Santa Maria in Valena (Valpolicella, VR)

mercoledì 19 novembre 2014

ANDIAMO AL CINEMA - Interstellar, neanche fosse il dibattito sul PD

Giuro che non lo volevo fare. Non volevo scrivere questo pezzo, non volevo scrivere di fantascienza, non volevo scrivere di Interstellar, grande produzione da poco in uscita anche nei cinema italiani.
Lo farò ugualmente, mio malgrado, violando la regola aurea di non parlare di ciò che non si conosce bene (nel mio caso la fantascienza), un po' perché sta diventando sempre più tipico del mio carattere violare questa regola, un po' perché vari amici che stimo e apprezzo hanno detto la loro e io con loro volevo confrontarmi e a loro far arrivare il mio pensiero, un po' per sciogliere qualche inghippo.



Quando all'inizio di questo mese è uscito Interstellar ero contento. Contrariamente al mio solito ho assistito al secondo giorno di proiezione della pellicola (fa un po' specie usare ancora questo termine, ma è così poetico!) e fortunatamente quel veNERDì ero in ottima compagnia. L'inghippo è nato dopo.

Il film mi è piaciuto, ma non mi ha entusiasmato, come in generale non mi entusiasma la fantascienza. Gusti personali, per carità.
Il film mi è piaciuto perché aveva grandi ambizioni: l'ambizione di raffigurare un buco nero; l'ambizione di rilanciare la fantascienza in un'epoca nella quale altri sono i codici più affermati per raccontare certe storie sullo spazio-tempo; l'ambizione di completare un lavoro iniziato da Spielberg (il regista "secchione" quello che ha sempre fatto bene il suo lavoro, salvo dover girare "Indiana Jones" prima che certe Academies si accorgessero di lui); l'ambizione (e la passione) che i fratelli Nolan (insiemi ai danari) mettono in ogni loro progetto.
Il film non mi ha entusiasmato perché ultimamente sono diventato più esigente in fatto di cinema e non sempre le scelte registiche e di sceneggiatura mi hanno soddisfatto o convinto. Come Star Wars, in modo estremamente diverso certo, anche Interstellar è un film sulla paternità e di questo ritorno non sentivo proprio il bisogno. L'equazione (sacrosanta sia chiaro) "America USA = problemi col padre" spero venga presto aggiornata. L'individuazione di certe location (a parte i non certo inediti campi di mais, vedi equazione precedente... in versione agricola) invece non mi ha creato problemi o fastidi; piuttosto mi ha infastido il cinismo di Matt Damon in quanto presentato come colpo di scena, quando il cinismo/lotta per la sopravvivenza è ciò che più di evidente sotto il sole o all'interno di una qualsiasi galassia si possa trovare, quasi quanto la ricerca dell'amato ormai da lungo tempo (!) spacciato.
E poi c'è la questione della trama, delle sue più o meno accettabili incongruenze, sul fatto se / sul fatto qua / sul fatto là (io, vaccinato da Lost, percorro sicuro e supponente la mia via) ... insomma se l'orologio sia veramente tale (cioè testimone e misura fedele del tempo) o un abile McGuffin, come insegna(va) il buon Hitckcock.


In questa palude della trama io però non ci voglio entrare, anche perché è proprio qui che è nato l'inghippo. Sì, l'inghippo. Tutti che vogliono parlare e scrivere di Interstellar, poichè è il film del momento ovviamente: chi l'ha visto e sa di fantascienza, chi - come me e altri  - l'hanno visto e non sanno abbastanza di fantascienza e - udite udite udite (come mi pare emergere dal web) pure chi l'ha visto ma pensa di saperne di fantascienza e di cinema (come qui viene ben evidenziato).
Non sono stato certo l'unico a muovere qualche obiezione al film (e questo è un fatto che volenti o nolenti, "nolanti o non nolanti" va accettato). Forse va lasciato passare qualche giorno prima di tuìttare, postàre, discùtere, insomma mettere l'accento (e io, supponentemente, l'ho fatto) altrimenti la visione a caldo piacerà solo ai fans. A quel punto, passato qualche giorno ripeto, esprimetevi, senza pietà! Potrebbero anche esserci delle sorprese...
Troppo facile infatti prendere un film così ... così atteso, un film che ha dovuto sostenere costi enormi, che è stato caricato (giustamente) di molte aspettative e che per questo è stato (ingiustamente) troppo criticato quando non le ha soddisfatte tutte... prenderlo e stroncarlo.
Scusate... "2001 Odissea nello Spazio è un capolavoro" (altro fatto... attenzione non ho detto che è bello o semplice da seguire, anzi...): film datato 1968, io l'ho visto al cinema a dieci anni in ri-proiezione anni Ottanta e ricordo che molti - a parte io ancora quasi infante che non conto, e quindi stordito dall'età e dall'aver appena divorato il pranzo di Natale - molti dicevo, all'epoca non l'avevano nè capito, nè apprezzato (e forse nemmeno - azzardo - guardato con la dovuta cura). Interstellar non è monolitico, ma ha certo un suo spessore non fosse altro perché si affida a una libreria per darci la soluzione.


Insomma concludo dicendo che le recensioni a Interstellar potranno essere supponenti o meno, favorevoli o meno, ma io continuo ad avere la sensazione che supponenti o meno, favorevoli o meno, ormai lo siano diventate le recensioni stesse e non più il film in quanto oggetto di critica. Ormai siamo oltre l'oggetto, siamo alla visionarietà pura, all'allucinazione dell'opinione che si legittima per il fatto stesso di essere stata prodotta. Materia e antimateria per la critica filmica: siamo in buco nero!

Materia e antimateria

Tutti sostengono convinti e compatti che il cinema è prima di tutto immagine e che prima di tutto deve avere la capacità di emozionarci. Interstellar il suo dovere lo fa, anche se forse certi entusiami io li riservo per altro... e per altra. Per Matthew Mc Conaughey! Per Jessica Chastain, che ormai ha soppiantato Cameron Diaz nel mio cuore! E' già amore interstellare!



3 commenti:

  1. Luca anche se hai espresso i tuoi dubbi sul film ritengo che in ogni caso tu abbia fatto un ottima analisi delle sensazioni che ti ha lasciato. Forse il fatto di essere un progetto molto ambizioso ha fatto alzare un grosso polverone su questo film che a mio parere con i tutti i suoi difetti è il miglior film di fantascienza degli ultimi 20 anni almeno.

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    1. Grazie Paolo del contributo. Sfogliando bene in rete le recensioni non sono poi così negative. Certo che prendere per le corna il toro della fantascienza non è certo facile, specie quando il suo canone sembra essere già ben fissato da anni. Che Spielberg abbia mollato anche per questo? Mi rimane un dubbio...

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  2. Può essere Luca, interessante il fatto che questo sia comunque un film anomalo nella filmografia di Nolan in quanto si intravede che il progetto era stato scritto per lo stesso Spielberg, lo si capisce dal gran numero di lacrime, dal contesto famigliare, nonno compreso e dal fatto che sono i sentimenti a farla da padrone come nei film più famosi di Spielberg.

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