Santa Maria in Valena (Valpolicella, VR)

sabato 30 dicembre 2017

#VistoAlCinema THE GREATEST SHOWMAN

Ecco arrivare di nuovo sul grande schermo la storia di P(hineas) T(aylor) Barnum, ma questa volta sotto forma narrativa di musical. E' anche, a ben vedere, la storia della nascita del business dell'intrattenimento in una società sempre più di massa, laddove, parallelo e più tradizionale, scorre anche il filone celebrativo del senso di meraviglia che ognuno di noi prova quando i sogni diventano realtà. Interessante, in tal senso, è anche lo spazio dedicato nel film a Jenny Lind, cantante svedese lanciata negli USA sempre dallo stesso Barnum, cantante intorno alla quale si crea una sorta di isteria collettiva che si sarebbe vista in seguito solo per le star del rock.


Questo film godibile e non eccessivamente lungo mi ha fatto di nuovo ripensare a quando il circo da piccolino lo andavo a vedere nei tendoni.
Inoltre, ho anche recentemente scoperto che in provincia di Verona sono sepolti vari personaggi che al circo italiano hanno dato lustro e passione, piccola storia alla quale è stato pure dedicato un piccolissimo libro con il quale mi congedo e vi saluto, gentili Internet's Friends.


lunedì 4 settembre 2017

#TwinPeaksFinale DEEPER AND DEEPER AND DEEPER

In questo doppio finale di stagione non succede certo tutto quello che deve succedere… ma succede decisamente di tutto!!

Lascio a chi è più bravo e competente di me il compito di riassumervi quanto accaduto

e passo deciso a dare il mio granellino di contributo.


Nella prima parte molti pezzi vanno al loro posto e i vari personaggi (non tutti purtroppo) si congedano da noi amichevolmente, dopo aver assistito alla sconfitta del male "impersonificato" da Bob.
Nella seconda parte (dopo l'avverarsi del fatidico “Remember 430. Richard and Linda. Two birds with one stone.”), come in altri film di Lynch, la storia cambia, non fornisce più nessuna risposta attesa, non è più, insomma, quella della ragazza che abitava in fondo al viale (Is it the story of the little girl who lived down the lane? domanda l'evoluzione arborea del braccio, quesito che è anche il titolo di un film drammatico, thriller, horror, giallo del 1976!).
Anzi e perdipiù la storia stessa sembra entrare per sviluppo (di tempo e di luogo) e lentezza narrativa in una dimensione reale (per nulla diegetica), dimensione nella quale il male c'è eccome, ma non è quello metafisico, onirico e allucinante di Twin Peaks... almeno fino a... questo!!

Rabbrividisco ancora...

Secondo me, a noi spettatori ormai vaccinati e consapevoli non di quello (non ci sono quote di scommettitori che tengano) ma solo di cosa (l'unica certezza è che non sarà come l'avevamo immaginata... come nella realtà!) ci aspetta, con questo finale Lynch vuol dire che poteva raccontarci una storia come tante altre, ma che invece lui preferisce il linguaggio dei sogni, che hanno il potere di trasfigurare e farci vivere più a fondo quella che noi, per non impazzire o per semplice leggerezza, chiamiamo realtà, ma che tale non è, almeno nella sua essenza.
Poteva essere la storia di Carrie Page ma alla fine (molto meglio... ma solo  per noi, non per i personaggi che sono comunque degli sconfitti!) è stata quella di Laura Palmer, l'eletta e la dannata, la cui angelica foto finisce per essere presa a simil martellate dalla madre, colei che più di tutti è stata danneggiata e privata di una vita (anche parallela) in quella casa in fondo al viale, nella quale ha subito per sempre la sua dannazione (ma anche Cooper\Richard è lasciato da Diane\Linda e Laura\Carrie è in fuga dopo un omicidio).

