Dopo venticinque anni torna sul piccolo schermo (non senza
un'anteprima cinematografica in quel di Cannes) il fatato mondo di Twin
Peaks.
David
Lynch sembra avere le idee chiare, o meglio sembra sempre molto
disinvolto nella sua ricerca espressiva delle idee più profonde.
Twin
Peaks è casa sua e non ci è voluto molto a prenderne in mano le chiavi
(dirigerà sempre lui stavolta) e riaprire quella porta.
Tale
disinvoltura era un po' che non la percepivo. Personalmente mi ero
ormai rassegnato a non vedere più pubblicato un nuovo film di Lynch e
anche l'ultimo suo (per altro interessantissimo) film documentario mi
lasciava la sensazione di una qualche rinuncia del Nostro (regista) a
nuove grandi storie filmate.
Qualcosa invece ho intravisto invece
nel pilot della nuova stagione: la voglia di fare i conti con alcune
delle sue grandi tematiche (ad esempio quella del doppio) anche in modo
molto drammatico.
La prima impressione è quella che, ora che ci
siamo rituffati (seguendo la prospettiva della cascata della celeberrima
sigla) in questo mondo, non sarà così facile trovarvi pace e
immobilità, ma piuttosto morte e rivolgimenti. Gli incubi sono destinati
a diventare realtà: sfortunata fortuna o fortuna sfortunata?
Il paesaggio è lo specchio dell'anima, ma non sempre l'anima mostra il lato migliore. Proverò a infilare in questo blog le cose migliori e più interessanti che mi sono capitate.

Santa Maria in Valena (Valpolicella, VR)
sabato 27 maggio 2017
venerdì 12 maggio 2017
#amarcord VERONA CAMPIONE
Prendetevi cinque minuti... i miracoli (non solo i mitici gatti) a Verona sono di casa!!
Bergamo, 12 maggio 1985, Stadio Atleti Azzurri d'Italia
domenica 23 aprile 2017
#InViaggio Foto da Cineteca

Qui si può respirare cos'è l'amore per il Cinema. Durante l'estate la Cineteca regala ai bolognesi e a tutti quelli che condividono la passione per il Cinema Ritrovato delle giornate davvero memorabili.
Arrivederci a presto, Bologna!
sabato 4 febbraio 2017
#letture L'ARTISTA
autore: BARBARA A. SHAPIRO
editore: NERI POZZA
Il libro non mi ha particolarmente conquistato perché ritengo che la scrittura abbia dato vita a personaggi dai pensieri un po' troppo prevedibili. La vicenda è però interessante e affrontare il ricordo della persecuzione degli ebrei da un punto di vista legato all'arte è un indubbio merito dell'autrice.
Per una recensione migliore di quanto contenuto nella quarta di copertina e sicuramente più benevola della mia vedi: L'Officina del Libro
Nota a margine: leggo sempre, tra il divertito e lo scocciato, i commenti contenuti nei risvolti di copertina (ma vale anche per i commenti giornalistici citati alla fine dei trailer dei film)... "una penna" deve essere sempre "magnifica" e una "storia vibrante"... mah, un libro normale scritto da un autore normale non ha mai deluso nessuno, uno normale spacciato per straordinario sì (almeno credo).
venerdì 3 febbraio 2017
#iFilmCapolavoro HEAVEN CAN WAIT (USA 1943)
Titolo italiano: IL CIELO PUO' ATTENDERE
Regia: ERNST LUBITSCH
In uno sgargiante Technicolor, aperto da titoli di testa ricamati, il film confezionato da Lubitsch è un autentico capolavoro, con scene divertenti e irriverenti senza soluzione di continuità.
E' una pellicola nella quale la fa da padrone fin da subito lo stile, ovvero quel particolare "tocco" del regista divenuto nel caso di Lubitsch proverbiale (Lubitsch'touch), un tocco reso ancor più vivido dai colori, il blu (lo stesso del cielo) in particolare.
La storia di Mr. Van Cleve, che si presenta alle porte dell’inferno e che inizia a raccontare al diavolo tutta la sua vita in un lungo flashback, è un inno al cinema che sa parlare in modo sottile e intelligente (ma allo stesso tempo spietato) di noi, di come siamo veramente fatti.
