Nell'antichità l'idea attuale di racconto sportivo non è così precisa ed è al limite legata alle imprese del genere epico (quindi alle idee di lotta, eroismo, sfida). E' insomma il tempo (soprattutto sacro e religioso) delle Olimpiadi, quando lo sport (beati loro!) era più praticato che scritto o parlato!
A partire dal secondo Ottocento il racconto sportivo diventa un vero e proprio genere. I primi sport moderni ad avere un certo spazio nel racconto/trattato sono la caccia e la pesca, insieme alla lotta. Man mano troveranno spazio le varie discipline sportive sempre legate al corpo (atletica e boxe) o agli animali (es. equitazione).
Gli sport che vanno per la maggiore oggi in Italia (calcio, pallavolo, ciclismo, motori) troveranno spazio nei racconti e nei mass media specialmente dopo la Prima Guerra Mondiale, quando si comincia (ma non troppo) a capire che l'unico “conflitto” tollerato dovrebbe essere solo quello sportivo.
Raccontare lo sport e coltivare la Memoria è un dovere come ricorda un grande interprete del racconto sportivo quale è Federico Buffa.
Per chi volesse approfondire segnalo
Sport E Letteratura Nella Storia in “Enciclopedia dello Sport” – Treccani http://t.co/eHB2K9SaOX
— Luca Guerreschi (@LucaGGi) 12 Ottobre 2014
E intanto mi congedo e vi saluto, cari lettori del blog, con due cronache d'autore: cliccare per credere.E ricordatevi che in una buona libreria c'è sempre un valido scaffale sportivo (alla Feltrinelli trovo sempre qualcosa di interessante). Altrimenti, da me a Verona, c'è sempre un... Terzo tempo!
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