Questo, in estrema sintesi e a mio modestissimo parere, è lo spirito lynchano, basato su continui strappi e pacchiane ma incantevoli ricuciture, spirito che fin dalla nascita ne permea filmografia e arte, trovando in Twin Peaks un punto di vista talora più divertito e autoironico di altre opere o progetti del Nostro, ma rimanendo pur sempre una weltanschauung terribile e lancinante.
E tale è appunto (terribile e lancinante) l’urlo finale di Laura Palmer, che scopriamo così non essere mai esistita se non nei nostri sogni (a proposito di onirico... ma che scena è quella della loggia con tutte quelle simil campane!!!), generati dal genio e (completa) sregolatezza\anarchia di Lynch, un urlo e un sogno che ci scuoteranno a lungo, perché ci colpiscono nel profondo, diventando per (più di) qualche istante più veri del vero. Deeper and deeper and deeper.


sabato 2 settembre 2017

#letture TERRA DI NESSUNO

L'America e non l'Australia è, nel sentire comune, il continente che più di tutti è stato segnato dalla conquista e dall'annichilimento delle civiltà autoctone.


Leggendo questo testo ho dovuto ricredermi e ripensare a molte mie convinzioni, convinzioni che purtroppo si fanno sempre più pessimistiche sulla possibilità dello scambio civile tra civiltà (scusate il bisticcio... ma rende).


lunedì 28 agosto 2017

#Letture IL SOGNO E IL SILENZIO

Ma allontana ogni pena,
forse l'amore ti riscalderà.

Questi splendidi versi chiudono uno straordinario volumetto poetico che ho avuto la fortuna di intercettare.


La poesia, frutto evidentemente dell'animo artistico dell'autore che è stato anche un appassionato di pittura (e nelle liriche ciò traspare), scorre leggera ed elegante ed è stato veramente piacevole trarne giovamento ed ispirazione.



Forse l'amore

Ecco l’autunno, stagione amica,
i giorni sono più brevi,
le sere velate dalla bruma.

E tu, cuore, preparati all’inverno:
le lunghe notti insonni quando l’alba
pare non giunga mai,
il buio accovacciato contro i vetri,
il silenzio della neve.

Ma allontana ogni pena,
forse l’amore ti riscalderà.



Inverno a Recoaro

ieri è nevicato sulla valle.
Dai declivi deserti
più non giungono grida di ragazzi
e l'Agno avaro d'acqua
riposa nel suo greto.

Tra gli addobbi consunti del salotto
muovi le dita ad un confuso accordo
sulla tastiera, oltre i vetri appannati
guardi il bianco veliero della luna
che approda sullo Spitz. Come lontano
ti appare quel passato di fanciulla,
quasi non tuo, vissuto da altra vita!

Poi a nuovi pensieri resti assorta
nel silenzio, ti scrolli all'improvviso
e allontani ogni ombra, ti concedi
al travaglio di vivere ogni istante.
Non più turbata, ti ritrovi donna.



San Bonifacio 

Se nei mattini tuoi primaverili
odo levarsi un canto nelle strade
e riecheggiare a lungo nei cortili
tra le tue vecchie case, dove cade

obliquo il sole, se dai tuoi filari
di gelsi ed olmi sale l’umidore
della guazza notturna e dai pomari
arriva il vento con l’acuto odore

di timo e di mentuccia, d’erbe buone,
si ridesta in me il bimbo che io fui,
che correva le prode dell’Alpone
a raccoglier “bruscandoli”. Di Lui

tutto è rimasto qui: con il roseto,
la vecchia casa delle Quattro Strade,
il portico, la pergola, il segreto
rifugio tra le canne, le contrade

dove un tonfo di bocce sull’assito
delle osterie è suono familiare.
Da ciò che s’è perduto nasce il mito,
la vita è solo un lungo ricordare.



IL balcone sul roseto
                                    a mia madre
Tornerà dai paesi dell’oblio
un volto corroso dal tempo,
una voce soave
parlerà di cose perdute.
Nel cuore desolato
fioriranno ancora per noi
la pergola di glicine, il roseto
della remota infanzia.
L’aroma appassito delle giunchiglie
a poco a poco lo riscopriremo
e sarà spada che ferisce
memoria che scava,
sarà l’amico morto
che smarrimmo per sempre
ad un crocicchio.



