Il paesaggio è lo specchio dell'anima, ma non sempre l'anima mostra il lato migliore. Proverò a infilare in questo blog le cose migliori e più interessanti che mi sono capitate.
Leggere un'analisi del rapporto tra cinema e arti figurative è un po' come un viaggio che può seguire qualsiasi direzione e di conseguenza farti approdare un po' ovunque.
Insomma, le opere pittoriche raccontano storie dal quale il cinema stesso (clicca per leggere alcuni spunti) è partito anche solo semplicemente dal lato iconografico.
Finché il cinema se ne saprà nutrire, gli spettatori avranno qualche chance in più di coltivare il bello e non solo il vero o il possibile.
Un piccolo libro da non perdere (a me è stato regalato) per entrare (di nuovo) in quel Vittoriale che fin da subito (dal 1921 in poi per la precisione) è diventato monumento vivente di un uomo che ambiva a fare della sua vita un'opera d'arte esclusiva.
Forse i conti con Gabriele D'Annunzio li abbiamo già fatti (in mille modi e con mille sfaccettature) fin dai tempi della scuola (ed è alla scuola... media... classe seconda... che devo dire grazie per questo regalo). Forse ormai si è capito che D'Annunzio si era auto-investito di una missione al di sopra delle proprie possibilità, come magari anche dell'Italia di allora: essere il Vate di quegli italiani che volenti o nolenti avevano anche un Duce, sogni e velleità da seguire. Forse tutta l'Italia dannunziana sapeva molto di costruito, mentre la vita (quotidiana) filava molto più prosaica. O forse l'Italia di allora non è poi così diversa da quella di adesso (sic!). O quantomeno ancora oggi grazie a D'Annunzio sappiamo che quello che abbiamo in mano per uno spuntino veloce va chiamato "tramezzino".
A proposito: il libro non parla di tutto questo che vi ho appena riferito, anche se da quella temperie parte. Molto più modestamente (e graziosamente!) ci troviamo a leggere e rileggere i gustosi biglietti che con il suo inconfondibile stile D'Annunzio vergava per la sua fidata e materna cuoca Albina Becevello.
E come sempre i gusti della tavola sono lo specchio fedele di molto altro, di tutto un mo(n)do di vivere e di essere.
Il vino, gli odori e i sapori sono i fili rossi della trama di un libro... senza etichetta.
Forse non a caso, se il libro vi sarà piaciuto o meno, lo deciderete solo (voi) alla fine.
Dopo aver degustato qualche pagina, capirete già se il protagonista Giacomo Botter è un uomo che fa per voi. Dopo aver assaggiato lo sviluppo della vicenda, che mescola esperienze di vita alla ricerca di una propria dimensione personale, giudicherete lo spessore del racconto. Dopo aver valuto il retrogusto che lascerà in voi il finale della storia (soprattutto d'amore) capirete che il vino rosso ha un suo peso (più che) specifico, tanto più se trattasi di Amarone.
Io vado fiero soprattutto di aver partecipato alla bella presentazione alla Società Letteraria di Verona e della dedica donatami, che per ora non mi ha portato molta fortuna come forse l'autrice (o forse meglio io) speravo. Ce la farà il nostro eroe a (ri)conquistare la sua amata?
Da una notte all'altra. Passeggiando tra i libri in attesa dell'alba
CARLO FRUTTERO
Mondadori Editore
Potrei scrivere che questo scorrevole libretto ha l'ambizione di aprire pagine su altre pagine (quelle dei grandi classici della letteratura mondiale). Potrei collocarlo quindi nel filone della ricerca di un canone più o meno occidentale della letteratura. Va bene, fino qui ci siamo, ora andiamo oltre...
Leggere non è facile... richiede fedeltà, applicazione, entusiasmo sempre nuovo e talvolta spirito di sopportazione... per l'autore, per l'editore e la scelta del formato, per mille altri motivi che frenano o accelerano la giusta lettura, che richiede giusti tempi.
Beh, se condividete queste mie improvvisate (ma non troppo) impressioni sulla lettura allora il libretto di Fruttero (con prefazione di Ferrero, tanto per sgranchirsi un po'... la lingua) è quello che fa per voi: un'incursione ragionata ma non troppo invadente, insomma un'iniezione (di fiducia) di lettura.
Parafrasando Flaubert: "Il libro siete voi lettori!".
:-) Al ritorno Jacopo proietterà per noi followers tutti i film di Baz Luhrmann e di Peter Weir :-)
Ciao a tutti, mentre il viaggio si avvicina alla conclusione eccovi un nuovo aggiornamento.
