Santa Maria in Valena (Valpolicella, VR)

martedì 9 luglio 2013

Il problema Spinoza



La lettura diventa speciale quando ha un valore aggiunto, ne sono sempre più convinto.
E allora ecco: un interesse quasi innato per la storia che si dipana tra i due conflitti mondiali, l’attenzione a questioni, in senso lato, filosofiche, "confinanti" con l’etica, legate a questo periodo (un’attenzione in merito coltivata soprattutto leggendo con passione Primo Levi e Hans Hellmut Kirst), il fatto di aver visitato Amsterdam nel 2011 (circostanza che - scusate se è poco - ha fatto scaturire la scintilla di questo blog -> leggere 'First Contact' nella cronologia), il consiglio di una persona fidata (grazie :-) Cristina) mi hanno portato fino a IRVIN D. YALOM, Il problema Spinoza. Da qualche anno non leggevo un libro così…

Parto da questa immagine (di proprietà dell’Holocaust memorial Museum Americano), nella quale i prigionieri di guerra tedeschi guardano increduli e attoniti le immagini di ciò che più di disumano il Nazismo abbia prodotto.




Ma cosa c’entra Spinoza col Nazismo? Ai lettori più curiosi il compito di scoprirlo.

E intanto vi basti sapere che si tratta di un romanzo di un autore competente e intrigante (lo psichiatra Irvin D. Yalom), che ritorna - per così dire - sul luogo del delitto, visto che già si era cimentato, non senza successo, con Nietzche e Schopenhauer.



Spulciando e riducendo dal sito web di aNobii:

Estonia, 1910. Il diciassettenne Alfred Rosenberg riceve una singolare punizione: imparare a memoria alcuni passi dell'autobiografia di Goethe, il poeta che l'adolescente dichiara di venerare come emblema stesso del popolo tedesco. In particolare si tratta dei brani in cui l'autore del Faust si dichiara fervente ammiratore di Baruch Spinoza, il grande filosofo ebreo del diciassettesimo secolo. 

La lettura insinua nella mente del giovane Rosenberg un tarlo che lo accompagnerà per il resto della vita: come può il sommo Goethe aver tratto ispirazione da un uomo di razza inferiore?

Amsterdam, 1656. Bento, in ebraico Baruch, Spinoza ha ventitré anni: la sua famiglia è di origine portoghese, sfuggita all'Inquisizione e riparatasi nella più tollerante Olanda. Ma il giovane pensatore viene scomunicato e costretto a condurre una vita solitaria e appartata, che lo porterà tuttavia a produrre opere sublimi per profondità e drammaticità. Opere che trecento anni dopo non smettono di tormentare, sotto forma di incessanti domande, l'«ariano» Rosenberg, divenuto uno dei fondatori del partito nazista e stretto collaboratore di Hitler.


L’autore, mescolando con grande competenza ricostruzione storica e finzione, ci fa viaggiare nel tempo (tra XVII e XX sec.) e nello spazio (tra Olanda e Germania), ma soprattutto dentro la mente di un giovane tedesco che invecchia maturando idee sempre più deliranti e insieme a un grande grandissimo pensatore: "Ah! Se tutti gli uomini fossero saggi e se, inoltre, volessero il bene la terra sarebbe per loro un paradiso mentre ora essa è per lo più un inferno."



Se anche a scuola si riuscisse a entrare dentro questi "problemi" con tale profondità, non sarebbe più un'ora di storia, filosofia, italiano quella da trascorrere... ma un'ora di grandi scoperte!

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