Santa Maria in Valena (Valpolicella, VR)

sabato 5 settembre 2015

#INVISITA Il Museo della Follia a Mantova

190 opere di Antonio Ligabue, 37 lavori del mantovano Pietro Ghizzardi, il tutto introdotto da un video del curatore Vittorio Sgarbi: ecco alcuno numeri di un minitour che potete agevolmente affrontare visitando Mantova, passando prima attraverso alcuni corridoi dedicati ad oggetti quotidiani legati alla follia, che non è (stata) solo labirinto della mente, ma prima di tutto luogo (fisico) di abbandono e degradazione (ospedali e ricoveri).


La rassegna è, a mio avviso, semplice, ma interessante e ricca di contenuti. Mi ha fatto piacere più di tutto approfondire la conoscenza delle opere di Ligabue, che nei suoi animali feroci (e non), nei suoi autoritratti (il tutto attraverso il suo uso caldo del colore) trova nella Natura lo specchio fedele delle sue inquietudini, che in fondo diventano quasi una certezza: quella di vivere seppur nell'accettazione della sofferenza. Non è forse questa una delle cifre della follia?

sabato 29 agosto 2015

#GRANDESCHERMO Il sale della terra

Emozionarsi al cinema capita sempre meno di frequente, non siete d'accordo? Sarà la qualità del girato, sarà la quantità o sarà che ormai viviamo in un'epoca in cui l'immagine è tutto (ed è ovunque), ma siamo in grado noi spettatori di filtrare ciò che vediamo sul grande schermo (e non solo)? Le emozioni degli spettatori sono forse scintille che fanno sempre più fatica a scattare?


Nel lanciarvi questi interrogativi, vi propongo a questo punto la visione di un lungometraggio / documentario che nasce dall'incontro tra un maestro dell'immagine cinematografica, Wim Wenders, e un esponente di spicco dell'immagine fotografica, Sebastião Salgado: insomma, immagine (ed emozioni) al quadrato!


Per 40 anni, il fotografo Sebastião Salgado ha attraversato i continenti sulle tracce di una umanità in piena mutazione. Ha testimoniato i grandi eventi della nostra storia recente: conflitti internazionali, carestie, migrazioni ... Con questo documentario vuole presentare un territorio vergine con paesaggi mozzafiato, un omaggio alla bellezza del pianeta. La sua vita e il suo lavoro sono rivelati dai punti di vista del figlio Juliano, che lo ha accompagnato nei suoi ultimi viaggi e di Wim Wenders, fotografo lui stesso. (fonte Repubblica.it)

Ecco che quando l'immagine viene plasmata in poesia, tutto emoziona!
Emoziona la tecnica, emozionano le vicende personali e collettive, emoziona il messaggio che il film lascia dopo quasi due ore di incalzante e toccante, ma anche crudo e spietato, viaggio nell'immagine stessa.


Raccontare sè stessi attraverso il proprio lavoro, le proprie passioni sta sempre più affermandosi come il modo migliore per comunicare oggi, andando così al di là della comunicazione stessa (i media cinema e fotografia nella fattispecie).
Il compito di noi spettatori, che in poche ore (se non minuti) siamo bombardati di messaggi a trecentosessanta gradi (prendete la scaletta di un telegiornale come esempio), si fa sempre più arduo... occhio alle (vere) emozioni!

sabato 22 agosto 2015

#LETTURE Per il potere di Grayskull

scheda libro (con estratto introduttivo da leggere)

"D'altronde, bastava poco, ai ragazzi di allora, per sognare a occhi aperti. Perché si viveva una vita più semplice, direbbero alcuni. O magari perché, rispetto a oggi, non c’era una mazza da fare. Una delle due".

