Santa Maria in Valena (Valpolicella, VR)

domenica 21 agosto 2016

#letture KAFKA SULLA SPIAGGIA

autore: HARUKI MURAKAMI
editore: Einaudi (2009)


si legge agevomente in: SETTE/DIECI GIORNI
una recensione web (magari non esemplare nello stile, ma esauriente e pertinente): cronacheletterarie.com

"Kafka sulla spiaggia" è stata in questi mesi estivi la mia porta di ingresso nella narrativa di Murakami.
Tamura Kafka, il protagonista, incrocia il suo destino di adolescente con quello di altri personaggi misteriosi e inquieti, nel suo tormentato confronto con il complesso di Edipo, rivisitato, ma non troppo, da Murakami in un Giappone appena abbozzato nei luoghi e tutto sommato senza un preciso orizzonte temporale.
La mescolanza di vari livelli (gli incroci e i rimandi tra i vari personaggi) e generi di narrazione (formazione, surreale, erotico) produce un romanzo divertente ma allo stesso tempo rassegnato all'accettazione di un destino tanto indecifrabile quanto inevitabile.

Qualche volta il destino assomiglia a una tempesta di sabbia che muta incessantemente la direzione del percorso. Per evitarlo cambi l'andatura. E il vento cambia andatura, per seguirti meglio. Tu allora cambi di nuovo, e subito di nuovo il vento cambia per adattarsi al tuo passo. Questo si ripete infinite volte, come una danza sinistra con il dio della morte prima dell'alba. Perché quel vento non è qualcosa che è arrivato da lontano, indipendente da te. È qualcosa che hai dentro. Quel vento sei tu. Perciò l'unica cosa che puoi fare è entrarci, in quel vento, camminando dritto, e chiudendo forte gli occhi per non far entrare la sabbia.

Io mi sono limitato a farmi trascinare dalla penna dello scrittore, capace di “trasformare l’irreale in qualcosa di perfettamente plausibile e sensato”. L'ho fatto senza pormi troppe domande e, tutto sommato, sentendo vivere dentro il giovane protagonista una parte di me, quella che si interroga sulla direzione da prendere nel proprio viaggio quotidiano. Perché ogni viaggio è prima di tutto un viaggio dentro se stessi, cercando magari di non prendersi troppo sul serio.
 

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