Dopo venticinque anni torna sul piccolo schermo (non senza
un'anteprima cinematografica in quel di Cannes) il fatato mondo di Twin
Peaks.
David
Lynch sembra avere le idee chiare, o meglio sembra sempre molto
disinvolto nella sua ricerca espressiva delle idee più profonde.
Twin
Peaks è casa sua e non ci è voluto molto a prenderne in mano le chiavi
(dirigerà sempre lui stavolta) e riaprire quella porta.
Tale
disinvoltura era un po' che non la percepivo. Personalmente mi ero
ormai rassegnato a non vedere più pubblicato un nuovo film di Lynch e
anche l'ultimo suo (per altro interessantissimo) film documentario mi
lasciava la sensazione di una qualche rinuncia del Nostro (regista) a
nuove grandi storie filmate.
Qualcosa invece ho intravisto invece
nel pilot della nuova stagione: la voglia di fare i conti con alcune
delle sue grandi tematiche (ad esempio quella del doppio) anche in modo
molto drammatico.
La prima impressione è quella che, ora che ci
siamo rituffati (seguendo la prospettiva della cascata della celeberrima
sigla) in questo mondo, non sarà così facile trovarvi pace e
immobilità, ma piuttosto morte e rivolgimenti. Gli incubi sono destinati
a diventare realtà: sfortunata fortuna o fortuna sfortunata?
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