Santa Maria in Valena (Valpolicella, VR)

martedì 12 agosto 2014

RIP RW - Nano nano, il mio piccolo spazio per Robin Williams

[tempo di lettura stimato: due minuti]

Vorrei rivolgere anch'io un indegno ultimo omaggio a Robin Williams.


Indegno perché non l'ho mai mai amato particolarmente. Il suo modo di recitare e di dare vita a personaggi sgangherati, sempre eccentrici, in fondo buoni ma mai veramente in pace con sè stessi, è forse paradossalmente la cifra che potrebbe gettare un po' di luce su questo triste addio.
Ma più che la poesia o l'arte in questo caso potrà la scienza, ma anche - direi - il rispetto e la discrezione verso persone e attori che per tutta la vita portano con sè un privato non sempre dei più facili. Non conosco nello specifico quello di RW, ma a tal proposito proposito ho letto in questi giorni su Vanity Fair Italia la riedizione della bellissima intervista che negli anni Cinquanta il leggendario Truman Capote realizzò sull'ancora più leggendario Marlon Brando: è una lettura della quale, nel caso, anche voi non vi pentirete. In fin dei conti il direttore Luca Dini è una garanzia.


Amarcord... tra le varie parti che hanno fatto entrare Robin Williams nelle nostre corde, ricordo il mio guardare incuriosito le vicende di Mork & Mindy, per poi scoprire che si trattava di uno spin-off di Happy Days; il mio stupore per il successo di Mrs. Doubtfire, quando per me dopo Tootsie niente sarebbe stato più all'altezza; la curiosità verso Good Morning in Vietnam, anche se del tutto stregato e un po' infervorato dagli altri grandi capolavori sulla più sporca delle guerre moderne, classici fin da subito, che avevano già occupato tutte le postazioni libere dei miei non ancora cibernautici 'preferiti' war movies; la singolarità e il carico di inquietudine esistenziale di Will hunting (pellicola nella quale viene addirittura evocato in una battuta Unabomber).

Insomma, sono sempre stato conquistato dai soggetti più che dall'attore RW; in fondo ognuno ha le sue simpatie e i miei personalissimi gusti non possono certo influenzare il parere di chicchessia su questo celebre personaggio e interprete.
Due sono però le tematiche e gli spunti che oggi come oggi ricordo più volentieri.
La malattia e l'ospedale (Patch Adams, con Patch che è un soprannome a dir poco geniale): dover lottare contro le istituzioni e soprattutto contro l'ineluttabilità di alcuni lati della vita solo per donare un sorriso è un insegnamento che mi porterò sempre dietro.
La scuola e il problema educativo (L'attimo fuggente, titolo che è una delle più palesi dimostrazioni dell'italica tradizione di non rispettare i titoli originali): secondo me nella realtà il professor Keating non esisterà mai, ed è solo una proiezione assai ideale e classicheggiante di cosa vorremmo dalla scuola, ma intanto i nostri adolescenti/giovani necessitano sempre più di guide credibili e affidabili, finora molto lontane dal salire su una cattedra o dall'infiammare nel modo giusto gli animi.

Tutto però è nato, per quanto mi riguarda, semplicemente nell'epoca nella quale lo spazio in tv e nella cultura pop in generale era un orizzonte molto in voga.


Un uovo precipita, si schiude (quasi quasi un tweet ante litteram per chi, come me, ce lo vuole proprio vedere), lasciando fuoriuscire una tutina rossa e il più demenziale tra i saluti!

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