Santa Maria in Valena (Valpolicella, VR)

giovedì 28 marzo 2013

Serie TV1: UN PROFILO STORICO DELLA SERIALITA’ TELEVISIVA



Varcato per primo il portone del Centro Audiovisivi di Verona, ho partecipato con grandi attese all’esordio del ciclo di incontri dedicato alla serialità televisiva americana.
La serata, a carattere introduttivo, è stata dedicata dal relatore prof. Cristiano Dal Pozzo, docente dell’Istituto Universitario Salesiano di Venezia/Mestre, alla delineazione di un profilo storico del prodotto seriale. Per chi fosse interessato ho raccolto e rielaborato i miei appunti.


LE SERIE SONO VIVE, VIVA LE SERIE
Ora che la serialità televisiva vive di buona salute, tanto da essere rivalutata anche dalla critica colta, è bene guardare ad un passato altrettanto degno, nel quale da sempre il prodotto seriale è stato capace di riempire i palinsesti con première e repliche, ereditando (in quanto a SERIALITA’) una struttura e una filosofia di vita, già acclarate nelle strutture della radio e del fumetto, come del resto anche nel prodotto cinematografico, il cui DNA è stato forgiato dall’incontro tra il fordismo e l’industria hollywoodiana (fin dagli anni ’20).
Per non parlare dei più recenti sviluppi seriali, con i moltissimi possibili livelli di fruizione, in cui tutti (ma proprio tutti) i media sono stati investiti, nel segno di una partecipazione sempre più attiva degli spettatori.

TORNARE BAMBINI
Come un bambino, il piacere della serie è quello di godere di uno schema narrativo che ritorna costante.
L’autore scompone e ricompone per noi il filo del racconto, attuando una scrittura episodica e frammentata.
Già lo si faceva con il romanzo a puntate del secondo Ottocento (stile feuilleton), cavalcando già allora il work in progress, lo scrivere in fieri della stampa popolare, sfoderando una linea narrativa non chiusa e prestabilita: ecco come è "nata" la narrazione interrotta, un vero e proprio cliff hanger ante-litteram.
Inoltre, già per gli scritti di Hugo, Dickens (1836, Il circolo Pickwick), Dumas ed Eugène Sue venivano organizzate delle letture collettive, considerato oltretutto il basso tasso di alfabetizzazione del pubblico, e quindi di fruibilità dei libri.
Ed ora, come ieri sera, godiamoci ora tutta una serie in sei minuti…

CATTURARE IL CATTIVO? NO, LO SPETTATORE!
Rievocate poi piccole gemme come Yellow Kid, che hanno fatto nascere la serialità nel fumetto, o i fotoromanzi dei primi  anni’40, la nostra attenzione si è spostata sul cinema, che ha codificato e trasmesso l’idea (fondamentale!) della cattura del pubblico, anche attraverso lo sfruttamento delle tecniche pubblicitarie, fino a spingersi verso il divismo e verso una vera e propria industrializzazione della produzione.
Lo spettatore è colui al quale (e per il quale) è caro (ed è rivolto ) il (nuovo per l'epoca) concetto di genere.
Certo, in quanto a fruizione di massa, bisogna fare i conti anche con la storia della radio, che, specialmente in America, paese nel quale essa è strettamente incardinata sulla pubblicità, gli inserzionisti paganti hanno da tempo individuato precisi target di ascolto.
Ieri sera ho imparato che la Soap-Opera ha a che fare con l’industria delle saponette e che Sentieri (or. The Guilding Light, 1937) ha ben settant’anni di vita, essendo poi definitivamente migrata sul piccolo schermo.

CAPIAMOCI SU(ALCUN)I TERMINI
Dato che oggi la mescolanza la fa sempre più da padrone, proviamo a mettere dei (piccoli) paletti, che poi tanto dovremo togliere, perché quasi tutti questi orizzonti sono ormai ibridati. Ci provo…
SAGA: è il racconto infinito che procede in sequenza.
TV SERIAL: è un racconto seriale del quale si specifica sempre il genere. Articolato in un numero variabile di puntate concatenate, può essere CONTINOUS SERIAL (la soap-operaDallas, la telenovela Anche i ricchi piangono) oppure MINI SERIAL (le poche puntate di Radici). Siamo nell’orbita della saga.
TELEFILM: sono propriamente i tv movies, che si articolano su poche puntate, a budget più basso e con intenti più propriamente didascalici.
SERIE: è il racconto con al centro lo stesso protagonista/oggetto. Presenta segmenti autoconclusi(vi). Articolata in stagioni, si presenta come SERIE ANTOLOGICA (1959-1964, Ai confini della realtà), come SIT-COM, la commedia di situazione nei classici tre atti (Friends), o come SERIE propriamente detta (Il Tenente Colombo). Nelle Serie, soap e fiction tendono sempre di più a mescolarsi; inoltre, oramai da molti anni, abbiamo familiarizzato anche con altre pratiche quali gli episodi doppi.
STRUTTURA A IMBUTO: ormai un classico, nata dall’incontro tra tecnica televisiva e stile hollywoodiano, da sempre ci introduce alle nostre amate visioni. Inquadratura totale, inquadratura soggettiva, campo/controcampo: signori, il telefilm è servito!
CROSS OVER: è lo scambio tra i protagonisti di serie tv diverse.
SPIN OFF: molto dopo la Genesi, la storia della costola si ripete e una serie nasce da un’altra serie.

SVILUPPI PIU’ RECENTI
Chi vi scrive, ed ora si congeda, è di parte. Nel 2004 scoppia la Lost Mania e pur non essendo mai stato reclutato dalla Dharma ho però un po’ subito gli influssi della meta-fiction, fino ai livelli più spinti.
Il mondo telefilmico di oggi è non a caso popolato dai videogiochi costruiti sugli ampliamenti delle serie, sugli adattamenti locali (in senso geografico) del concept di una serie, sul prolungamento e sulla dispersione mediale (leggi mobisodes, webisodes, minisodes).

Attenzione, infine, ai fan più accaniti: la portano avanti loro la serie!

Nessun commento:

Posta un commento