Santa Maria in Valena (Valpolicella, VR)

lunedì 8 febbraio 2016

#letture MUTANDINE DI CHIFFON


Sul filo della memoria (una memoria autobiografica) ...

Mutandine di chiffon. Memorie retribuite 
FRUTTERO CARLO 
Mondadori (2010)

... si intreccia la sapida e sapiente penna di Carlo Fruttero, annodata dalle (un tempo) celebri (ed eponime) "mutandine di chiffon".


Ecco qua una lettura consigliata a chi ama divagare (ma alla fine) ritrovarsi in un racconto di un'Italia (e in qualche modo di un'Europa ed un Mondo) che non c'è più, ma che credo ci abbia sempre nutriti. E' l'Italia delle ben radicate certezze infantili e adolescenziali della provincia, che però, in età adulta, si apre (volente e nolente) alla sfida del futuro (dal secondo dopoguerra in poi), per ritrovarsi oggi... come? Come raccontatelo voi!
Su questo Fruttero vi lascia volentieri la parola... lui ha altre storie da raccontarci... storie artigiane! (link video)

lunedì 9 novembre 2015

#iostoconvale Fa rima con lotto...

Ieri tutti davanti allo schermo... di un televisore o di un pc... oppure sintonizzati alla radio... o semplicemente ancora seduti a tavola, magari - al bando l'elettronica in pista e fuori - collegàti telepaticamente con la Yamaha 46. L'Italia si è fermata: come per la Nazionale di Calcio (ma solo ai Mondiali), come per Alberto Tomba, come per tanti altri eventi sportivi che tengono unito questo scollacciato e consunto Stivale... come non fare il tifo per lui a Valencia!

Uno così...


Ma poi è finita così! Gnam gnam! Insomma visto che fa rima con lotto...

Image result for banderas e i biscotti
... meglio giocarseli questi tre numeri :-)


Come in un film di Sergio Leone ci si attendeva una sfida epica. Peccato l'epilogo non sia stato all'altezza delle celebri inquadrature finali de "Il buono, il brutto, il cattivo".

La suspense ha presto lasciato posto ad altro... dallo spaghetti western ai vecchi telefilm si potrebbe dire. Niente triello... tutto messo sotto scorta.

CHiPs Motociclette

Per carità, Jorge Lorenzo, a mio modesto parere, ha dimostrato di essere il più forte nell'arco della stagione, ma Valentino Rossi meritava una chance, per quanto lo stuzzicare Marc Marquez sia stato più che deleterio e la penalizzazione praticamente ineceppibile.
Grazie Dottore!

mercoledì 14 ottobre 2015

#letture IL CINEMA IN RIVOLTA



Il cinema in rivolta. Marco Bellocchio e i pugni in tasca
MAURO MOLINAROLI (2011)
Dalai Editore - Codice ISBN: 9788866201113

Era un po' che non leggevo di Cinema e questo libro riguardo al grande botto di Marco Bellocchio sul grande schermo italiano mi ha restituito il piacere di scuriosare dietro le quinte di un film.


A ben vedere la fotografia che dell'Italia emerge (e non solo dell'Italia di allora, quella del secondo dopoguerra che proprio nel Sessantotto libera... i suoi pugni dalla tasca) non è per niente confortante, come lo stesso regista piacentino conferma nel suo ultimo lavoro, che per ispirazione e impietosità (quest'ultima mai in calo per la verità in tutta la sua filmografia) ci riporta nella Bobbio del sopraccitato esordio.

L'Italia non era disponibile quando uscì il film (... correva l'anno 1965) ad un'analisi così spietata sui lati oscuri della sua identità portante (la provincia e la famiglia in primis... ma anche le aspirazioni borghesi scricchiolavano già). Non a caso è all'estero che il regista raccoglie i primi riconoscimenti più prestigiosi (Festival di Locarno) per quello che, oltre ad un film e ad un invito ad aprire gli occhi su ciò che stava per accadere, fu anche comunanza di intenti ed esperienza appassionata di vita per tutti tutti gli attori e i fautori della pellicola (tutti ben inquadrati dall'appassionato... e pure lui piacentino... Mauro Molinaroli).

Disponibile no, ma forse pronta l'Italia lo era già al confronto sulla sfida per un futuro meno convenzionale, confronto che Pasolini e altri intellettuali dell'epoca già proponevano, demolendo nella loro opera, con lucida consapevolezza, alcune di quelle certezze che oggi certezze più non sono.

 

sabato 5 settembre 2015

#INVISITA Il Museo della Follia a Mantova

190 opere di Antonio Ligabue, 37 lavori del mantovano Pietro Ghizzardi, il tutto introdotto da un video del curatore Vittorio Sgarbi: ecco alcuno numeri di un minitour che potete agevolmente affrontare visitando Mantova, passando prima attraverso alcuni corridoi dedicati ad oggetti quotidiani legati alla follia, che non è (stata) solo labirinto della mente, ma prima di tutto luogo (fisico) di abbandono e degradazione (ospedali e ricoveri).


