Santa Maria in Valena (Valpolicella, VR)

lunedì 28 marzo 2016

#letture QUESTA PAZZA FEDE




titolo: Questa pazza fede
sottotitolo: L'Italia raccontata attraverso il calcio
autore: Tim Parks
editore: Bompiani

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valutazione personale: sette/dieci (nove/dieci per un veronese) (dieci e lode per un tifoso Hellas)
si legge agevolmente in... dieci giorni 

Lettura nata per caso dopo un incontro fatale negli scaffali sportivi Feltrinelli, questo libro mi ha coinvolto e permesso di ripercorrere, insieme all'autore, quegli anni di inizio millennio (in prossimità dei miei trenta di anni) nei quali l'Italia stava completando la sua trasformazione socio-politica nel paese del telefono cellulare. L'Italia che doveva decidere o Berlusconi o Rutelli! O...ddio!

Tim Parks, all'epoca residente a Verona, intuisce che raccontare lo Stadio, raccontare la realtà dei tifosi dell'Hellas Verona, è molto di più: è un viaggio (come quello che lui compie fedelmente al seguito del Verona, squadra-pubblico-città, per un anno intero) attraverso la società italiana, con la negatività dei suoi stereotipi, dei suoi riti, del suo provincialismo, della sua ipocrisia, fattori che danno però paradossalmente origine a una straordinaria e positiva vitalità.


Nel recensire brevemente questa mia #lettura non mi voglio soffermare sulla trama, che poi a ben vedere non è altro che il resoconto di un intero campionato di serie A italiana di calcio, ma voglio solamente sottolineare che in questo libro ho trovato la fedele descrizione di una parte della mia identità, che ho assimilato fin da bambino: non c'è vita fuori dalle mura di Verona... l'aveva già affermato un inglese molto più celebre.


E per un veronese la vita (la sua identità) è ancor di più legata a quel prato e a quegli spalti.

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lunedì 8 febbraio 2016

#letture MUTANDINE DI CHIFFON


Sul filo della memoria (una memoria autobiografica) ...

Mutandine di chiffon. Memorie retribuite 
FRUTTERO CARLO 
Mondadori (2010)

... si intreccia la sapida e sapiente penna di Carlo Fruttero, annodata dalle (un tempo) celebri (ed eponime) "mutandine di chiffon".


Ecco qua una lettura consigliata a chi ama divagare (ma alla fine) ritrovarsi in un racconto di un'Italia (e in qualche modo di un'Europa ed un Mondo) che non c'è più, ma che credo ci abbia sempre nutriti. E' l'Italia delle ben radicate certezze infantili e adolescenziali della provincia, che però, in età adulta, si apre (volente e nolente) alla sfida del futuro (dal secondo dopoguerra in poi), per ritrovarsi oggi... come? Come raccontatelo voi!
Su questo Fruttero vi lascia volentieri la parola... lui ha altre storie da raccontarci... storie artigiane! (link video)

lunedì 9 novembre 2015

#iostoconvale Fa rima con lotto...

Ieri tutti davanti allo schermo... di un televisore o di un pc... oppure sintonizzati alla radio... o semplicemente ancora seduti a tavola, magari - al bando l'elettronica in pista e fuori - collegàti telepaticamente con la Yamaha 46. L'Italia si è fermata: come per la Nazionale di Calcio (ma solo ai Mondiali), come per Alberto Tomba, come per tanti altri eventi sportivi che tengono unito questo scollacciato e consunto Stivale... come non fare il tifo per lui a Valencia!

Uno così...


Ma poi è finita così! Gnam gnam! Insomma visto che fa rima con lotto...

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... meglio giocarseli questi tre numeri :-)


Come in un film di Sergio Leone ci si attendeva una sfida epica. Peccato l'epilogo non sia stato all'altezza delle celebri inquadrature finali de "Il buono, il brutto, il cattivo".

La suspense ha presto lasciato posto ad altro... dallo spaghetti western ai vecchi telefilm si potrebbe dire. Niente triello... tutto messo sotto scorta.

CHiPs Motociclette

Per carità, Jorge Lorenzo, a mio modesto parere, ha dimostrato di essere il più forte nell'arco della stagione, ma Valentino Rossi meritava una chance, per quanto lo stuzzicare Marc Marquez sia stato più che deleterio e la penalizzazione praticamente ineceppibile.
Grazie Dottore!

mercoledì 14 ottobre 2015

#letture IL CINEMA IN RIVOLTA



Il cinema in rivolta. Marco Bellocchio e i pugni in tasca
MAURO MOLINAROLI (2011)
Dalai Editore - Codice ISBN: 9788866201113

Era un po' che non leggevo di Cinema e questo libro riguardo al grande botto di Marco Bellocchio sul grande schermo italiano mi ha restituito il piacere di scuriosare dietro le quinte di un film.


A ben vedere la fotografia che dell'Italia emerge (e non solo dell'Italia di allora, quella del secondo dopoguerra che proprio nel Sessantotto libera... i suoi pugni dalla tasca) non è per niente confortante, come lo stesso regista piacentino conferma nel suo ultimo lavoro, che per ispirazione e impietosità (quest'ultima mai in calo per la verità in tutta la sua filmografia) ci riporta nella Bobbio del sopraccitato esordio.

L'Italia non era disponibile quando uscì il film (... correva l'anno 1965) ad un'analisi così spietata sui lati oscuri della sua identità portante (la provincia e la famiglia in primis... ma anche le aspirazioni borghesi scricchiolavano già). Non a caso è all'estero che il regista raccoglie i primi riconoscimenti più prestigiosi (Festival di Locarno) per quello che, oltre ad un film e ad un invito ad aprire gli occhi su ciò che stava per accadere, fu anche comunanza di intenti ed esperienza appassionata di vita per tutti tutti gli attori e i fautori della pellicola (tutti ben inquadrati dall'appassionato... e pure lui piacentino... Mauro Molinaroli).