Con questa efficace e inconfutabile conclusione Alessandro Apreda, aka DocManhattan, si/ci regala un'incursione (rigorosamente al maschile) dentro quegli anni '80 che continuano a vivere dentro chi (come l'autore e molti di quelli che hanno letto o leggeranno questo libro) sa bene che la propria infanzia ed adolescenza sono coincise con uno dei periodi più spensierati, e per certi aspetti frivoli, della recente storia italiana.
Era quella, senza dubbio, un'Italia che si specchiava volentieri nella rassicurante programmazione televisiva delle nascenti reti private, ma che ancora si faceva condurre per mano da Mamma Rai  e che cominciava, per altro, a far entrare la tecnologia, prima pian piano poi sempre più prepotentemente, nella propria quotidianità.

Il libro, che non rinuncia mai a un tono scanzonato e divertito ma con tante piccole verità nascoste, tocca tutti i "pilastri" cari a chi, nato tra la fine degli anni Sessanta/Settanta (ammiccando anche ai primissimi Ottanta) è cresciuto giocando all'aperto, scuriosando su tutto il fronte dell'intrattenimento (televisivo, cinematografico, musicale, informatico, etc.) dell'epoca: l'animazione giapponese, la scuola dello zainetto Jolly, il Walkman, passando anche per il Postalmarket (o Vestro se preferite)... perché negli anni '80, credo, tutto aveva minimo il suo doppio... a partire dal numero dei fratelli :-)  

lunedì 17 agosto 2015

#INVIAGGIO Umbria

Ai primi del mese mi sono concesso tre giorni alla scoperta dell'Umbria. Insomma... cose così!!

Vista panoramica (Orvieto, zona via degli Alberici)


Primo giorno: Verona - Perugia

Mentre il treno, oltrepassando non poi così molti confini regionali ma bensì numerosissime distese di girasoli, mi conduceva verso la prima tappa, ricollegavo Perugia all'idea di capoluogo di regione e di città dei giovani (studenti universitari).

Ingresso della in parte smantellata Rocca Paolina (Pg)

Il giorno dopo Perugia l'ho lasciata, pur avendola visitata con una qualche completezza, un po' a malincuore, sicuro però che d'ora in poi avrei pensato a lei come ad una Rocca nella quale si sale e si scende perennemente. Dai retaggi etruschi all'indelebile impronta romana (Augusta Perusia), all'aspetto medievale rinforzato dalla rinascimentale Rocca Paolina, tutto rimeva velocemente scolpito nella mia mente e nei numerosi scatti della mia ormai consunta fotocamera, costretta in questi tre giorni, più di me e di chi mi accompagnava, ad un bel tour de force.
L'unico vero rimpianto, oltre a non essere riuscito ad inserire nel tour l'incantevole Gubbio, è stato quello di passare così poco tempo con lui...

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Secondo giorno: Perugia - Foligno - Cascata delle Marmore

Salutata come si deve Perugia e omaggiata con molti scatti (solo fotografici... quest'estate, lo confesso, ho fatto sì movimento... ma poco sport :-() la sua Fontana Maggiore e consegnandomi al solleone di un'ennesima torrida giornata estiva, ho fatto tappa a Foligno, prima di approdare nel pomeriggio inoltrato a Terni, indispensabile base d'appoggio per la visita alle Marmore.

Foligno e Terni sono due città solo apparentemente non di primo piano.

 Foligno (Pg), piazza della Repubblica con vista sulla parte laterale del bellissimo Duomo

In realtà, tutte da scoprire, è stata la guerra con i suoi rastrellamenti e soprattutto con le sue bombe a renderle menomate (e nel caso di Terni ancor più l'aver investito sull'industria pesante, che è oltretutto il motivo per cui la Manchester italiana fu così presa di mira dagli Alleati). Se vi capitassero tra le mani foto e altre testimonianze di ciò che era, o altresì vi avventuraste nei ridenti borghi circostanti, rimarreste a bocca aperta. 

I giardini pubblici di Terni e l'ingresso di un rifugio anti-aereo (II GM)

Se oggi, lì in zona, spicca solo la Cascate delle Marmore (fino agli anni Settanta più l'ennesimo esempio di ingegneria idraulica romana sul Velino che un un polo attrattivo... e per giunta nemmeno così articolato come oggi) è solo per uno di quegli strani testa-coda che la Storia ci consegna.

