposte lungo il muro. Hamburger molto buoni.

12/1 Prima di rientrare facciamo una puntatina in un caseificio dove finalmente assaggiamo del vero formaggio. Dopo più di un mese a formaggio a fette del supermercato è stato una deliziosa parentesi.
Vi lascio con qualche foto.

Ciao

Jacopo










E se non vi bastasse tra poco inizia anche la stagione ciclistica... "down under"!


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