Santa Maria in Valena (Valpolicella, VR)

martedì 30 agosto 2016

#letture SUL LETTINO DI FREUD



Una recensione: succedeoggi.it
Si legge agevolmente in... dieci giorni ma se vi piace molto l'autore i rempi si accorciano un po'

Altro bersaglio centrato per Yalom che, pur riproponendo il suo consueto intreccio tra narrazione e psicoterapia, riesce a differenziarsi rispetto alle sue altre più o meno recenti pubblicazioni.
Seymour Trotter, Ernest Lask e Marshal Streider sono tre psicoterapeuti che in contesti diversi, ma strettamente intrecciati dal punto di vista della loro professione, finiscono per attraversare il tema portante di tutto il romanzo, corrispondente ad una semplice domanda: quanto spazio ha la verità nel rapporto con i propri pazienti? Oltretutto questa esiziale questione viene sapientemente sfruttata nella scrittura fino addirittura all'inversione dei ruoli paziente/terapeuta e inevitabilmente suggellata da una caustica battuta finale (<Sono sempre pronto per la verità>). Tale battuta/explicit ben racchiude, seppur in modo paradossale, tutto l'andamento del libro, andamento che forse corrisponde proprio a quello delle nostre giornate, nelle quali ci relazioniamo continuamente con gli altri ma senza mai conoscere fino in fondo il vero punto di vista di nessuno, forse nemmeno di noi stessi.
A queste condizioni come non finire sul lettino di Freud?
E come sempre con Yalom, buona lettura e buona terapia!

La trama (tratta da NeriPozza.it)
Sul lettino di Freud è la storia di Seymour Trotter, Ernest Lask e Marshal Streider, tre psicoterapeuti che, in virtù della sorte connessa alla loro professione, si trovano a condividere trionfi e fallimenti, fatti e misfatti, onori e infamie della loro pratica terapeutica. 
Seymour Trotter, settantun anni, un patriarca della comunità psichiatrica, venerato in tutto il Nord della California per la sua sagacia e il suo motto: «La mia tecnica consiste nell’abbandonare qualsiasi tecnica!», va incontro alla rovina dopo aver preso in analisi Belle Felini, una trentaduenne di gradevole aspetto, bella pelle, occhi seducenti, vestita con eleganza, ma con una lunga storia di autodistruzione alle spalle. Nell’istante in cui l’«alleanza terapeutica» con la sua paziente sembra dare frutti che nessun Prozac può procurare, Trotter viene accusato di comportamento sessuale inappropriato nei confronti della giovane donna e sottoposto ad azione disciplinare dal comitato etico per la medicina.
Incaricato del procedimento è Ernest Lask, assistente universitario presso la facoltà di psichiatria, studioso che ignora quasi tutto della psicoterapia. L’incontro con Trotter, tuttavia, lo affascina e seduce a tal punto che Lask diviene un affermato psicoterapeuta. Giorno dopo giorno, i suoi pazienti lo invitano nei luoghi più intimi delle loro vite. E giorno dopo giorno lui ringrazia i grandi progenitori dell’analisi: Nietzsche, Kierkegaard, Freud, Jung. 
Finché non viene il momento in cui nessuno dei grandi guaritori del passato può soccorrerlo. Lask applica un approccio radicalmente nuovo, basato su una forma di «alleanza terapeutica» con il suo paziente Justin. Ma quando quest’ultimo decide di abbandonare bruscamente la moglie, Lask  è costretto a correre ai ripari il più in fretta possibile, poiché si rende conto di aver commesso un grave errore di valutazione e di essersi curato più di sé che di Justin nell’analisi.
Errore che confessa al suo supervisore Marshal Streider, il quale, benché abbia fatto suo il motto creativo di Trotter, non riesce a scrollarsi di dosso alcuni suoi comportamenti compulsivi, in particolare l’attrazione per il denaro che turba i suoi rapporti col mondo.

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