A Salvatore Quasimodo

Laggiù lungo i tuoi fiumi sulle rive
l'airone e la gru muovono il volo,
la biscia d'acqua freme tra le canne
di palude: ma ti costringe altrove
questa vita di scherno, amara sorte.
Nelle nebbiose pianure del Nord
si consuma il tuo tempo, assiduamente
rimpiangi la tua infanzia e l'aspra isola
della tua razza, in te riscopri i miti
della tua terra favolosa. Forse
nella memoria celi la mestizia,
riodi ancora l'eco dello Jonio
che estenua il suo furore sulle spiagge.
E quella voce antica e ormai lontana
ti fa più dolce il peso dell'esilio.



Commiato

Quando sui miei occhi calerà
il buio di una sera senza fine
e dietro di me si chiuderanno
i neri cancelli della morte
la luce serena del tuo sguardo
scenda ancora sul mio volto
e nel mio cuore per un attimo
fiorirà la dolcezza che nasceva
per me ogni notte dal tuo casto seno.


lunedì 17 luglio 2017

#letture IL VIOZ

Ci sono piccoli testi, che si possono trovare in piccole biblioteche, che raccontano piccole storie passate.


E' giusto il caso di questo volumetto del padre camilliano Francesco Zambotti, pubblicato dalle Edizioni Dehoniane di Napoli a inizio anni Ottanta.
Il celeberrimo Monte Vioz, nel Parco Nazionale dello Stelvio, diventa metafora delle difficili scalate che la vita ci riserva. Oltretutto, come per moltissimi escursionisti amanti della montagna, al Monte Vioz sono legati i personalissimi ricordi dei miei genitori.
L’alta quota (m. 3644) è il vero ostacolo nello scalare questa cima, che offre comunque molti versanti impervi e innevati, ma regala sempre grandi soddisfazioni a chi giunge alla meta, anche solo dalla via più facile.
Le persone allenate (anche alle alte quote) non accusano inconvenienti particolari salvo una maggiore fatica; molti, però, nella vita cedono e precipitano: nelle storie e nelle lettere biografiche che coronano il libro emergono da un lato tanta sofferenza e dall'altro quella speranza di riscatto e di redenzione, attitudine positiva che ormai oggi sembra essere persa.
Forse perché a quell'epoca si era tutti un po' più ingenui (ma non credo poi così molto) o forse perché gli anni Ottanta e Novanta ci hanno poi fatto dimenticare il senso del limite, senso che, invece, quando si frequenta la montagna, non è mai il caso di perdere.



venerdì 14 luglio 2017

#letture IL SORCIO


Un gradito regalo (di compleanno) è anche una piccola chicca, ovvero uno scoppiettante racconto di Simenon (un Maigret senza Maigret cit.) ambientato nella Parigi fine anni' 30.
Consigliatissimo a chi ama Parigi, consigliato a chi ama leggere una storia breve senza mai momenti di stanca, Il signor Sorcio è l'occhio indiscreto e divertito che Simenon getta sulla vicenda di un azzeccatissimo personaggio, un senza fissa dimora di origini alsaziane, che nonostante si trovi nel bel mezzo di un intrigo internazionale più grande di lui, si ostina a volerne pilotare la soluzione.
Perfetto per farci un film!



in francese

A proposito... buon 14 luglio! C'est une révolution!!


giovedì 13 luglio 2017

#letture LA MANOMISSIONE DELLE PAROLE


A partire dall'analisi di una parola si può spaziare e dialogare in modo proficuo.
Se poi c'è anche una spinta etica che ci anima, la conversazione si fa ancora più penetrante.
Con questo agile volumetto Gianrico Carofiglio ci accompagna laddove la sua sensibilità di lettore e cittadino lo ha portato in questi ultimi anni. Se volete fare un tratto di strada insieme a lui, non rimarrete delusi...