19/5 martedì Darwin - Darwin
30km (6510 tot)
Giro turistico della città lungo il Bicentenary park sulla Esplanade con vista sull'Oceano Indiano.
In un ristorante locale assaggiamo spiedini di coccodrillo.
20/5 mercoledì Darwin - Litchfield National park (Wangi falls) 194 km (6704 tot)
Visitamo questo parco, meno famoso del vicino Kakadu NP, godendo dei panorami della zona che uniscono la savana equatoriale e, nelle vallate, la foresta monsonica. Qui, per cercare refrigerio dal caldo torrido, facciamo il bagno in un laghetto ai piedi di una spettacolare cascata. In tutto il parco sono presenti numerosi coccodrilli, come i parimenti numerosi cartelli di avvertimento ci ricordano.
21/5 giovedì Litchfield National park (Wangi falls) - Kakadu National park (Mardugal) 530 km (7234 tot)
All'ingresso del Kakadu NP ci fermiamo al centro visitatori Window on the wetlands per ammirare, da un confortevole locale climatizzato, queste paludi ricche di coccodrilli e altri animali. Ci spingiamo quindi fino all'estremità nord orientale del parco, dove a Ubirr si possono visitare una serie di ripari aborigeni con ricche pitture rupestri e un panorama mozzafiato sulle Wetlands sottostanti.
Ci spostiamo per la notte in una zona per campeggio infestata da zanzare.
22/5 venerdì Kakadu National park (Mardugal) - Katherine (vicinanze)
311 km (7545 tot)
Alla mattina fuggiamo dal campeggio e ci portiamo a Yellow waters, dove avvistiamo in lontananza un paio di coccodrilli. Poi ci spostiamo con calma verso Katherine, scoprendo che questa è la città natale del famoso ciclista australiano Cadel Evans.
23/5 sabato Katherine (vicinanze) - Saddle creek 694 km (8193 tot)
Per non farci mancare nulla, facciamo una puntatina dall'altra parte del confine con il Western Australia, in modo da poter dire di aver visitato tutti gli stati, e territori, di questo Paese.
24/5 domenica Saddle creek - Katherine (vicinanze) 444 km (8583 tot)
Ritorno dal Western Australia.
25/5 lunedì Katherine (vicinanze) - Karlu Karlu 730 km (9313 tot)
Prima di affrontare la strada ci regaliamo un altro bagno rigenerante nel fiume termale a Mataranka. Partiamo quindi in direzione sud verso Tennant creek e poi verso Alice springs.
26/5 mercoledì Karlu Karlu - Tropico del Capricorno (Alice springs) 470 km (10183 tot)
L'attrazione principale di Karlu Karlu sono le Devil's marbles (biglie del diavolo) ovvero una serie di formazioni rocciose rese sferiche dall'azione erosiva degli elementi atmosferici.
Dopo una breve tappa al deludente Ufo center arriviamo nelle vicinanze di Alice Springs e ci accampiamo per la notte nell'area di sosta sul tropico.
27/5 giovedì Tropico del Capricorno (Alice springs) - Yulara 490 km (10673 tot)
Ci avventuriamo nel centro dell'Australia in direzione di Uluru/Ayres rock. Il panorama si fa più rosso; sotto gli aridi e sparsi arbusti il terreno è formato da morbide dune di sabbia rossa. Lungo la strada ci fermiamo ad ammirare il primo dei tre monoliti: Mount Conner. Si pensa che questo inselberg faccia parte della stessa formazione rocciosa di Uluru/Ayres rock e Kata Tjuta/the Olgas.
A nord di questo monte si stende un lago salato, spesso ignorato dai turisti perché nascosto da una duna, collocato sulla parte opposta della strada rispetto al punto panoramico attrezzato.
Al nostro arrivo al villaggio turistico di Yulara ci accoglie una inaspettata pioggia.
28-29/5 giovedì-venerdì Yulara - Yulara 174 km (10747 tot)
Il primo giorno approfittiamo della visita guidata a Uluru/Ayres Rock condotta da un ranger aborigeno, che illustra la ricca vita sociale che avveniva attorno al monolite. Questo luogo, infatti, non era semplicemente un masso in mezzo al deserto, bensì soprattutto il campo base della tribù degli Anangu. Dopo la visita guidata percorriamo il base walk ovvero la passeggiata che circonda la montagna, potendo così ammirarla da ogni lato.
Il giorno seguente ci rechiamo ad ammirare il sorgere dell'alba sul monolite più famoso a bordo di un cammello, dopo di che ci spostiamo 50 km a ovest per visitare l'ultimo monolite del trio, il Kata Tjuta / The Olgas, che, più eroso degli altri, forma numerose cupole.