Santa Maria in Valena (Valpolicella, VR)

giovedì 11 dicembre 2014

POESIE - Per cogliere l'attimo

Diceva Neruda (oltre al fatto che di giorno si suda...)

« Queste memorie, o ricordi, sono discontinue e a tratti si smarriscono perché così appunto è la vita... La mia vita è una vita fatta di tutte le vite: le vite del poeta. »
(Pablo Neruda, nota introduttiva di Confesso che ho vissuto)

Scrivere (o lèggere) poesie ogni tanto, quando ne trovo il tempo e la disposizione d'animo, mi aiuta molto a cogliere quell'attimo del presente o anche del passato che, talvolta anche inconsapevolmente, ha lasciato un segno in me. Spesso non sono in grado di dire se quell'attimo o quel segno siano stati importanti o meno. Forse lo scoprirò solo vivendo...



... o forse quel ricordo finirà col non significare niente e quell'attimo sparirà per sempre.
Poco importa. Intanto, in qualche modo, l'attimo l'ho fissato in questi versi.


Dopo aver letto il bel libro di Massimo Gramellini si sono aperti in modo casuale alcuni cassetti della mia memoria, nei quali sono stivate sensazioni che sicuramente ho rimosso ma che - ho anche capito - non spariranno mai del tutto.

FAI BEI SOGNI

Forse il passato non mi perseguita più
Anche se a volte ricorre beffardo.
In sogno riappare distinto un ricordo

Brutto: il grigiore, io sempre solo, a fondo.
E non sono così pronto a incontrarlo.
Infine mi risveglio, dubbioso

Sul da farsi della giornata.
Ora comincia la vera sfida.
Gioca bene perciò le tue carte
Non sono poi molte le mani rimaste.
Intanto così ho ritrovato fiducia.



Secondo me, lo scambiarsi delle idee non banali, il confrontarsi sia sulle cose serie e sia su quelle facete, aiuta ad amare e ad accettare gli altri e noi stessi. Nelle pagine che leggo o che scrivo mi piace, quando possibile, ritrovare un po' di tutto questo. E anche un po', da novello Narciso, specchiarmi.

PAGINE

Parlo con leggerezza…
Con i libri che mi hanno accompagnato
ti scrivo lettere piene di me.


I bei fiori della nostra crescita,
l’ego orientale e viscerale,
il mio mondo colorato di giallo,
il tuo, arancione, dell’avventura,
il nostro lavoro, tracce di musica.

Tu mi risponderai con leggerezza?
Illuminerai passato e presente
per un cuore che cova il futuro?
Ti leggo e ti rileggo tra le righe
e ripenso al tuo sorriso capace
ogni tanto di sfogliare, filosofo,
le pagine del cuore.

Teniamoci in contatto.
Le scovo in queste lettere leggere
le pieghe della vita,
lettere piene di te, di me, di
noi?




A certe latitudini la guerra non ha smesso di infuriare. Fa comodo pensare che alla base ci siano semplicemente motivi religiosi e che le ragioni siano sempre altre. A ben vedere, i conflitti sono invece lì fuori, appena un passo dalla soglia di casa nostra. Il fatto è che, al di là di dove si trovino, nascono dentro di noi. E se lì, nel nostro intimo, può arrivare la poesia, speriamo che essa sappia sempre toccare le corde giuste. A me piace pensare alla poesia come a un piccolo seme di speranza, come nella celebre storiella ripresa da Bruno Ferrero.


SEME DI TERRA

La bufera infuria
su terre lontane,
lidi che il mare
accarezza malvolentieri.

Mare che ospita il male,
il male banale
il male violento
senza speranza.
Corrono i bambini sulla spiaggia
un gioco meno innocente li prende.

La terra s'abbuia
inondata dalla guerra,
il suo viso vitreo incornicia
un ampio sorriso di pietra.

Guerra che chiama la guerra,
tra sassi e bombe cade
tutto ciò che di buono era nato.
S'alzano così impenetrabili muri d'odio
l'ignoranza cementa vili interessi.

Io allora ci ho provato
qualche volta
a volare lassù
a gettare un minuscolo
sguardo dall'alto.
Ma incombono altre lotte,
si scorgono laggiù
sotto il cappello celeste.

Sì... la notte è ovunque
non abita solo terre lontane,
regala riposi brevi e fugaci
succede tramonti senza orizzonte.

Tu... sei ancora un piccolo seme
ma dai poteri straordinari
quando in noi trovi il terreno più adatto.



In fondo, come sostiene Luciano Ligabue, cantandolo nella sua ultima hit, "Sono sempre i sogni a dare forma al mondo, sogno sempre i sogni a fare la realtà". Vorrei perciò congedarmi così.

Questa piccola storia (cliccate nel tweet e leggetela, mi raccomando) mi piace tanto, un po' perchè siamo in Valpolicella, una terra veramente splendida che spero non venga lasciata in balìa di un destino poco poetico, un po' perchè il figlio dei protagonisti (che ho conosciuto) è stato un mio alunno in prima media a San Pietro in Cariano, molto di più perché per me essa rappresenta quel giusto mix di sogno e poesia che un giorno o l'altro spero tanto io possa trapiantare anche nella mia di... vigna.
Magicabula!

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