Forse - azzardo una mia interpretazione- secondo Lubitsch nel cinema come nella vita la differenza la fa lo stile, e proprio per lo stile il protagonista verrà giudicato (e non, tutto sommato, per il bene o il male che ha commesso). E allora sì che per le anime trapassate il cielo (paradiso o inferno che sia, come accennato in un altro finale eliminato, nel quale in ascensore compare un'ultimissima donna tentatrice) può attendere.
lunedì 12 settembre 2016
#letture IN ONDA CON TRE DITA
autore: LUCA TRAMONTIN, DANIELA SCALIA
editore: MIRAGGI EDIZIONI

Ci sono libri che acquisti perché avevi da tempo deciso di leggerli (la maggior parte), oppure ti sono stati caldamente consigliati (parecchi) o ti piace la loro copertina (alcuni), o magari perché ne conosci personalmente l'autore (pochissimi/quasi mai).
Però io, nonostante qualche indizio, non vi rivelerò nulla di tutto ciò ma vi dirò semplicemente che la lettura in questione non vi deluderà. Perché?
Perché nella scrittura emergono passione (per la maggior parte), (auto)ironia (parecchia) e non mancano riferimenti sgangherati/naif (alcuni) e una certa dose di auto-compiacimento (pochissimo/quasi mai).
C'è soprattutto lo Sport (uno e molteplice, perché se lo ami veramente finisci per praticarne tanti) nella sue varie sfaccettature, che hanno molto a che fare con tante altre faccende interessanti, quali la musica, il cinema, i viaggi, il buonumore ma anche l'etica (e molto altro).
Vincono, a mio avviso, per distacco, la passione e la voglia di raccontarsi per quello che si è veramente, il che non è male quando invece molti al posto tuo, diretto interessato, vorrebbero saperne più di te. Buona lettura!
editore: MIRAGGI EDIZIONI

Ci sono libri che acquisti perché avevi da tempo deciso di leggerli (la maggior parte), oppure ti sono stati caldamente consigliati (parecchi) o ti piace la loro copertina (alcuni), o magari perché ne conosci personalmente l'autore (pochissimi/quasi mai).
Però io, nonostante qualche indizio, non vi rivelerò nulla di tutto ciò ma vi dirò semplicemente che la lettura in questione non vi deluderà. Perché?
Perché nella scrittura emergono passione (per la maggior parte), (auto)ironia (parecchia) e non mancano riferimenti sgangherati/naif (alcuni) e una certa dose di auto-compiacimento (pochissimo/quasi mai).
C'è soprattutto lo Sport (uno e molteplice, perché se lo ami veramente finisci per praticarne tanti) nella sue varie sfaccettature, che hanno molto a che fare con tante altre faccende interessanti, quali la musica, il cinema, i viaggi, il buonumore ma anche l'etica (e molto altro).
Vincono, a mio avviso, per distacco, la passione e la voglia di raccontarsi per quello che si è veramente, il che non è male quando invece molti al posto tuo, diretto interessato, vorrebbero saperne più di te. Buona lettura!
Talking about Orules Rugby for disabled people and In Onda con 3 dita at Community #RaiWorld https://t.co/AOFVMXVYn3 http://t.co/t3drtQ5PUa— Daniela Scalia (@DanielaScalia) 27 agosto 2015
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venerdì 2 settembre 2016
#in viaggio BELLINZONA
Capoluogo del Ticino, rivale di Lugano su molti fronti, Bellinzona occupa un'importante posizione strategica in quanto costituisce allo stesso tempo un passaggio verso l’Italia, per chi proviene da nord, e un comodo accesso alle Alpi da sud (per altro alla dogana di Chiasso non ho potuto non posare lo sguardo su decine e decine di profughi accampati in stazione).
Vista la collocazione geografica, la conseguente meta del mio viaggio di un giorno non poteva che essere la visita ai tre celebri castelli che hanno da secoli presidiato un luogo siffatto, accompagnando e sormontando chiese, strade e piazze caratteristiche, un teatro neoclassico e antiche dimore, perlopiù perfettamente restaurate.
Le costruzioni difensive di Bellinzona fanno parte delle testimonianze più significative dell’arte architettonica militare del Medioevo nell’arco alpino e perciò sono state inserite nel patrimonio mondiale dell’UNESCO a partire dall’anno 2000.