La rassegna è, a mio avviso, semplice, ma interessante e ricca di contenuti. Mi ha fatto piacere più di tutto approfondire la conoscenza delle opere di Ligabue, che nei suoi animali feroci (e non), nei suoi autoritratti (il tutto attraverso il suo uso caldo del colore) trova nella Natura lo specchio fedele delle sue inquietudini, che in fondo diventano quasi una certezza: quella di vivere seppur nell'accettazione della sofferenza. Non è forse questa una delle cifre della follia?

sabato 29 agosto 2015

#GRANDESCHERMO Il sale della terra

Emozionarsi al cinema capita sempre meno di frequente, non siete d'accordo? Sarà la qualità del girato, sarà la quantità o sarà che ormai viviamo in un'epoca in cui l'immagine è tutto (ed è ovunque), ma siamo in grado noi spettatori di filtrare ciò che vediamo sul grande schermo (e non solo)? Le emozioni degli spettatori sono forse scintille che fanno sempre più fatica a scattare?


Nel lanciarvi questi interrogativi, vi propongo a questo punto la visione di un lungometraggio / documentario che nasce dall'incontro tra un maestro dell'immagine cinematografica, Wim Wenders, e un esponente di spicco dell'immagine fotografica, Sebastião Salgado: insomma, immagine (ed emozioni) al quadrato!


Per 40 anni, il fotografo Sebastião Salgado ha attraversato i continenti sulle tracce di una umanità in piena mutazione. Ha testimoniato i grandi eventi della nostra storia recente: conflitti internazionali, carestie, migrazioni ... Con questo documentario vuole presentare un territorio vergine con paesaggi mozzafiato, un omaggio alla bellezza del pianeta. La sua vita e il suo lavoro sono rivelati dai punti di vista del figlio Juliano, che lo ha accompagnato nei suoi ultimi viaggi e di Wim Wenders, fotografo lui stesso. (fonte Repubblica.it)

Ecco che quando l'immagine viene plasmata in poesia, tutto emoziona!
Emoziona la tecnica, emozionano le vicende personali e collettive, emoziona il messaggio che il film lascia dopo quasi due ore di incalzante e toccante, ma anche crudo e spietato, viaggio nell'immagine stessa.


Raccontare sè stessi attraverso il proprio lavoro, le proprie passioni sta sempre più affermandosi come il modo migliore per comunicare oggi, andando così al di là della comunicazione stessa (i media cinema e fotografia nella fattispecie).
Il compito di noi spettatori, che in poche ore (se non minuti) siamo bombardati di messaggi a trecentosessanta gradi (prendete la scaletta di un telegiornale come esempio), si fa sempre più arduo... occhio alle (vere) emozioni!

sabato 22 agosto 2015

#LETTURE Per il potere di Grayskull

scheda libro (con estratto introduttivo da leggere)

"D'altronde, bastava poco, ai ragazzi di allora, per sognare a occhi aperti. Perché si viveva una vita più semplice, direbbero alcuni. O magari perché, rispetto a oggi, non c’era una mazza da fare. Una delle due".

Con questa efficace e inconfutabile conclusione Alessandro Apreda, aka DocManhattan, si/ci regala un'incursione (rigorosamente al maschile) dentro quegli anni '80 che continuano a vivere dentro chi (come l'autore e molti di quelli che hanno letto o leggeranno questo libro) sa bene che la propria infanzia ed adolescenza sono coincise con uno dei periodi più spensierati, e per certi aspetti frivoli, della recente storia italiana.
Era quella, senza dubbio, un'Italia che si specchiava volentieri nella rassicurante programmazione televisiva delle nascenti reti private, ma che ancora si faceva condurre per mano da Mamma Rai  e che cominciava, per altro, a far entrare la tecnologia, prima pian piano poi sempre più prepotentemente, nella propria quotidianità.

Il libro, che non rinuncia mai a un tono scanzonato e divertito ma con tante piccole verità nascoste, tocca tutti i "pilastri" cari a chi, nato tra la fine degli anni Sessanta/Settanta (ammiccando anche ai primissimi Ottanta) è cresciuto giocando all'aperto, scuriosando su tutto il fronte dell'intrattenimento (televisivo, cinematografico, musicale, informatico, etc.) dell'epoca: l'animazione giapponese, la scuola dello zainetto Jolly, il Walkman, passando anche per il Postalmarket (o Vestro se preferite)... perché negli anni '80, credo, tutto aveva minimo il suo doppio... a partire dal numero dei fratelli :-)  

lunedì 17 agosto 2015

#INVIAGGIO Umbria

Ai primi del mese mi sono concesso tre giorni alla scoperta dell'Umbria. Insomma... cose così!!