La Cascata delle Marmore che solo per pochi istanti abbiamo potuto visitare con il rilascio completo dell'acqua


Terzo Giorno: Terni - Orvieto - Verona

Se ho deciso di andare in Umbria è perché da piccolo ero già stato ad Orvieto, facendovi tappa nel mio itinerario verso Roma.
Così l'ultimo giorno di viaggio portavo ancora con me il ricordo del Pozzo di San Patrizio, ma soprattutto l'attesa di rivedere (dopo che le avevo ammirate e adorate soprattutto sui libri, nel preparare il mio primo esame universitario di Lettere) la facciata del Duomo, la Cappella di San Brizio (Beato Angelico, Luca Signorelli, Benozzo Gozzoli) e la Maestà di Gentile da Fabriano.

 LucaGGi e la sua tanto attesa promenade all'ombra (?) del Duomo di Orvieto

 L'altro Luca... quello che conta e che veramente sale in cattedra

L'assaggio artistico ha poi lasciato spazio a quello gastronomico per valorizzare prima i prodotti locali (la porchetta... gnam gnam) a pranzo e nel pomeriggio per lottare contro la canicola (la granita... che salvezza!). Meglio non ragguagliare e non preoccupare nessuno sul viaggio di ritorno, che ha visto, come troppo spesso accade, furoreggiare i ritardi di Trenitalia, i cui vagoni sembrano regolarmente caricarsi di ritardi appena riconoscono l'aria della stazione di Bologna... insomma, a parte aver perso la corsa alla coincidenza del treno per Verona per pochi attimi, ci siamo almeno regalati la visione Sotto le Stelle del Cinema di Piazza Maggiore, prima di ritentare con più fortuna (ma non troppa, sia chiaro) il rientro a Verona nella notte (e col timore, più che fondato, che l'EuroNight per Monaco di Baviera si trasformasse in zucca).

LucaGGi e la sua estate addosso :-)

Credo che non esista una stagione migliore di altre per viaggiare...
... è solo che l'estate corre veloce!

Estate....l'eternità è un battito di ciglia.

lunedì 27 luglio 2015

LETTURE - Il sogno di un hippie

Neil Young di certo non è uno scrittore, secondo alcuni non è nemmeno un cantautore di primissima fascia. Allora chi è Neil Young?
Neil Young è fondamentalmente un istintivo, un tranquillo cittadino canadese nato nel (lontano ma non troppo) 1945, che adolescente diventa, strada facendo, sempre più irrequieto, che vive da hippie dalla sua gioventù fino ad oggi (il titolo del libro non è scelto a caso), epoca contemporanea in cui un po' di serenità l'ha raggiunta, ma anche epoca nella quale diventa scrittore per caso, un po' ricordando suo padre, un po' per passare il tempo durante un infortunio alla gamba, sfruttando oltretutto l'onda lunga che l'ha reso da qualche tempo completamente "sobrio" (avete presente il solco segnato dal Vasco Rossi ultimo modello?).

In questo libro (regalatomi per il mio compleanno con quasi un mese di anticipo!) il "giovane Nello" (#amarcord tanto per ricordare i tempi nei quali ero io adolescente e mi divertivo ad italianizzare i nomi americani con Massimo Z. ed altri amici) si racconta come solo lui è in grado di fare, vagabondando qua e là nella sua divagante biografia (lui infatti era girovago nella vita reale, figuratevi in quella scritta da sè!), ma con l'impareggiabile capacità (come nelle sue canzoni) di squarci improvvisi di assoluta trasparenza sia per amarezza (le traversie familiari e private) che per entusiasmo (l'amore per la moglie e i figli, in particolare Ben, senza dimenticare nessuno dei suoi cari amici ma anche la vicinanza con il Creato e la sua spiritualità... per non parlare dei trenini o dei progetti musicali).