Il Castelgrande è il più antico e più solido dei castelli di Bellinzona ed offre una deliziosa veduta sul centro storico e i suoi dintorni insieme agli ancor più panoramici castelli di Montebello e Sasso Corbaro, tutti raggiungibili a piedi, seppur con minimo di sforzo e di allenamento alle camminate.
Parentesi motoria (in Ticino lo sport è gestito dai dicasteri cittadini e ogni città cerca di moltiplicare le proprie offerte... nella vicina, seppur acerrima rivale Lugano, avevo già avuto l'occasione di sconfinare per giocare a football australiano).
Arrivando di sabato ho potuto inoltre tuffarmi nel grande mercato settimanale di piazza Nosetto per poi salutare, solo poche ore dopo nel momento del rientro a Verona, una città pressoché deserta.
Per completare la giornata, mi sono concesso come ciliegina sulla torta la visita ai bellissimi affreschi della chiesa di Santa Maria delle Grazie, limitrofa a quella di San Biagio e al parco e di Villa dei Cedri (appena riaperta).
Molti sono, infine, gli itinerari che si snodano da Bellinzona nel caso si abbia qualche giorno in più a disposizione, per cui ho dovuto a malincuore rinunciare alla visita alle piccole antiche chiesette che si stagliano nei dintorni, luoghi di vera spiritualità che regalano sempre qualche chicca al visitatore e in alcuni casi l’emozione di ritirare le chiavi dal responsabile per procedere personalmente alla visita.
Varcare il confine pur solo di poche decine di kilometri, pur respirando l’aria nostrana del Canton Ticino, rimane insomma un notevole salto sotto vari punti di vista. Provare per credere!
Vista la collocazione geografica, la conseguente meta del mio viaggio di un giorno non poteva che essere la visita ai tre celebri castelli che hanno da secoli presidiato un luogo siffatto, accompagnando e sormontando chiese, strade e piazze caratteristiche, un teatro neoclassico e antiche dimore, perlopiù perfettamente restaurate.
Castelgrande (la Murata)
Castello di Montebello
Le costruzioni difensive di Bellinzona fanno parte delle testimonianze più significative dell’arte architettonica militare del Medioevo nell’arco alpino e perciò sono state inserite nel patrimonio mondiale dell’UNESCO a partire dall’anno 2000.
Il Castelgrande è il più antico e più solido dei castelli di Bellinzona ed offre una deliziosa veduta sul centro storico e i suoi dintorni insieme agli ancor più panoramici castelli di Montebello e Sasso Corbaro, tutti raggiungibili a piedi, seppur con minimo di sforzo e di allenamento alle camminate.
Parentesi motoria (in Ticino lo sport è gestito dai dicasteri cittadini e ogni città cerca di moltiplicare le proprie offerte... nella vicina, seppur acerrima rivale Lugano, avevo già avuto l'occasione di sconfinare per giocare a football australiano).
La vista sugli impianti sportivi di Bellinzona dalla Murata
Arrivando di sabato ho potuto inoltre tuffarmi nel grande mercato settimanale di piazza Nosetto per poi salutare, solo poche ore dopo nel momento del rientro a Verona, una città pressoché deserta.
Per completare la giornata, mi sono concesso come ciliegina sulla torta la visita ai bellissimi affreschi della chiesa di Santa Maria delle Grazie, limitrofa a quella di San Biagio e al parco e di Villa dei Cedri (appena riaperta).
Chiesa di Santa Maria delle Grazie
La chiesa di S.M.d.G. ha ha subito qualche hanno fa un devastante incendio
La chiesa dedicata a San Biagio
Molti sono, infine, gli itinerari che si snodano da Bellinzona nel caso si abbia qualche giorno in più a disposizione, per cui ho dovuto a malincuore rinunciare alla visita alle piccole antiche chiesette che si stagliano nei dintorni, luoghi di vera spiritualità che regalano sempre qualche chicca al visitatore e in alcuni casi l’emozione di ritirare le chiavi dal responsabile per procedere personalmente alla visita.
Varcare il confine pur solo di poche decine di kilometri, pur respirando l’aria nostrana del Canton Ticino, rimane insomma un notevole salto sotto vari punti di vista. Provare per credere!
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