Vista panoramica (Orvieto, zona via degli Alberici)


Primo giorno: Verona - Perugia

Mentre il treno, oltrepassando non poi così molti confini regionali ma bensì numerosissime distese di girasoli, mi conduceva verso la prima tappa, ricollegavo Perugia all'idea di capoluogo di regione e di città dei giovani (studenti universitari).

Ingresso della in parte smantellata Rocca Paolina (Pg)

Il giorno dopo Perugia l'ho lasciata, pur avendola visitata con una qualche completezza, un po' a malincuore, sicuro però che d'ora in poi avrei pensato a lei come ad una Rocca nella quale si sale e si scende perennemente. Dai retaggi etruschi all'indelebile impronta romana (Augusta Perusia), all'aspetto medievale rinforzato dalla rinascimentale Rocca Paolina, tutto rimeva velocemente scolpito nella mia mente e nei numerosi scatti della mia ormai consunta fotocamera, costretta in questi tre giorni, più di me e di chi mi accompagnava, ad un bel tour de force.
L'unico vero rimpianto, oltre a non essere riuscito ad inserire nel tour l'incantevole Gubbio, è stato quello di passare così poco tempo con lui...

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Secondo giorno: Perugia - Foligno - Cascata delle Marmore

Salutata come si deve Perugia e omaggiata con molti scatti (solo fotografici... quest'estate, lo confesso, ho fatto sì movimento... ma poco sport :-() la sua Fontana Maggiore e consegnandomi al solleone di un'ennesima torrida giornata estiva, ho fatto tappa a Foligno, prima di approdare nel pomeriggio inoltrato a Terni, indispensabile base d'appoggio per la visita alle Marmore.

Foligno e Terni sono due città solo apparentemente non di primo piano.

 Foligno (Pg), piazza della Repubblica con vista sulla parte laterale del bellissimo Duomo

In realtà, tutte da scoprire, è stata la guerra con i suoi rastrellamenti e soprattutto con le sue bombe a renderle menomate (e nel caso di Terni ancor più l'aver investito sull'industria pesante, che è oltretutto il motivo per cui la Manchester italiana fu così presa di mira dagli Alleati). Se vi capitassero tra le mani foto e altre testimonianze di ciò che era, o altresì vi avventuraste nei ridenti borghi circostanti, rimarreste a bocca aperta. 

I giardini pubblici di Terni e l'ingresso di un rifugio anti-aereo (II GM)

Se oggi, lì in zona, spicca solo la Cascate delle Marmore (fino agli anni Settanta più l'ennesimo esempio di ingegneria idraulica romana sul Velino che un un polo attrattivo... e per giunta nemmeno così articolato come oggi) è solo per uno di quegli strani testa-coda che la Storia ci consegna.

La Cascata delle Marmore che solo per pochi istanti abbiamo potuto visitare con il rilascio completo dell'acqua


Terzo Giorno: Terni - Orvieto - Verona

Se ho deciso di andare in Umbria è perché da piccolo ero già stato ad Orvieto, facendovi tappa nel mio itinerario verso Roma.
Così l'ultimo giorno di viaggio portavo ancora con me il ricordo del Pozzo di San Patrizio, ma soprattutto l'attesa di rivedere (dopo che le avevo ammirate e adorate soprattutto sui libri, nel preparare il mio primo esame universitario di Lettere) la facciata del Duomo, la Cappella di San Brizio (Beato Angelico, Luca Signorelli, Benozzo Gozzoli) e la Maestà di Gentile da Fabriano.

 LucaGGi e la sua tanto attesa promenade all'ombra (?) del Duomo di Orvieto

 L'altro Luca... quello che conta e che veramente sale in cattedra

L'assaggio artistico ha poi lasciato spazio a quello gastronomico per valorizzare prima i prodotti locali (la porchetta... gnam gnam) a pranzo e nel pomeriggio per lottare contro la canicola (la granita... che salvezza!). Meglio non ragguagliare e non preoccupare nessuno sul viaggio di ritorno, che ha visto, come troppo spesso accade, furoreggiare i ritardi di Trenitalia, i cui vagoni sembrano regolarmente caricarsi di ritardi appena riconoscono l'aria della stazione di Bologna... insomma, a parte aver perso la corsa alla coincidenza del treno per Verona per pochi attimi, ci siamo almeno regalati la visione Sotto le Stelle del Cinema di Piazza Maggiore, prima di ritentare con più fortuna (ma non troppa, sia chiaro) il rientro a Verona nella notte (e col timore, più che fondato, che l'EuroNight per Monaco di Baviera si trasformasse in zucca).

LucaGGi e la sua estate addosso :-)

Credo che non esista una stagione migliore di altre per viaggiare...
... è solo che l'estate corre veloce!

Estate....l'eternità è un battito di ciglia.