Non una lettura imperdibile, tutto sommato, specie se cercate un filo rosso o la scrittura esemplare, ma (a parte che è un regalo di compleanno a cui tengo), citando il buon Beppe (Severgnini) "a sedici anni, per trovare la ragazza, era meglio parlare di Neil Young".
E questo la dice lunga sul fatto che Neil Young sappia attraverso la sua musica catturare l'anima e l'animo dei suoi spettatori... ma non solo. Ascoltare Neil Young è un po' come specchiare i nostri stati d'animo più o meno profondi in un semplice ruscello che scorre naturale e un po' selvaggio. O almeno per me è stato così (#amarcord grazie a mio zio A. che "discepolo" di Neil Young pensò bene di regalarmi un suo cd antologico dopo una cena/vigilia di Natale passata... in stile Neil Young). 



domenica 19 luglio 2015

LETTURE - Dream Team


JACK MCCALLUM
Dream team
Come Michael, Magic, Larry, Charles e la più grande squadra di tutti i tempi 
hanno conquistato il mondo e cambiato il basket per sempre
Sperling & Kupfer Editore

Non un libro da leggere tutto d'un fiato, ma un libro che sa togliere il fiato in alcuni frangenti.
Jack McCallum ricostruisce la storia del Dream Team americano di Basket alle Olimpiadi di Barcellona del 1992. Lui, vero cronista, che in buona parte ha contribuito all'individuazione del nome di questa irripetibile squadra, prima ci riconduce alle origini, raccontandoci i retroscena della nascita del team; indi prosegue come un vero e proprio reporter in prima linea con aneddoti (tutto quello che vorreste sapere su Magic, Larry, MJ... ma anche Charles Barkley... e avreste sempre voluto chiedere!), curiosità ed eventi unici (la epica partita di allenamento... ma non troppo... in quel di Montecarlo) ma anche bilanci su una spedizione olimpica che da un lato segnò l'apogeo del basket americano e dall'altro aprì la strada alle nuove generazioni cestistiche made in USA (ma non solo USA).
Insomma, solo stando a diretto contatto con i campioni, ci si migliora veramente.


giovedì 2 luglio 2015

EVENTI - Isabella Rossellini e la Cineteca di Bologna

Questo blog è nato per (provare a) raccontare le cose belle che mi sono capitate, perciò questo post è praticamente d'obbligo...


Che bellezza! Ieri sera a Bologna in Piazza Maggiore è stato proiettato Casablanca di Michael Curtiz. Introduceva la serata Isabella Rossellini: "Il Cinema Ritrovato è il festival più bello del mondo. Qui si vedono solo capolavori".
Eh sì, ieri per tutto il giorno, fino al mio rientro a casa in piena notte dovuto alla cronica inefficienza delle nostre linee ferroviarie, sono sempre stato accompagnato da tanta bellezza (!).


Il pomeriggio presso una delle sale cinematografiche legate alla Cineteca di Bologna ho partecipato all'incontro con Isabella Rossellini. Ho scoperto in tal modo una donna che solo i più superficiali possono considerare esclusivamente la figlia, la moglie e la compagna di grandi registi (e forse forse assomigliava di più a sua madre...). Modella e attrice (ora anche regista a modo suo) sono solo due etichette che possiamo appiccicare a chi ha voluto raccontare e raccontarsi così... buona visione (obbligatoria)!


La Cineteca di Bologna è un luogo straordinario al vertice in Italia nel campo della difesa e della valorizzazione della cultura cinematografica. E' un luogo di conservazione archivistica e di restauro, di promozione e diffusione del cinema e dell'audiovisivo, di formazione, di ricerca, di produzione editoriale. Chi si occupa di cinema, specie dopo una importante rassegna nazionale o internazionale, dove va a riposarsi e ad abbeverare le proprie radici? Ma a Bologna! (e questa leggetela con calata emiliana).