Santa Maria in Valena (Valpolicella, VR)

lunedì 15 settembre 2014

LETTURE - L'ultima riga delle favole


L'ULTIMA RIGA DELLE FAVOLE
Longanesi

Il titolo parla chiaro e di favola si tratta. Lo scrivo a scanso di equivoci, perché la lettura di questo Gramellini forse non entusiama chi si è orientato sui (suoi) testi precedenti (o successivi).
Ha però il potere, per chi crede nelle favole (come genere di racconto s'intende) di regalare continui squarci sul buio legato a quelle domande profonde (filosofiche, esistenziali, religiose, o fate voi... insomma, semplicemente... domande) che da sempre e per sempre ci portiamo dentro, sia che la vita ci sorrida sia che abbia deciso di allontanarci dai nostri sogni.

Per me l'avventura del protagonista Tomàs non è stata facile da seguire, perché Gramellini metaforizza ancora di più il linguaggio della favola (più di quanto io non sia abituato), pur riproducendone (a mo' di Pinocchio) la struttura didascalica per garantire un minimo di solidità a questa lunga divagazione tra incontri e prove del protagonista. 

E' un libro, secondo me, impegnativo da leggere e difficile da consigliare (a me l'hanno consigliato e questo mi ha aiutato a finirlo, per poi eventualmente confrontarmi su quanto letto). Dopo passaggi illuminanti trovavo parti per me dispersive che però tornavano dopo un po' (un po' è generico, lo ammetto, ma è difficile dare un'unità di misura... dentro alle Terme) a regalare qualche altra piccola perla. Ne ho perciò apprezzato (almeno quando ci sono riuscito) la profondità e non ho mancato di annotarmi (sottolineandoli) gli insegnamenti più importanti: lottare per un traguardo, la sottile differenza tra emozione e sentimento, la centralità del dolore, la ricerca soprattutto dentro di sè, l'amore come creatore ma anche come creatura.

Ed ecco la mia ultima di riga...
nei sogni come nelle favole (come nei libri letti) non sempre tutto è chiaro: a volte si procede a sprazzi!

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