Disponibile no, ma forse pronta l'Italia lo era già al confronto sulla sfida per un futuro meno convenzionale, confronto che Pasolini e altri intellettuali dell'epoca già proponevano, demolendo nella loro opera, con lucida consapevolezza, alcune di quelle certezze che oggi certezze più non sono.

 

sabato 5 settembre 2015

#INVISITA Il Museo della Follia a Mantova

190 opere di Antonio Ligabue, 37 lavori del mantovano Pietro Ghizzardi, il tutto introdotto da un video del curatore Vittorio Sgarbi: ecco alcuno numeri di un minitour che potete agevolmente affrontare visitando Mantova, passando prima attraverso alcuni corridoi dedicati ad oggetti quotidiani legati alla follia, che non è (stata) solo labirinto della mente, ma prima di tutto luogo (fisico) di abbandono e degradazione (ospedali e ricoveri).


La rassegna è, a mio avviso, semplice, ma interessante e ricca di contenuti. Mi ha fatto piacere più di tutto approfondire la conoscenza delle opere di Ligabue, che nei suoi animali feroci (e non), nei suoi autoritratti (il tutto attraverso il suo uso caldo del colore) trova nella Natura lo specchio fedele delle sue inquietudini, che in fondo diventano quasi una certezza: quella di vivere seppur nell'accettazione della sofferenza. Non è forse questa una delle cifre della follia?

sabato 29 agosto 2015

#GRANDESCHERMO Il sale della terra

Emozionarsi al cinema capita sempre meno di frequente, non siete d'accordo? Sarà la qualità del girato, sarà la quantità o sarà che ormai viviamo in un'epoca in cui l'immagine è tutto (ed è ovunque), ma siamo in grado noi spettatori di filtrare ciò che vediamo sul grande schermo (e non solo)? Le emozioni degli spettatori sono forse scintille che fanno sempre più fatica a scattare?


Nel lanciarvi questi interrogativi, vi propongo a questo punto la visione di un lungometraggio / documentario che nasce dall'incontro tra un maestro dell'immagine cinematografica, Wim Wenders, e un esponente di spicco dell'immagine fotografica, Sebastião Salgado: insomma, immagine (ed emozioni) al quadrato!


Per 40 anni, il fotografo Sebastião Salgado ha attraversato i continenti sulle tracce di una umanità in piena mutazione. Ha testimoniato i grandi eventi della nostra storia recente: conflitti internazionali, carestie, migrazioni ... Con questo documentario vuole presentare un territorio vergine con paesaggi mozzafiato, un omaggio alla bellezza del pianeta. La sua vita e il suo lavoro sono rivelati dai punti di vista del figlio Juliano, che lo ha accompagnato nei suoi ultimi viaggi e di Wim Wenders, fotografo lui stesso. (fonte Repubblica.it)

Ecco che quando l'immagine viene plasmata in poesia, tutto emoziona!
Emoziona la tecnica, emozionano le vicende personali e collettive, emoziona il messaggio che il film lascia dopo quasi due ore di incalzante e toccante, ma anche crudo e spietato, viaggio nell'immagine stessa.


Raccontare sè stessi attraverso il proprio lavoro, le proprie passioni sta sempre più affermandosi come il modo migliore per comunicare oggi, andando così al di là della comunicazione stessa (i media cinema e fotografia nella fattispecie).
Il compito di noi spettatori, che in poche ore (se non minuti) siamo bombardati di messaggi a trecentosessanta gradi (prendete la scaletta di un telegiornale come esempio), si fa sempre più arduo... occhio alle (vere) emozioni!

sabato 22 agosto 2015

#LETTURE Per il potere di Grayskull

scheda libro (con estratto introduttivo da leggere)

"D'altronde, bastava poco, ai ragazzi di allora, per sognare a occhi aperti. Perché si viveva una vita più semplice, direbbero alcuni. O magari perché, rispetto a oggi, non c’era una mazza da fare. Una delle due".

Con questa efficace e inconfutabile conclusione Alessandro Apreda, aka DocManhattan, si/ci regala un'incursione (rigorosamente al maschile) dentro quegli anni '80 che continuano a vivere dentro chi (come l'autore e molti di quelli che hanno letto o leggeranno questo libro) sa bene che la propria infanzia ed adolescenza sono coincise con uno dei periodi più spensierati, e per certi aspetti frivoli, della recente storia italiana.
Era quella, senza dubbio, un'Italia che si specchiava volentieri nella rassicurante programmazione televisiva delle nascenti reti private, ma che ancora si faceva condurre per mano da Mamma Rai  e che cominciava, per altro, a far entrare la tecnologia, prima pian piano poi sempre più prepotentemente, nella propria quotidianità.

Il libro, che non rinuncia mai a un tono scanzonato e divertito ma con tante piccole verità nascoste, tocca tutti i "pilastri" cari a chi, nato tra la fine degli anni Sessanta/Settanta (ammiccando anche ai primissimi Ottanta) è cresciuto giocando all'aperto, scuriosando su tutto il fronte dell'intrattenimento (televisivo, cinematografico, musicale, informatico, etc.) dell'epoca: l'animazione giapponese, la scuola dello zainetto Jolly, il Walkman, passando anche per il Postalmarket (o Vestro se preferite)... perché negli anni '80, credo, tutto aveva minimo il suo doppio... a partire dal numero dei fratelli :-)